di Laura Boccanera
Le tre roulotte della famiglia Gonzales non ci sono più. Oggi pomeriggio attorno alle 16 la Polizia municipale ha coordinato lo sgombero che è avvenuto senza contrasti, seppur con apprensione da parte di Hilda Maria, la donna che nel 2013 fece ricorso contro il Comune. Ieri la sentenza (leggi l’articolo) ha dato però ragione al sindaco: verso di loro nessuna discriminazione e così la famiglia ha dovuto abbandonare Piazza del Tricolore, di fronte alla scuola Anita Garibaldi, dove la figlia di 12 anni lunedì dovrebbe iniziare la quinta elementare che tra l’altro frequenta assiduamente e con profitto.
Questa mattina la donna, prima dello sgombero ha voluto incontrare i giornalisti, per raccontare la sua verità, il loro modo di vivere, diverso da quello di molti civitanovesi, ma anche diverso da quello che si intende solitamente per zingaro o rom. “Io andrei via, non ho problemi, ma la mia bambina si è inserita bene a scuola, vuole studiare, io devo garantirle un futuro, sa leggere e scrivere e non voglio privarla di questo – racconta la nomade con un accento spagnolo – Mio marito è in Calabria, lo raggiungerei se non fosse per la piccola, noi non rubiamo, non diamo fastidio, non sporchiamo, anzi sono la prima che si arrabbia e pulisce quando altri zingari arrivano e se ne vanno lasciando un casino”. La famiglia vive in tre roulotte: ci sono Hilda Maria, la piccola di 12 anni, un’altra figlia maggiorenne e un figlio di 31 anni, Geiare, nato in Italia e con cittadinanza italiana. In un altro mezzo vivono due sorelle della donna, un fratello e il padre di 83 anni, arrivato recentemente dalla Francia.
E’ un melting pot di culture: cittadinanza spagnola, residenza a Civitanova, ma nata in Francia da madre napoletana, la Gonzales è ora preoccupata anzitutto per la figlia: “faremo appello alla sentenza del giudice – continua – siamo incensurati, non rubiamo, non diamo fastidio, non sono mai andata a bussare nelle case, gli amici di scuola di mia figlia ci conoscono, nessuno ha paura di noi, vedo altri zingari che picchiano sulle auto in sosta per l’elemosina, che sono sporchi, noi non siamo così”.
Lo spostamento in via Pirelli in attesa di capire se tutto il nucleo familiare o solo la madre e la figlia potranno rimanere a Civitanova
In mattinata, dopo un colloquio con i consiglieri comunali Iezzi e Colucci, alla famiglia nomade era stata prospettata come soluzione quella di spostarsi temporaneamente in un’area dello Stadio, ma l’ipotesi non è piaciuta al nucleo familiare, anche perché la sosta sarebbe consentita alla sola roulotte della donna con la minore: “tu lasceresti tua madre in una roulotte allo Stadio di notte? – chiede Geiare – è pieno di gentaccia che frequenta la pista ciclabile, drogati e malviventi, come si può pensare che una donna stia lì da sola di notte? Non siamo animali, la gente pensa che siamo tutti uguali, ma non è così. Se non fosse per la bambina ce ne saremmo andati da un pezzo, qui non c’è lavoro, il marito di mia madre manda dei soldi tutte le settimane per posta, io so fare tutto, ma quando vado a fare i colloqui i pregiudizi vengono prima. In passato ho avuto anche l’occasione di fare il modello per un importante brand di moda, ma poi ho dovuto rifiutare perché la mia famiglia aveva bisogno di me”.
Dopo alcune trattative nel pomeriggio sono stati trasferiti in via Pirelli, nella zona industriale, in attesa di capire se solo la roulotte della Gonzales potrà rimanere lì o se sarà possibile non separare il nucleo familiare in toto. “Questa soluzione non va bene – conclude la Gonzales- come ce la porto la bambina a scuola? Ci hanno gettato in una discarica”.
Commenti disabilitati per questo articolo