Impianti sciistici, l’appello di Cangiotti:
«Ristori solo ai grandi comprensori
A noi restano le briciole»

MONTAGNA - Il ceo di BolognolaSki: «Le risorse verranno calcolate sulle presenze registrate all'interno del Comune dove ricade la stazione e in realtà come quelle marchigiane, dove c'è un turismo prettamente pendolare e di prossimità, i numeri sono veramente irrisori: si rivedano i criteri di distribuzione»

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«Aspettavamo con ansia il decreto ristori, ma è stata una vera doccia fredda». Francesco Cangiotti, ceo della società Funivie Bolognolaski che gestisce la stazione sciistica di Bolognola, interviene dopo la pubblicazione da parte del Governo.

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Francesco Cangiotti

«Ormai archiviata la stagione invernale 2020/2021 per le montagne marchigiane, che poteva essere una delle stagioni migliori di sempre grazie alla costante presenza di neve da Natale ai primi di Marzo e al meteo favorevole, ora tutti i gestori e gli operatori della montagna aspettavano con ansia il decreto ristori, ma quando è stato presentato diversi giorni fa è emerso che, così come formulato, l’80% delle risorse di per se importanti (700 milioni di euro) giungeranno ai grandi comprensori alpini, in particolare dell’Alto Adige, lasciando solo briciole alle stazioni prealpine e del comparto appenninico, compresa la nostra regione – precisa Cangiotti -. Durante tutto l’inverno abbiamo avuto molte promesse di apertura ad iniziare da dicembre che si sono vanificate ogni volta, facendo spendere alle società impianti come la mia decine e decine di mila euro per la preparazione degli impianti e delle piste. Abbiamo anche aggiornato tutto il sistema di biglietteria per la vendita online e acquistato tutto il materiale Covid per nulla. Visto quindi il danno importante ricevuto, eravamo fiduciosi nei ristori – sottolinea – assieme all’associazione di categoria Federfuni, di cui sono rappresentante per le Marche, avevamo presentato una nostra proposta di ripartizione delle risorse sulla base della media del fatturato delle varie società del periodo 2017/2019 e chiedendo quindi che vanga riconosciuta una percentuale proprio sulla media del fatturato delle ultime stagioni.

bolognola-ski-3-325x325Quando invece abbiamo visto il decreto è stata per noi tutti una doccia fredda e l’ennesima beffa; infatti il ristoro così come strutturato verrà calcolato sulle presenze registrate all’interno del Comune dove ricade la stazione sciistica. In particolare il 70-80% delle risorse verranno destinate ai comuni dei comprensori sciistici, che nell’appennino e ancor più nella nostra regione sono inesistenti, essendo tutte singole stazioni e non comprensori. E’ facile quindi capire che realtà come quelle marchigiane dove non c’è una ricettività forte in stazione, ma un turismo prettamente pendolare e di prossimità, se si calcolano le presente registrate sulle strutture i numeri sono veramente irrisori – evidenzia il ceo di BolognolaSki -. Stazioni invece come la nostra muovono nei soli fine settimana 6000-7000 presenze pendolari, che oltre ad acquistare gli skipass, usufruiscono di tutti i vari servizi come le scuole sci, i noleggi, i ristoranti. Ci auguriamo quindi vivamente che i parlamentari rivedano i criteri di distribuzione dei ristori, tenendo conto di un principio più equo per tutti, soprattutto per le tante medio/piccole realtà locali che sono quelli che hanno sofferto più di questo stop ed in particolare proprio le società impianti che hanno sostenuto molte spese e altre ne dovranno sostenere nei prossimi mesi, ma che dovranno attendere come minimo dicembre prossimo per avere delle entrate. Pur in un periodo difficile – conclude Cangiotti -, la nostra società, l’unica in tutta la regione ha comunque garantito dal 30 dicembre a fine febbraio, anche andando in perdita, l’apertura parziale degli impianti e delle piste, per permettere lo svolgimento degli allenamenti e delle attività agonistiche degli sciclub Umbro-Marchigiani, favorendo quindi la preparazione agonistica di questi atleti, evitando di fargli fare lunghe trasferte verso l’Abruzzo o il nord Italia. Restiamo speranzosi in un cambio di marcia del governo e della vicinanza che ha mostrato la Regione Marche verso questa particolare situazione».

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