«Un progetto sbagliato, un luogo sbagliato, un momento sbagliato». Il maceratese Luigi Ricci, esperto della figura di Padre Matteo Ricci, boccia la Specola e ne spiega i motivi in tre “capitoli”.
Sul progetto sbagliato: «Dopo le celebrazioni di Padre Matteo Ricci del 2010 i maceratesi hanno atteso con pazienza che fosse realizzato un museo dedicato al famoso concittadino.
L’ allestimento di quegli anni nei locali delle “ex Terme” (Biblioteca Comunale), poi smantellato, era un primo passo e dava un’idea di un percorso storico-emozionale per consentire a tutti una discreta comprensione dei concetti e dei fatti.
Durante le ultime due legislature amministrative si è polemizzato anche dove e quando fare un monumento a Padre Matteo Ricci, nulla è stato realizzato che ne avesse l’importanza simbolica riconosciuta a livello internazionale.
Oltre all’orgoglio municipale di avere un così importante concittadino occorre conoscere il suo operato nel nome del quale si alimenta una politica di amicizia e collaborazione nei confronti della Cina.
Qualche centinaio di mq di “dotti testi” riprodotti in gigantografie intercalate da immagini non restituiscono le emozioni e le meraviglie dei “missionari” di ieri e non coinvolgono gli attenti visitatori di oggi. Questa quantità di scritti era sufficiente per una densa monografia da leggere a casa ma non in piedi in un angusto spazio.
Se confronto questo allestimento con la mostra nella chiesa di San Paolo del 2003, del Braccio di Carlo Magno del Vaticano del 2009 o del “Museo Matteo Ricci” di Zhaoqing nel Guandong e del Museo “Xu Guagqi – Matteo Ricci” di Shanghai, cresce il senso di sconforto.
Gli altri “Orientalisti” presentati nella Specola sono così distanti sia nei “mondi d’Oriente” che nelle epoche dove hanno vissuto da rendere difficile la loro collocazione storica e l’importanza del loro operato».
Riguardo il luogo «Specola: luogo attrezzato per l’osservazione del cielo. L’architetto Mario Crucianelli, dopo aver studiato a fondo l’edificio che ospitava la Compagnia di Gesù, oggi Biblioteca Comunale, progettò la restituzione di uno spazio utilizzato come Specola e diede vita ad una compartecipazione alle spese per la realizzazione. «Mi sono mosso con lo spirito che animò i Cento consorti per la costruzione dello Sferisterio, un’epoca quella in cui pur esistendo tra essi filosofie di vita diverse e ideologie contrapposte, concordemente realizzarono l’opera». L’attuale “Società Civile dello Sferisterio – Eredi dei Cento Consorti” nel 1995 partecipò generosamente al progetto.
Questo spazio conclude in maniera esemplare la verticalità dell’edificio, offre dalla lunga teoria di vetrate una visione incomparabile della città e dello Skyline a 180° del territorio maceratese.
Ora sono stati installati pannelli per le stampe digitali, questi oscurano una buona parte delle finestre e creano un’angusto corridoio e snaturano la funzione originale. Nella parte centrale della Specola Crucianelli aveva realizzato due “pozzi di luce” per aumentare la luminosità del piano inferiore scarso di finestre. Ora i progettisti li hanno chiusi con dei display (che figata: avranno pensato) dove di sbieco si può vedere e sentire una dotta conferenza del professor Mignini.
Invece in merito al momento. «Le stesse cose esposte nella Specola (scritte digitali e video) oggi ognuno le potrebbe vedere a casa sua tramite Internet, sopratutto causa la distanza dettata dal Covid. Diranno: ma avevamo i finanziamenti. Rispondo: si spendono per un appuntamento elettorale o per una duratura sistemazione e funzione? Direi per un vasto pubblico: scolaresche, gruppi di studiosi, comitive turistiche. Oggi ho contato i gradini delle scale per arrivare alla Specola: 101! Diranno: c’è l’ascensore. Rispondo con una comitiva di più di 30 persone? Non è questo che la città di Macerata doveva riservare a Padre Matteo Ricci».
Inaugurato l’Itinerario ricciano (Foto) «Macerata s’immerge nella sua storia»
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In questo articolo si percepisce nettamente la differenza abissale che esiste tra i gli esperti di varie discipline e gli uomini politici, i primi amanti del bello e della cultura, i secondi amanti dello scranno e delle relative prebende. Mecenati i primi, mercenari i secondi.
Incompetenti
Ho visitato la Specola con l’allestimento fatto e condivido il giudizio dato da Luigi Ricci. Non serve né culturalmente e né turisticamente, lo ritengo solo uno spreco di denaro. Secondo la Monteverde questo percorso permanente è la risposta adeguata per celebrare questi nostri illustri personaggi. Questo è ridicolo.
Concordo con tutti i commenti precedenti ma aggiungo che Mario Crucianelli aveva lo spirito di realizzare un’opera per i maceratesi perché potessero godere delle bellissime visuali sul territorio. Hanno violentato, con un atto di arroganza, questo spirito ma alla luce di oggi, con un cambio dell’amministrazione, spero si provveda a sistemare il museo in un luogo più idoneo e che la specola venga restituita ai legittimi proprietari: i maceratesi.