di Gianluca Ginella
Sospeso fino al 25 gennaio del prossimo anno il processo Banca Marche. La decisione è stata presa dal presidente del tribunale di Ancona, Francesca Grassi, per contrastare il rischio di contagio per il Covid. Il provvedimento è destinato a quelle udienze che potrebbero comportare assembramenti nelle aule. «Ritenuto che le udienze del cosiddetto processo “Banca Marche” – scrive il giudice – rientrino senz’altro in tale ultima categoria non ricorrendo specifiche ragioni di urgenza della trattazione del processo e comportando mediamente un afflusso in aula di parti – con esclusione, quindi, del pubblico – in numero non inferiore a 40 con permanenza media di circa sei ore in locale che, pur ampio, non si giova di areazione esterna diretta sì da imporsi la necessità di un rinvio».
Ad assistere due degli imputati, tra cui Lauro Costa, ex presidente dell’istituto, è l’avvocato Giancarlo Nascimbeni che spiega: «apprezziamo molto il provvedimento preso dal presidente. Anche noi difensori avevamo rappresentato questa opportunità, e ha deciso di sospendere il processo che riprenderà il 25 gennaio 2021. Parliamo di un processo che non è a rischio di prescrizione perché i termini scadono nel 2028».
A che punto è il processo?
«Dopo oltre 25 udienze dibattimentali è stato completato l’esame di tutti i 26 testimoni indicati dalla procura e nelle ultime due udienze è iniziato l’esame dei testi delle parti civili, che si protrarrà ancora per alcune udienze, dopodiché sarà il turno dell’esame dei 13 imputati e dei tanti testi indicati dalle difese. Verosimilmente il dibattimento ci impegnerà per tutto il 2021 tenuto conto anche della sospensione adottata oggi, opportunamente, dal tribunale di Ancona» spiega Nascimbeni.
Finora quali sono le sue impressioni su come sta andando?
«Il processo presenta particolari difficoltà riguardo alle contestazioni mosse agli imputati ma vanno affrontate delle problematiche di non semplice soluzione non solo per le difese ma anche per l’accusa e conseguentemente per lo stesso Tribunale che dovrà decidere. Posso dire, per la mia ormai lunga esperienza in dibattimenti in processi similari, che non ho avuto l’impressione che dai testi escussi fino ad ora siano emerse probanti conferme dell’impianto accusatorio. Debbo però dare atto che pur nelle inevitabili contrapposizioni il processo si è svolto nel massimo reciproco rispetto fra tutte le parti e con assoluta chiarezza perché è interesse comune che proprio in una così particolare e difficile peculiarità il tribunale sia in grado di decidere con assoluta serenità per una fattispecie di reati per i quali sono previste pene severe, con inevitabili riflessi nell’ambito personale e professionale degli imputati».
In seguito al default di Banca Marche, istituto dichiarato fallito nel 2016, sono 13 le persone imputate, tra ex vertici dei Bm e della controllata Medioleasing.
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