Dante Ferretti lungo Piaggia della Torre assieme alle assessore Francesca D’Alessandro e Katiuscia Cassetta
di Luca Patrassi (foto di Fabio Falcioni)
L’invito a cura del Comune è per le 11 di oggi, il tre volte premio Oscar Dante Ferretti è in città per discutere alcune questioni legate alle attività culturali cittadine e all’ipotesi di un museo che contenga le opere dell’appena citato pluridecorato scenografo maceratese.
L’appuntamento slitta alle 12 per cause di forza maggiore. Ad attenderlo ci sono quattro assessori, divisi per genere: la vicesindaca Francesca D’Alessandro, l’assessora alla cultura Katiuscia Cassetta e gli assessori del ramo tecnico Silvano Iommi e Paolo Renna. C’è anche il sovrintendente dello Sferisterio Luciano Messi. Ferretti arriva accompagnato da alcuni componenti della famiglia, i nipoti Renata e Federico. La verve è quella solita e si manifesta appena arriva nella “sua” piazza della Libertà, quella attigua alla ex sede di piaggia della Torre della bottega di cornici della famiglia, negozio ora trasferitosi in via Gramsci. A Ferretti si avvicina Iommi: «Ci siano conosciuti venti anni fa, siamo stati assessori insieme» dice l’attuale assessore, con il viso semicoperto dalla mascherina. «Era meglio prima» dice di rimando Ferretti, ma non si capisce se la battuta è per gli anni che sono passati o per le amministrazione che pure hanno fatto il loro corso. Poi si scende piaggia della Torre («questi locali mi pare di riconoscerli» scherza ancora lo scenografo riferendosi ai locali che per lunghi decenni hanno ospitato l’attività dei Ferretti).
Poi si entra in Comune e inizia l’incontro a porte chiuse con Ferretti. «Fateci lavorare», dice l’assessora alla cultura Katiuscia Cassetta invitando di fatto i giornalisti ad andarsene. Iommi intuisce che se uno chiama i giornalisti, certo non è per mandarli via senza aver concluso nulla ed invita Ferretti a dire qualcosa prima di affidarsi alla giunta comunale. Dante Ferretti segue il suo filone, tra la battuta al vetriolo e la dichiarazione un po’ più seria. «Che sono venuto a fare oggi a Macerata? Da quel che ne so io, sembrerebbe che forse fanno un museo con le opere della mia carriera. Mi danno due milioni – è la sua battuta – ho detto che va bene, per avere un museo però bisogna morire» dice il premio Oscar che con voce seria aggiunge: «sono stato invitato qui, sono venuto a sentire, era venuto il sindaco a trovarmi a Roma…». Fine della parte pubblica, il gruppo prende l’ascensore ed inizia la riunione negli uffici del Comune in piaggia della Torre.
Alle 17,45 arriva la nota del Comune con le dichiarazioni dell’assessora Cassetta: «Siamo molto soddisfatti dell’incontro di oggi con lo scenografo Dante Ferretti che, invitato dal sindaco alcune settimane fa, non ha mancato di essere oggi a Macerata per parlare di future collaborazioni con la città». All’incontro a Palazzo Conventati ha partecipato in video collegamento il sindaco Sandro Parcaroli che si trova ricoverato in ospedale.
«Abbiamo incontrato nuovamente Ferretti, dopo l’incontro di alcune settimane fa a Cinecittà, per cercare di mettere insieme personalità di Macerata legate, tramite un rapporto di stima e affetto, a lui e per porre le basi di un progetto da costruire insieme – ha proseguito l’assessore alla cultura -. La volontà del Comune è che ci sia uno scambio reciproco tra ciò che il Maestro può dare alla città e ciò che Macerata può dare a lui».
«Come già avevamo ribadito nell’incontro a Roma, la volontà reciproca di pensare a un progetto concreto c’è ma è importante che ci siano i presupposti, economici e organizzativi, per realizzarlo e soprattutto che ci sia una ricaduta virtuosa sul territorio con attenzione ai giovani e a una rinascita nell’ottica turistica e culturale» ha concluso la Cassetta che ha inoltre anticipato che Ferretti tornerà a Macerata per la prima di Aida il 23 luglio.
Dopo l’incontro a Palazzo Conventati Ferretti ha effettuato un sopralluogo presso il cinema Italia e visitato Palazzo Ricci dove sarà allestita una mostra in suo onore dalla Fondazione Carima.
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Il nome rimbalza a livello internazionale. E Macerata rimbalzerebbe insieme a quel “Nome” a livello internazionale. Come avvenne quando la Lirica allo Sferisterio ebbe una visibilità a livello internazionale. Il problema sembrerebbe quello dei fondi da trovare. E urgente trovarli. Ma dove collocare il museo? Palazzo Bonaccorsi sarebbe l’ideale, dato che lì si concentra la Cultura. Ho visto un solo bozzetto per un film del Maestro. E mi è bastato per capire che basterebbero i bozzetti per esaltare il Museo delle Opere del nostro illustre Concittadino. Per favore, non perdiamo questa storica occasione…