Impedire alle famiglie rom gli insediamenti informali è discriminazione. La Corte di Cassazione ha posto la parola fine ad una vicenda iniziata nel 2013 quando la famiglia Gonzales si rivolse ad un avvocato dopo lo sgombero, disposto dal Comune, delle roulotte occupate dal nucleo familiare in via Ugo Bassi, a Civitanova, a pochi metri dalla scuola frequentata da una delle figlie.
Dopo una prima sentenza favorevole, la Corte d’appello di Ancona aveva dato torto al Comune (all’epoca c’era la giunta Corvatta) che aveva fatto ricorso e la Cassazione ha confermato la sentenza dei giudici dorici ritenendo che il Comune abbia agito in modo discriminatorio verso questa famiglia.
E oggi l’associazione Civitanoi alla luce di quel pronunciamento chiede al Comune di togliere i cartelli e le affissioni che vietano la sosta dei camper. La vicenda era stata trattata ampiamente da Cronache maceratesi a suo tempo e dopo quello sgombero la famiglia Gonzales ha anche lasciato la città dopo un breve periodo di permanenza nella zona industriale. «Esprimiamo il nostro disappunto nel constatare che, nonostante il comune abbia perso, dopo otto anni i cartelli di divieto di campeggio sono rimasti al loro posto e il Comune dovrà pagare le spese legali» – scrive Civitanoi – tutto ha origine da un atteggiamento sbagliato nel metodo e nel merito dell’ amministrazione comunale di allora e quello che più addolora sul piano umano e su quello dell’immagine della città è che quella che allora era una bambina ha abbandonato la scuola e la famiglia è stata inghiottita in qualche sperduto campo Rom.
Il cartello di divieto
A Civitanova in ogni suo ingresso principale resta affisso quel cartello stradale con alcuni divieti compresi in quella ordinanza del Sindaco ritenuta illegittima, persecutoria dalla massima espressione giudiziaria, un biglietto da visita non congruo al carattere democratico e inclusivo della nostra città, culturalmente per niente edificante. La vicenda, se chiusa sul piano giudiziario, resta aperta a causa di quei cartelli cioè una ferita sociale, una pessima presentazione come sottolineato da tanti amici di CivitaNoi che intendono limitare la povertà educativa dei giovani assicurando il diritto all’istruzione. Facendoci interpreti di questo sentimento umano culturale e anti discriminatorio invitiamo l’amministrazione, ora che la vicenda è conclusa, a rimuovere gli orribili e discriminatori cartelli».
Niente residenza a chi vive in roulotte Il giudice dà torto ad una nomade
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Da tempo non vedevo più carrozzoni di Rom in giro per Civitanova. Qualche giorno fa, uscendo da un supermarket ho visto una giovane donna con un neonato in braccio e insieme a lei 6 ragazzi o ragazze di età dai 3 ai 10-12 anni che stavano rovistando dentro un cassonetto di scarico dell’immondizia. Quando vedi queste cose, non sai proprio cosa pensare.
Un paese pieno solo di diritti e di giudici e affini che in nome di chi sa cosa autorizzano la qualunque.
le rotture di maglioni, anche se legalizzate dal giudice,rotture rimangono e la povera gente ci deve convivere accanto…. e questo non va bene
Il cartello di cui alla foto non è discriminatorio (vale per tutti i campeggiatori). Tutt’al più potrebbe violare l’articolo 13 della dichiarazione universale dei diritti umani, che al primo comma recita:
‘Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni stato.’
sig. Pignotti
sa cosa dovrebbe pensare?
che ognuno se vuole vivere in un paese sviluppato ce la deve mettere tutta per vivere dandosi da fare rompendo le scatole al prossimo solo quando le ha provate tutte prima di doversi arrendere.
Sono stanco, stanco, stanco, di aver pietà di gente che vuole vivere come gli pare, fregandosene di tutti e accampare diritti che non si è guadagnato, mentre i buonisti del nostro tempo concedono come fosse dovuto.NULLA È DOVUTO, TUTTO VA GUADAGNATO.
I miei genitori e nonni si sono spaccati la schiena per darmi delle opportunità mentre oggi gli scienziati che ci governano si sentono in dovere di REGALARE diritti al primo che suona….NON MI STA BENE
Dato che su tali cartelli non esiste il divieto specifico per i rom, ma valido erga omnes, non vedo perché tali cartelli possano essere considerati discriminatori verso i rom e di conseguenza debbano essere rimossi.
Portando all’eccesso le conseguenze di tale sentenza, allora qualsiasi rom o non rom si sentirebbe autorizzato a parcheggiare roulotte e caravan, senza servizi essenziali, nei pressi di qualsiasi scuola di Civitanova per “agevolare” la frequenza didattica ai loro figli…???
Per evitare insediamenti informali dappertutto ognuno lo voglia senza alcuna regolamentazione e conseguente confusione, bisognerebbe creare sul territorio comunale, nelle zone più opportune, aree di sosta fornite dei servizi essenziali come allaccio acqua, energia elettrica e fogne.
Per ultimo, trovo eccessive tutte queste dichiarazioni a sostegno dei diritti, dei sentimenti umani, culturali dei rom perché “discriminatori”, mentre troppo spesso, per il loro particolare modo di vivere, la discriminazione è al contrario cioè a danno dei cittadini non rom….