di Alessandra Pierini (foto di Fabio Falcioni)
Si sono accese a ritmo di musica le “Luci di Piazza” a Macerata. Palazzo comunale, loggia dei Mercanti, San Paolo, teatro Lauro Rossi, torre civica e palazzo Rotale si sono illuminati pezzo pezzo, come in un puzzle, seguendo le note, neanche a dirlo, delle arie più famose del Don Giovanni di Mozart, in programma il 17 luglio allo Sferisterio.
Piazza della Libertà buia e popolata di maceratesi in mascherina (non tantissimi, gli ingressi erano contingentati) e seduti a rigorosa distanza, si è così riscoperta nella sua nuova veste. Dalla balconata del Palazzo comunale il tenore Giacomo Medici ha intonato la sua serenata lirica alla soprano Fiammetta Tofoni che intanto stendeva veli bianchi dall’alto della torre. Un sentimentale scambio proseguito a intramezzare gli interventi fino all’incontro finale dei due per la sigla di chiusura della serata.
L’aria che si respira non è quella di una semplice inaugurazione ma quella dei saluti in pompa magna, della fine di un percorso con gli assessori e molti dei consiglieri della Giunta Carancini schierati subito dietro le autorità, nell’assenza corale del centrodestra e la sedia del presidente della Provincia Antonio Pettinari rimasta desolatamente vuota. A confermarlo l’intervento del sindaco Romano Carancini che, in una sorta di testamento da sindaco, ha ripercorso le tappe che, guidate da una light strategy, hanno portato all’illuminazione dei principali monumenti cittadini (l’estate scorsa lo Sferisterio) per poi chiosare: «Mi hanno chiesto di fare un discorso istituzionale ma io voglio essere me stesso.
Ci hanno fatto accuse, offese usate come clava alle persone per questo progetto, stasera smentiamo con i fatti idee che ben individuati soggetti hanno tentato di far passare ad arte. E’ stata un’avventura entusiasmante e speriamo che chi verrà dopo di noi continuerà la nostra opera illuminando vicolo Consalvi e le mura ad esempio». Poi le rivendicazioni: «Niente è più come prima, la nostra scelta è stata andare oltre le facili abitudini per battere nuove strade». Per finire con l’abbraccio ai suoi assessori «con cui abbiamo lavorato coralmente» e con l’immancabile citazione di Giorgio La Pira “Una città non può essere amministrata e basta. Non è niente amministrare una città, bisogna darle un compito altrimenti muore”.
La serata è stata aperta dall’applauso per il prefetto Iolanda Rolli che lascerà Macerata alla volta di Reggio Emilia, poi il saluto a Davide Livermore (regista del Don Giovanni, appena arrivato in città), quindi l’accensione delle luci e il lungo discorso di Carancini. Poi, introdotto da Claudio Ricci che ha condotto la serata, Vando Scheggia, presidente dell’Accademia di Belle Arti, partner nella realizzazione del progetto che, rivolto verso corso della Repubblica ha richiamato l’attenzione della Provincia: «Le luci mostrano il bello ma anche il brutto della città, ad esempio le serrandine del palazzo del governo vanno sostituite o rimosse» ha detto, strappando l’ applauso del pubblico. E’ salito poi sul palco l’assessore e candidato sindaco del centrosinistra Narciso Ricotta che ha passato in rassegna gli aspetti pratici: «Abbiamo installato 222 corpi illuminanti – ha detto – sostituendo i 35 che c’erano prima. Questo grazie alle moderne tecnologie consentirà di ridurre il consumo annuo da 44mila a 21 mila kilowatt».
E’ stata poi la volta di Rossella Ghezzi, direttrice dell’Accademia di Belle Arti e di Francesca Cecarini, responsabile del progetto che, a dimostrazione del grande lavoro di squadra fatto ha invitato sul palco i colleghi Mascia Ignazi e Rossano Girotti e gli studenti Sara Cerquetti e Antonio Leli e ha citato tutte le aziende (tra cui Atlantico spa, Mariani, Eredi Paci, Guzzini Illuminazioni, Paolo Tasso ed Edilizia Acrobatica) e persino i nomi dei tecnici impegnati.
Hanno chiuso il cerchio Luciano Messi, sovrintendente del Macerata Opera Festival e Barbara Minghetti, direttrice artistica: «La prima volta che sono salita da piaggia della Torre – ha ricordato – ho trovato in questa piazza un parcheggio, ora è molto più bella ed è bianca come il bianco coraggio tema della stagione che sta per iniziare».
Romano Carancini con l’imprenditore Adolfo Guzzini: la sua azienda ha prodotto gli apparecchi illuminanti
Barbara Minghetti e Luciano Messi, direttrice artistica e soprintendente del Macerata Opera Festival
Narciso Ricotta, Adolfo Guzzini e l’avvocato Vando Scheggia, presidente dell’Accademia di Belle Arti
Il sindaco Carancini con la presidente della Fondazione Carima Rosaria Del Balzo e l’assessore Canesin
Tutto molto belllo
Tipica campagna elettorale da DC
Alessia Rossini proprio na PACCHIANTA prima delle votazioni poi per dimostrare cosa???... NON SERVE IL CAMBIO DI LUCI ...SERVE IL CAMBIO DI GOVERNACE POLITICA DELLA CITTÀ !!!
Alessia Rossini tipico commento idiota. Ad ognuno il suo
Giuseppe Silvestrini tipico commento pd-diota vorrà dire.
Macerata, qualche cosa si muove. Complimenti
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A me la luce piace. E’ vita. E’ un venire alla luce. Non facendo parte di alcun comitato “tecnico” in grado di giudicare, rammento solo che in una versione della Genesi, vi è un testo che dice, oltre alla traslazione notissima “all’inizio era il verbo” ed altre “era il logos”, che vi è un ulteriore fonte che riporta quanto segue: ” all’inizio era la luce” ( scrivo male in greco che ben conosco ma transillero ” en arhè en o fos”.
p.s transillero, sta per “translittero”
Dalla foto la piazza appare proprio bella!
Così come è bellissimo lo Sferisterio illuminato (in qualsiasi colore).
Complimenti al team dell’Accademia che che ha realizzato il progetto.
Lo Sferisterio in qualsiasi colore proprio no. Con il gioco di luci bianche e i chiaroscuri sì. La piazza Libertà è appena sottolineata, da queste luci che ne esaltano le linee e la spazialità aperta. Notevole la resa della balaustra del Municipio. Molto meno – ahimè – i colori che cambiano all’interno della cupola della torre. Si fa fatica a credere che sia una soluzione dell’Accademia, considerata l’eleganza di tutto il resto.
Non salta il magneto-termico del contatore del Comune, con tutto quell’assorbimento di potenza?
Io mi domando se i politici attualmente che governano la città di Macerata ed anche i rappresentanti in Regione, abbiano a cuore solo il centro storico e non tutto il resto della cità. Macerata non è solo lo Sferisterio, la piazza illuminata e le vie asfaltate a nuovo del centro, la città è tutta e perchè non vengono effettuate opere tipo asfantatura a Piediripa, Sforzacosta e Villapotenza e la potatura dell’erba sempre e solo per la strada che porta alla Sferisterio e non nelle periferie?
E luce fu, e illuminò non solamente la piazza della Libertà ma anche lo scontro, duro e pesante, in atto tra Carancini e Ricotta.
Un Carancini strabordante e del tutto autoreferenziale, che ha parlato a lungo, troppo a lungo secondo quasi tutti i presenti, dei suoi mitici successi in questi 10 anni di (mal)governo cittadino – successi che ha visto solo lui e qualcuno dei suoi più intimi collaboratori – e che ha lasciato a Ricotta solo qualche minuto per descrivere velocemente le caratteristiche tecniche del nuovo impianto di illuminazione, manco fosse il ragazzo di bottega.
Uno scontro che di certo scaturisce dalle indicazioni del circolo PD di Macerata, che, anzichè al mago Roman (fortemente indispettito per un siffatto affronto), ha dato di gran lunga le sue preferenze a Stefano Di Pietro quale candidato alle prossime elezioni regionali. E Carancini – in attesa che la segreteria provinciale e quella regionale del PD decidano la questione in via definitiva – di ciò incolpa Ricotta e ovviamente Sciapichetti, e con la sceneggiata di ieri sera ha fatto capire che, per reazione, è pronto a mettersi di traverso rispetto alla campagna elettorale del buon Narciso.
Per quest’ultimo, con Romano Carancini che gli rema contro e dopo la discesa in campo di un formidabile “competitor” quale Sandro Parcaroli, persona stimata che ha già fatto un primo miracolo (riunificare il centro destra), la strada verso il successo finale, che prima sembrava in discesa, comincia a diventare una salita piuttosto ardua.
A me pare che Narciso stia prendendo consapevolezza di ciò, e stia iniziando fortemente ed innervosirsi, al punto che nei giorni scorsi si è lasciato andare ad un pesante insulto – che non è affatto da lui – contro i suoi avversari politici, definiti con grande maleducazione come “nani” politici.
Il consumo – annuo, mensile, giornaliero – di elettricità si misura in chilowattore, non in chilowatt. Il chilowatt è unità di misura della potenza. Questo non vale solo per gli elettricisti, vale per tutti.
Se Parigi avesse lo Sferisterio, sarebbe una piccola Macerata…
Ho già espresso in altra occasione le mie critiche alla insufficiente metodologia progettuale con cui la “Light design Strategy” è stata applicata ad alcuni monumenti architettonici della nostra città. Non ho ancora visto dal vivo l’intervento completo sulla Piazza Centrale ma mi ero già fatto un’idea attraverso la visione di un “rendering” e di alcune prove tecniche effettuate nei giorni scorsi. L’impressione è la conferma di una insufficiente adeguatezza culturale di questo progetto, evidentemente sacrificata a vantaggio della componente tecnologico-commerciale. Certamente si accende la luce -abbagliante- la dove c’era ombra, ma si tratta di una luce che in realtà non “illumina”, nel senso di comprendere, narrare e descrivere uno spazio o un monumento storico-artistico. Non ha caso non si leggono, ad es., gli innumerevoli cartigli (alcuni incastonati nell’ex Palazzo Legatizio dal 1278). Tuttavia, mentre su questo si potrà ritornare tranquillamente a ragionare, quello che per ora merita di essere sottolineato è l’affermazione dello stesso Presidente dell’Accademia di Belle Arti avv. Scheggia: “… le serrandine del Palazzo del Governo vanno sostituite o rimosse…, affermazione largamente applaudita dai presenti”. La cosa mi fa particolarmente piacere perché riconosce un piccolo ma significativo aspetto del ben più ampio problema del “decoro pubblico”, un particolare che proprio il Centro-Destra ha sempre messo al centro del proprio programma elettorale sin dalla candidatura dell’avv. Pistrelli nel 2010. Ma allora il Centro sinistra derise rumorosamente la questione delle serrandine e del decoro urbano, derubricandole come sciocchezze tanto da lasciarne la libera gestione ai graffittari che di notte a branchi imbrattano la città.
240.000 euro di finanziamenti europei per cambiare le lampadine alla piazza di Macerata……..non ho parole ancora per commentare….speriamo nelle nuove elezioni!
insufficiente adeguatezza culturale e poi “Non ha caso…”. Magari ogni tanto un ripassino generale tra un commento e l’altro!
Bei tempi quando c’era Carancini,allora sì che si poteva sparlare di tutto!Sai che noia quando tutto filerà liscio e non si avrà nessuno da attaccare!Leoni da tastiera state sereni!
Alberto Poloni, io di tanto in tanto lavoro e non ho tempo di fare il “ripassino” su cronache maceratsi….piuttosto a riguardo dei soldi spesi (240.000)
di fondi europei per cambiare le lampadine (guzzini) in piazza, che dice signor Poloni?
Ben spesi!ma ci conosciamo?
Hanno illuminato un albero di natale ormai secco non so’ sia vero, ma 240000€ di lampade abbaglianti per nascondere l’usura del tempo ,forse potevano essere utilizzati per aiutare cittadini in difficolta’, la storia si ripete ,come quando i partigiani buttarono vagoni di latte destinati ai bambini istriani sui binari.
E’ bello sapere che anche da remoto si possano rilasciare dichiarazioni e commenti sul sentito dire o su impressioni riportate da chissà chi.Al di là delle solite congetture sulla situazione interna al Pd che non appassionano ma che evidentemente qualcuno pensa possano portare danno al candidato Sindaco Ricotta mi spiace che un moderato venga fatto passare per chissà quale buzzurro da bar.Di certo Ricotta può da avvocato difendersi benissimo da solo,spiace che un collega che sa di politica e dialogo voglia far diventare il termine”nano” come un’offesa.Già la terminologia della parola determinando una condizione non può essere considerata offesa altrimenti lo sarebbe gigante o medio.Leggendo tutta l’intervista di Ricotta si notano riflessioni serene e che inquadrano una situazione condivisibile o meno.In effetti la candidatura di Parcaroli nasconde le diatribe interne al CDX e il poco spessore(vedi nani)politico e programmatico di chi ha diretto quei partiti in questi ultimi anni.Non vorrei per contrappasso visti gli attacchi che ci sia la paura di non riuscire a sconfiggere il CSX.
Secondo me e’ una propaganda elettorale x far vincere Ricotta ma non ci riusciranno mai.