di Giovanni De Franceschi (foto e video di Andrea Petinari)
«Meglio che siamo al buio per trovare l’ispirazione». Solo un filo di luce trafigge il polveroso foyer di un vecchio cinema abbandonato, ma tanto è bastato alla fervida immaginazione del tre volte premio Oscar Dante Ferretti per vedere quello che potrebbe diventare. Un museo con le sue scenografie nel centro di Macerata. «Qui si può fare, siamo al cinema e raccontiamo il cinema», ha aggiunto. Con un “però” scherzoso rivolto al candidato sindaco del centrosinistra: «signor Ricotta non dia una bufala».
Narciso Ricotta fa da Cicerone a Dante Ferretti nel cinema Corso
Questa volta dunque la proposta della location sembra aver colpito molto di più il maestro. L’idea è sempre la stessa, lanciata da tempo da David Miliozzi: quella appunto di creare un’esposizione permanente dedicata a lui. E dopo aver visitato a febbraio palazzo Diamanti e palazzo Pellicani Silvestri, oggi pomeriggio è stata la volta dell’ex cinema Corso. Con Ferretti, la moglie Francesca Lo Schiavo, il nipote Federico Ferretti, il candidato sindaco e assessore Narciso Ricotta, David Miliozzi, Adolfo Guzzini, il geometra Stefano Palmucci. Un tour a ritroso iniziato dalla vecchia uscita che dà su corso della Repubblica. Prima gli è stato mostrato il progetto originario, datato 1954, con tanto di relazione dell’architetto al Comune, in cui si sottolineava l’importanza di un cinema nel centro della città. Poi è iniziata la passeggiata “a ostacoli” nella struttura, aperta per l’occasione dal coproprietario dello stabile Alfredo Mancini, titolare della Orim, (l’altro 50% è di proprietà di Tiziana Coppari, tramite Immobiliare Macerata 2000).
Il tour nell’ex cinema Corso
Dalla prima scalinata, illuminata solo da cellulari e telecamere, tra vecchie locandine e segni di un passato “vivo” alla galleria. «Bello qui – ha detto Ferretti – si potrebbero realizzare degli scivoli, così mentre uno scivola vede l’esposizione. L’ho fatto con Fellini (in La città delle donne, ndr). Se voi avete piante e planimetrie a me bastano». Dalla galleria ancora giù fino alla platea, passando per la scalinata stile anni ’30 per arrivare a quella che era l’entrata. Quindi la sosta nella sala “comando” e di nuovo fuori alla luce del sole. Al maestro l’architetto Fabio Morresi, che per conto di Tiziana Coppari ha effettuato le ricerche d’archivio, ha consegnato un plico con i disegni e le relazioni originali del 1953 a firma dell’ingegnere Matteo Costantino.
«Un ex cinema – ha spiegato Ricotta – è la sede naturale per raccontare la storia di un maceratese partito da una bottega artigiana ed arrivato a Hollywood. L’emotività della situazione attuale dell’ex cinema (il fatto che fosse buio, abbandonato e polveroso, ndr) è stata d’ispirazione per lui. E recuperare quello che è stato un grande contenitore del centro, ridandogli una funzione, valorizzando un maceratese illustre e collegandolo all’imprenditoria del bello, potrebbe essere d’ispirazione invece per tanti giovani. La cultura deve diventare industria culturale».
Dante Ferretti con la moglie Francesca Lo Schiavo indica l’attuale Hotel Lauri, dove da giovane viveva
Non solo l’ex cinema Corso, perché l’idea è di collaborare con Ferretti anche per riqualificare altre zone della città. Anche attraverso l’illuminazione, come già si è fatto per lo Sferisterio, piazza Nazario Sauro, Porta Picena e come sarà per piazza della Libertà con il progetto di Light Design Stratagy dell’Accademia di Belle Arti. In questo caso Ricotta ha voluto far vedere al premio Oscar la passeggiata di tramontana in viale Leopardi, sotto la chiesa di San Giorgio, passando per la rampa di via Cioci. Ed è stata proprio questa infatti l’ultima tappa del tour. Ci si è arrivata attraversi i vicoli e gli aneddoti di gioventù raccontati da Ferretti. Che dopo aver perso la casa doveva viveva con la famiglia a Piaggia della Torre a causa dei bombardamenti nella Seconda guerra mondiale, si trasferì in vicolo del Ponte, in quello che oggi è diventato l’Hotel Lauri. Dove peraltro alloggia con la moglie.
Dante Ferretti mostra una sua foto da giovane in viale Leopardi
L’idea è quella di un restyling della passeggiata, con un’apertura sul panorama che svetta davanti e un’illuminazione artistica e perché no, anche delle proiezioni sulle mura. «La Macerata futura di Dante Ferretti non so se ci sarà perché adesso bisogna parlare e vedere in quanto tempo si chiudono tutte queste cose che ci siamo detti. Data la mia età non se riusciamo a farle in 7 o 8 anni», ha detto lui stesso scherzando. Per poi aggiungere incalzato da Guzzini: «Questa volta si farà velocemente, speriamo. Anzi, sperate voi maceratesi». La conclusione a Ricotta: «L’idea di Macerata futura è l’idea di valorizzare le sue risorse, tra queste c’è Dante Ferretti, che è un testimonial eccezionale per la nostra città che noi vogliamo coinvolgere in un progetto di continuo e ulteriore sviluppo culturale e di bellezza. Lui può dare il suo contributo importantissimo e noi ne siamo orgogliosi».
Dante Ferretti con il candidato sindaco del centrosinistra Narciso Ricotta
Dante Ferretti fuori dal cinema Corso
Da sinistra: Narciso Ricotta, Dante Ferretti, Adolfo Guzzini, David Miliozzi
Dante Ferretti nella sala di comando del cinema Corso
Dante Ferretti esce dal cinema Corso con Narciso Ricotta, ad attenderlo Adolfo Guzzini e David Miliozzi
Da sinistra: Stefano Palmucci, David Miliozzi, Adolfo Guzzini, Dante Ferretti, Narciso Ricotta e Federico Ferretti
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Bellissima notizia. Trovo di ottimo auspicio non soltanto l’idea di un Museo “Ferretti” ma anche la volontà di accoglierne i suggerimenti per onorare al meglio la bellezza di Macerata.
Forse era meglio chiamare il regista James Cameron per allestire un Museo sul “Titanic”. Lo vedo più consono alla città di Macerata!