Sui manifesti del Motor days
c’è il logo della Regione,
Micucci: «Mai data l’autorizzazione»

CIVITANOVA - Il capogruppo democrat in consiglio regionale, candidato con il Pd alle prossime elezioni, chiede spiegazioni: «E' gravissimo, l'ente non ha mai autorizzato il patrocinio alla manifestazione». I consiglieri di opposizione inviano un esposto alla Procura per le presunte minacce a Borroni da parte di Zampaloni

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Il pannello all’ingresso dello stadio col logo della regione

 

Ancora polemiche per il Motor days. Con il cantiere per la fiera show dei motori in allestimento a Civitanova è il consigliere regionale, candidato Pd alle prossime elezioni, Francesco Micucci ad aprire l’ennesimo fronte sul caso. E questa volta, dopo il balletto in Consiglio comunale per l’erogazione del contributo complessivo di 135mila euro alla manifestazione, a sollevare l’invettiva del capogruppo dei democrat è l’utilizzo non autorizzato del logo della Regione Marche. Il Motor days, infatti, ha il patrocinio del Comune che figura anche come coorganizzatore, ma «gli uffici dell’ente – spiega Micucci – non hanno mai ricevuto né tanto meno autorizzato il patrocinio alla manifestazione». Il logo della Regione compare però sul materiale promozionale dell’iniziativa diretta da Danilo Zampaloni: «E’ un fatto gravissimo – continua – non è mai stata fatta formale richiesta per il suo uso. Allo stesso modo non c’è stato il permesso all’utilizzo del logo. Mi sembra una modalità a dir poco impropria, se non del tutto scorretta, di coinvolgere l’Amministrazione regionale e vorrei avere chiarimenti al riguardo». A conferma dell’estraneità della Regione all’organizzazione del “Motor Days” di Civitanova, che si terrà nei prossimi giorni, anche la mancanza di compartecipazione economica di Palazzo Raffaello. Precisa Micucci: «Tra le misure di sostegno post Covid la Regione ha messo a disposizione del Comune di Civitanova 100mila euro per la realizzazione di manifestazioni a valore turistico. Il Comune di Civitanova ha deciso però di destinare ad altro quei contributi, disponendo risorse proprie all’organizzazione ed alla promozione del “Motor Days”. Non capisco, dunque, perché compaia il logo con il picchio sui materiali relativi all’evento e vorrei avere spiegazioni in merito».

E a rincarare la dose anche i consiglieri comunali Giulio Silenzi, Stefano Mei e Pier Paolo Rossi che chiedono con un esposto alla Procura di far luce sulle presunte minacce all’assessore Pierpaolo Borroni da parte di Danilo Zampaloni. La vicenda è quella raccontata dallo stesso Borroni, ma non sfociata poi in una denuncia formale secondo la quale l’organizzatore del Motor Days avrebbe avvicinato l’assessore minacciando di “spaccargli la faccia”. Accuse respinte da Zampaloni. Ma è proprio su quello scambio di battute che i consiglieri di opposizione chiedono alla magistratura di fare chiarezza. «L’organizzatore della manifestazione – dichiarano i consiglieri – ha replicato “se proprio dovevo minacciarlo lo avrei fatto prima,  non dopo aver ottenuto il finanziamento e con gli atti deliberati. Questo è buttare fango. Non ho minacciato mai né schiaffeggiato nessuno”.
Parole che palesano la sottintesa convinzione che non fosse sbagliata e inaccettabile l’aggressione denunciata da Borroni, semmai la tempistica. Zampaloni ha poi detto ancora “a suo tempo avevo procurato io a Ciarapica il contatto con Salvini e l’incontro a Roma. E questa è stata la causa del ritardo della scelta di Acquaroli come candidato presidente. So per certo che questo ha disturbato Fratelli d’Italia e da qui la loro decisione di opporsi al progetto dell’International Motor Days”. Davanti a questo inquietante scenario Ciarapica non ha voluto percepire, la gravità di quanto è accaduto, tantomeno il fatto che non si trattasse di una questione privata da risolvere nel chiuso delle sue stanze, bensì pubblica. Se un  assessore viene minacciato e intimidito è in discussione la libertà di chi esercita l’attività politico-amministrativa in questa città e non reagire con fermezza, o restare in silenzio, significherebbe accettare il rischio di sdoganare certi comportamenti. Per questi motivi, in qualità di consiglieri comunali, abbiamo inoltrato una segnalazione alla Procura della Repubblica di Macerata, con allegati atti e dichiarazioni dei protagonisti di questa vicenda, per chiedere che venga fatta chiarezza e vengano valutati eventuali profili di reato».

 

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