Quattro anni dopo il sisma
Il silenzio di Camerino rotto dai lavori:
«Pochi mesi e riduciamo la zona rossa»

DIETRO LE TRANSENNE qualcosa si muove. Il sindaco Sandro Sborgia fa il punto: «Abbiamo trovato la città completamente ferma, iniziamo a restituirla alla vita. Siamo al 90 per cento di messe in sicurezza». L'ex primo cittadino Gianluca Pasqui, ora vice presidente del Consiglio regionale, si mette a disposizione per «risolvere insieme le tante problematiche che ancora affliggono il territorio»

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Operai al lavoro nel centro storico di Camerino questa mattina

 

di Monia Orazi

Camerino quattro anni dopo la scossa più devastante è ancora ingabbiata nel vuoto della zona rossa, che però non è più silenziosa: poco dopo il palazzo comunale, in via Lili e non lontano da via Varino Favorino fervono i lavori di messa in sicurezza. In attività il cantiere di riparazione della casa dello studente, di proprietà della diocesi di Camerino, in via Favorino. Una manciata di settimane e si potrà ridurre di molto la zona rossa. La percentuale di edifici pericolanti messi in sicurezza al 31 maggio 2019 era del 36,5 per cento, ad oggi si è raggiunto circa il 90 per cento. Erano stati programmati 133 interventi, per un importo di poco inferiore ai 7 milioni di euro. «Per Natale vorrei avere le luci in corso Vittorio Emanuele, per riaprire ai cittadini il transito lungo il corso – spiega il sindaco Sandro Sborgia – per farli ricominciare ad entrare dentro la città, camminarci dentro, dare la minima prospettiva di un ritorno, non poteva rimanere chiusa, immobile e vuota».

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Il sindaco Sandro Sborgia davanti al Comune

Man mano che ci si addentra nel cuore della zona rossa, si sentono i rumori di martelli pneumatici, di mezzi sollevatori, transitano camion e ruspe. Entro fine novembre dovrebbe terminare la messa in sicurezza di via Lili, piazza Garibaldi è quasi tutta occupata da un cantiere. Quando le messe in sicurezza saranno terminate, salvo imprevisti ci vorranno almeno due mesi di lavoro, bisognerà attendere lo smontaggio controllato di circa 14 abitazioni storicamente vincolate, che non si possono abbattere e saranno smontate pezzo per pezzo, le loro parti catalogate e rimesse esattamente al loro posto, una volta che riprenderanno i lavori di ricostruzione. Solo allora si potrà togliere la zona rossa ed i cittadini avranno libero accesso a tutta Camerino.

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Lavori di messa in sicurezza

«Questo è stato un lavoro di tipo amministrativo da un lato ed operativo dall’altro. E’ più amministrativo perché l’individuazione degli aggregati è stata fatta attraverso una collaborazione ed un confronto costante con tecnici e proprietari, operativo attraverso l’avvio delle procedure per i lavori di messa in sicurezza del centro storico. E’ stato un lavoro impegnativo e complesso ma oggi possiamo vedere come la città sta riprendendo forma. E’ ancora una città ingabbiata, ma è l’inizio di una ripresa, il principio di un ritorno alla vita. Sembra quasi una contraddizione in termini, il principio di un ritorno. Queste che sembrano attività invisibili, sembrano silenziose perché non si vedono e lasciano incertezza, oggi le possiamo vedere e toccare con mano, ci consentiranno in termini brevissimi di rientrare in questa città, di ridurre drasticamente la zona rossa e di poter far si che proprietari, imprese, progettisti e tecnici, rientrino nella città e inizino i lavori di ristrutturazione delle proprie abitazione», racconta il sindaco. Conclude Sborgia: «Abbiamo trovato Camerino completamente ferma, iniziamo a restituire alla vita questa città. Siamo al 90 per cento di messe in sicurezza, ma entro pochi mesi contiamo di togliere la zona rossa. Occorrerà fare alcuni smontaggi controllati di abitazioni vincolate, le operazioni più difficili e complicate, i progetti sono già in corso, se si portano a termine entro breve tempo tutta la città sarà liberata. Entrando nel cuore della città salta agli occhi i lavori di messa in sicurezza, ma la cosa più significativa si sentono i rumori dei lavori che operano e quindi si sente la vita che riprende. A questo dobbiamo tendere, questa città deve tornare a vivere».

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A Camerino quattro anni dopo la devastazione, sono 118 le case tornate agibili, pari al 6 percento di quelle danneggiate, mentre i progetti totali presentati sono 361, pari al 20 percento circa degli edifici danneggiati. Sono stati individuati tutti gli aggregati in centro storico. Si sta predisponendo il programma straordinario di ricostruzione, che indicherà gli edifici pubblici prioritari e l’ordine di partenza dei cantieri privati.

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Gianluca Pasqui

A quattro anni dal terremoto, interviene anche il consigliere regionale Gianluca Pasqui, ex sindaco di Camerino ora vicepresidente dell’assemblea legislativa regionale: «Quattro anni. Quattro anni da quando la vita di una comunità, di una città e di un intero territorio è cambiata per sempre. Il ricordo di quel 30 ottobre è indelebile in ognuno di noi. Già profondamente provati dalle scosse del mercoledì precedente, quella domenica mattina siamo ripiombati nell’incubo. In questi 4 anni sono tante le ferite ancora aperte: non si è riusciti a dare certezze a una popolazione martoriata e la situazione è stata aggravata da continue polemiche, rimpalli di responsabilità e inefficienze. Ognuno di noi deve assumersi le proprie responsabilità e io per primo, quando ero sindaco di Camerino, me ne sono fatto carico. Di certo, possono essere stati commessi degli errori: il dono dell’infallibilità non è di questo mondo. Ma bisogna sempre fare attenzione quando si cerca di sfruttare una particolare situazione di difficoltà generale per farne un cavallo di battaglia per proprio tornaconto politico».

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Una scritta nel centro storico di Camerino

Pasqui ritorna sul problema dei furti nelle abitazioni inagibili in zona rossa: «Ricordo come un cittadino che oggi siede fra i banchi della maggioranza consiliare, attaccò duramente l’amministrazione e il sindaco Pasqui per lo stesso identico motivo, girando anche un video che fece il giro dei social network. Oggi, prendiamo amaramente atto del fatto che la situazione non solo non è cambiata ma è addirittura peggiorata, segno che le colpe non erano da addossare al sindaco Pasqui e alla sua amministrazione. Il sindaco Sborgia chiede un rafforzamento della presenza dell’esercito per arginare la recrudescenza dei fenomeni predatori: dopo un anno e mezzo di amministrazione, mi sembra il minimo e mi auguro che non si tratti soltanto di proclami tesi a tranquillizzare la popolazione». Sull’ospedale l’ex sindaco denuncia una situazione critica: «Quando ero sindaco, ero cosciente del fatto che ci fossero delle grosse problematiche ma anche del fatto che la struttura fosse ancora operativa e “viva”. Mi sono invece reso conto che oggi l’ospedale di Camerino è una struttura devastata, dove mancano medici e infermieri, dove la professionalità di chi lì opera non viene adeguatamente valorizzata. Sarebbe facile oggi sparare a zero sull’attuale amministrazione e chiedere cosa è stato fatto in un anno e mezzo per tutelare l’ospedale e chi ci lavora. Nello spirito costruttivo che ha da sempre caratterizzato il mio modo di essere e la mia visione della politica, mi metto ancora una volta a disposizione dei cittadini e offro la mia più piena collaborazione al sindaco e all’amministrazione comunale di Camerino per cercare di risolvere insieme le tante problematiche che ancora affliggono la città e il territorio e non far perdere la speranza di un futuro migliore alle nuove generazioni dell’entroterra».

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Cantiere della casa dello Studente via Favorino

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Il panorama dall’ex caserma dei carabinieri

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Uno scorcio del corso

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Dettaglio dell’ex circolo cittadino

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Da via XX Settembre

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ex circolo cittadino

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Piazza Garibaldi

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piazza Garibaldi è un cantiere

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palazzo Macchiati ed ex casa del balilla

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operai al lavoro lungo corso Vittorio Emanuele

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chiesa di San Filippo

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Santa Maria in via, il moncone del campanile

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piazza Cavour

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ex collegio Granelli

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