di Gianluca Ginella
Confermata la condanna a 12 anni per Luca Traini. La sentenza è uscita poco dopo la fine dell’udienza che si è svolta oggi in Cassazione. L’avvocato di Luca Traini, Franco Coppi (notissimo penalista, già legale, tra gli altri di Giulio Andreotti), ha sostenuto che non si possa parlare di strage (come contestato dall’accusa) ma di tentato omicidio. Ha anche sostenuto che non ci sarebbe l’odio razziale. Temi che aveva portato avanti sia in primo grado che in appello, l’avvocato Giancarlo Giulianelli, oggi garante regionale dei diritti e che per questo ruolo ha dovuto rinunciare ad una serie di incarichi. Traini il 3 febbraio del 2018 aveva compiuto un raid in giro per Macerata, ferendo a colpi di pistola sei persone, tutte di origini africane. Un gesto che, aveva poi spiegato, era nato in seguito all’omicidio della 18enne Pamela Mastropietro.
Da sinistra: gli avvocati Carlo Buongarzone, Gianfranco Borgani, Marco Fabiani, Franco Coppi e Raffaelle Delle Fave in Cassazione per il processo di Traini
Oggi il procuratore generale nel corso dell’udienza ha ricostruito tutta la vicenda, sostenendo l’assoluta correttezza di quanto deciso in primo e secondo grado, evidenziando che c’erano tutti i presupposti per parlare di strage. Ad ascoltarlo c’erano i giudici della Sesta sezione penale della Cassazione. Poi ha preso la parola Coppi che ha sostenuto che, a suo parere, non si poteva parlare di strage ma di tentati omicidi. Inoltre ha chiesto ai giudici di valutare il fatto se Traini fosse capace di intendere e volere al momento del fatto. Inoltre ha sostenuto che l’aggravante razziale non ci sia. Presenti c’erano anche i legali di alcune delle parti civili (i sei feriti, due ragazzi che sfuggirono agli spari, il Pd – contro la cui sede esplose un colpo di pistola -, proprietari di immobili danneggiati e il comune di Macerata). Presenti all’udienza c’erano gli avvocati Raffaele Delle Fave, Marco Fabiani, Gianfranco Borgani e Carlo Buongarzone (le parti civili sono assistite anche, tra gli altri, dai legali Nicola Perfetti e Luca Froldi). «Abbiamo sostenuto la correttezza delle due sentenze – spiega Delle Fave – e che si doveva parlare di strage. Ho fatto un esempio: alla stazione di Macerata, dove venne ferita la mia cliente, Traini esplose diversi colpi: avrebbe potuto ammazzare non una ma più persone. Anche un singolo episodio doveva far integrare la fattispecie della strage». Con la sentenza Traini dovrà anche provvedere ai risarcimenti delle varie parti civili.
(Ultimo aggiornamento all 16,55)
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