L’ultima edizione di Popsophia a Civitanova. Al centro il sindaco Fabrizio Ciarapica, a sinistra la direttrice artistica, Lucrezia Ercoli
di Laura Boccanera
Popsophia abbandona Civitanova per la seconda volta. Addio al festival che sbarca a Pesaro come evento in esclusiva regionale e nazionale per la pop filosofia. Niente “stessa spiaggia stesso mare” per la kermesse culturale. Il nuovo leitmotiv della stagione estiva 2020 viene canticchiato solo nel nuovo spot firmato Doppieri da Sofia senza h e senza Pop (la Tornambeni vincitrice di X Factor).
Invece la Sophia con l’h s’allontana verso nuovi lidi. Quello di Civitanova è tornato ostile e Evio Hermas Ercoli, fiutato l’andazzo, ha preferito tagliare il cordone ombelicale che lega la manifestazione alla città. Una scelta dolorosa visto che proprio quest’anno si sarebbe festeggiato il decennale del festival iniziato nel luglio del 2011 dall’amministrazione Mobili. Oggi pomeriggio nel corso della conferenza stampa in Regione il presidente Ceriscioli ha annunciato il contributo di 100mila euro per il festival ed è stato specificato che non ci saranno altre date al di fuori di quella pesarese. Ma cosa è successo? Dall’estate scorsa, quando il festival annunciava di voler arrivare “Verso l’infinito e oltre”, a diventare siderale non è stato il contenuto filosofico, ma la distanza maturata fra gli organizzatori e l’assessore alla cultura Maika Gabellieri che pare non abbia gradito il nuovo format con i live show filosofici. Quando tutto è iniziato infatti nel 2011 il format già sperimentato per Tuttoingioco rappresentava una novità per la provincia di Macerata e il fascino di quell’esperienza venne travasato in Popsophia. Incontri con gli autori, temi di popfilosofia: una disciplina allora giovane e ancora inesplorata. Ma come tutti i giovani anche i format invecchiano e dopo la rottura con Civitanova maturata sotto la giunta Corvatta il festival è mutato, è cresciuto, ha contaminato il pensiero e la canzone popolare, ha unito musica e video diventando di fatto multimediale. Una narrazione che pare non sia piaciuta all’assessorato alla crescita culturale che quest’anno, complice anche l’incertezza Covid, ha tentennato, nicchiato, esitato fino a che gli Ercoli per la seconda volta hanno fatto le valigie sbattendo la porta. «Con Civitanova purtroppo non avremo più nulla a cui spartire – ha detto l’ideatore Evio Hermas Ercoli – Lo diciamo con molta amarezza perché qui abbiamo fatto cose importanti. Abbiamo avuto un pubblico meraviglioso e con le 12 giornate dello scorso anno Civitanova Alta è tornata alla grande nella ribalta nazionale. Tanto ci siamo trovati bene sul piano culturale, quanto ci siamo trovati male sul piano amministrativo. Programmazione zero. Saremmo stati costretti anche quest’anno a fare tutto all’ultimo minuto e ancora una volta da soli. Dopo tre anni di continui rinvii amministrativi, in una stagione così difficile e complicata, non potevamo esporre il nostro progetto all’improvvisazione. La cosa è particolarmente grave in questo momento, quando tutte le nostre città puntano sulla cultura per aiutare la ripartenza. Il fatto che Pesaro ci accolga in maniera entusiasta e che la Regione Marche sposi il festival proponendolo come unico festival a livello regionale di questa estate, si commenta da solo». Una vicenda che ha un suo Karma e che lascerà strascichi anche a livello politico dal momento che tutta la precedente campagna elettorale fu fatta dall’attuale sindaco Ciarapica e dai suoi candidati sul mantra: “Corvatta ci ha fatto perdere Popsophia” e, di contro, con il refrain: “riporteremo Popsophia a Civitanova alta”. Ma l’idillio, come gli amori estivi, è durato appena una stagione. Per dirla ancora in musica: “un’estate fa non c’eri che tu, ma l’estate somiglia a un gioco, è stupenda ma dura poco”.
Il “Realismo visionario” di Popsophia rilancia l’estate culturale delle Marche
Ma per questa amministrazione è più importante presenziare all'apertura di un locale notturno piuttosto che progettare un festival filosofico... in fondo la vita, e ancor più la politica, è tutta una questione di priorità!
Un vero peccato perdere l'ennesima occasione per far sembrare Civitanova una città che non è solo meta di shopping e movida e secce e calama', ma a quanto pare l'amministrazione è reazionaria anche da questo punto di vista. Alas, poor Cluana!
Se deve essere organizzata come lo scorso anno è meglio così...
La cultura non è il vostro forte,solo centri commerciali
Ci sarà magari lo zampino del ceriscioli?
Ma come noi sappiamo come fare ( i bastoni per sa gente su la testa )
Una grande opportunità persa per civitanova e la provincia di Macerata
"NON POLI METTE LA CRAVATTA A LO PORCO".....
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…be’, magari vorrà dire che i civitanovesi se ne faranno una pop ragione, cercheranno comunq tanto più che adesso al cinema, al teatro ed in altri eventi non si può più nemmeno mangiare il pop corn, eh!! gv “Poppare è un’arte,
da spettatore appassionato di questa bella kermesse speravo con tutto il cuore che rimanesse a Civitanova Marche, gli Ercoli hanno portato personaggi di fama internazionale sotto il cielo stellato Civitanovese fra tutti l’indimenticabile Margherita Hack, come dimenticare la sua voce e le tante che si sono succedute, lo scorso anno era chiaro che da parte della amministrazione non c’era più la volontà di proseguire vedi la piazza di cibi Alta al buio più volte e invasa dalle auto. Certi gioielli vanno tenuti molto stretti e vederli migrare fa’ molto male. Stavamo imparando qualcosa un po’ di più tutti quanti. Peccato.
Mi dispiace davvero…
In definitiva, grazie al Sindaco Ciarapica Civitanova si è giocata Popsophia, si è giocata il centro fiere, e si è beccata il lazzaretto dell’astronave. Un bilancio veramente eccezionale.
Ma culturalmente Civitanova è una città che guarda avanti. Questo è l’anno terzo dell’era Ciarapica e se si guarda indietro che cosa c’è di erudito da trasmettere ai posteri? Niente, nemmeno i carri carnevaleschi che non so se fanno cultura ma almeno un po’ di allegria l’avrebbero portata. E’ che a Civitanova cultura fa rima con verdura e chi è che, dovrebbe andare a raccoglierla, così magari si calma sul campo e con la schiena a pezzi se ne va a dormire presto la sera? E così facendo, evita di affaticare il cervello da inutili pensieri e ripensamenti di cui i frutti ( questa volta non quelli agresti ma quelli assolutamente privi di immaginazione, non gli turberebbero il meritato riposo) e smetterebbe di litigare con tutti quelli che la pensano diversamente o meglio che pensano in maniera propositiva e creativa e rimettiamoci anche il termine culturale. Chiusa questa parentesi, il sindaco è comunque sempre Ciarapica e se qualcosa va o non va , sempre lui ne dovrebbe rispondere. E forse il problema sta tutto qui, nelle risposte. Ce l’ha queste risposte? Senza portarla tanto alla lunga io penso proprio di no. Naturalmente quelle legate a cose più urbanistiche ce l’avrebbe pure se non fosse proprio la sua maggioranza in consiglio comunale a togliergli la maggior parte delle sue velleità. Quindi guardiamo pure avanti. E che cosa c’è? C’è il sogno di Ciarapica di diventare per motivi che vengono elencati… ma quale elenco , il massimo è quello che è uomo politico che riesce ad unire e questo lo vediamo come appena detto nella sua maggioranza. Punto, perché discorso che stanca sia alla lunga ma tanto tanto anche alla corta. Stiamo parlando di cultura e siccome a Civitanova, Ciarapica ne sembrerebbe allergico, sin da quando con mossa solitaria e repentina si sbarazzò di Villa Eugenia, all’estero, qualcuno non la pensa così. Infatti nella famosa ( si fa per dire) lettera aperta pubblicata sicuramente su CM, altrove non so, i tre sindaci che guidano in prima persona gli altri 37, dicono.. e ci si può tranquillamente credere.. ed insieme ad un nutrito ( nel senso di numeroso ) gruppo di imprenditori , scrivono nell’ aperta lettera, testualmente queste parole: . E in questi tre anni Ciarapica ha portato avanti egregiamente il suo programma … e al fiorire anche del settore culturale con iniziative di risonanza nazionale….Puntini e punto che c’è ben poco e da dire e da aggiungere. Buon fine settimana.
https://www.cronachemaceratesi.it/2020/06/10/movimento-dei-sindaci-per-ciarapica-ecco-perche-sarebbe-la-scelta-vincente/1413368/
una volta pensavo fosse il popolo a dire l’ultima parola, ma quale popolo alza più la voce, la speranza è l’ultima a morire, ma la vedo defunta come la cultura e la voce del popolo. tredici commenti che per non portar sfortuna faccio quattordici, un po’ pochini per fare smuovere le coscienze e ripensare agli errori fatti.
Forse i 100 mila euro che la regione ha elargito a Popsophia perchè ritornasse a Pesaro è il ringraziamento di Ceriscioli a Ciarapica per aver accettato di costruire il “lazzaretto Covd19” a Civitanova (attaccato al palazzetto dello sport Eurosuoleforum dove gioca la Lube campione di tutto)… o forse è il suo modo di incoraggiarlo a candidarsi da governatore alle prossime elezioni regionali.
PREMESSO CHE LA POLITICA DEI DUE FORNI NON SIA PROPRIO ORIGINALE L’OCCASIONE DI UN COMMENTO SUL NOSTRO SINDACO SAREBBE TROPPO GHIOTTA. CHI CI PERDE E’ LA CITTA’ E CHE PESARO ABBIA UN’ALTRA MARCIA LO DICONO I FATTI E PURE I 100K CHE SI PRENDE DAL SUO PRESIDENTE REGIONALE. ECCO A NOI RIMANE IL COVID E LE SAGRE. ANCHE CIVITANOVA HA UNO SPESSORE SOLO CHE I SUOI AMMINISTRATORI NON SONO ADEGUATI. MA QUALE REGINA DELL’ADRIATICO. LO SPORT, I LOCALI TOP E POCO ALTRO SONO APPANNAGGIO DI PRIVATI. L’ATTUALE DIRIGENZA BRILLA PER QUELLO CHE NON HA FATTO(PER FORNTUNA) E NON FA. FORSE TROPPO CONCENTRATO SU ANCONA..
Be’, vorrà dire che i civitanovesi se ne faranno una pop-ragione, cercheranno comunque di ri-pop-polare la città, tanto più che adesso al cinema, al teatro ed in altri eventi non si può più nemmeno mangiare il pop corn, eh!! Pop-pare è un’arte, ma non sempre riesce bene!! gv
Ma siamo sicuri che, al di là del nome pomposo (“filosofia del contemporaneo”, niente meno), questo “festival”, la cui direttrice artistica è la figlia del suo ideatore (alla faccia del nepotismo), che sembra spostarsi da una città all’altra in quella che sembra una specie di asta al chi offre di più, sia un evento culturalmente tanto importante?
Al di là di questo: un’amministrazione comunale, di destra o di sinistra, non sa far altro che appaltare a un privato, finendo per diventarne ostaggio, anche l’organizzazione di iniziative culturali qualificanti?