Spese facili in Regione,
condannati 4 ex consiglieri
Assolto Francesco Acquaroli

SENTENZA - Il gup del tribunale di Ancona ha deciso pene che vanno da uno a due anni per gli imputati che procedevano con il rito abbreviato: Benatti, Mollaroli, Rocchi e Zinni. I legali annunciano appello. Il parlamentare di Potenza Picena prosciolto con formula piena. Il dibattimento per gli altri 55 imputati si aprirà il 3 giugno

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Il tribunale di Ancona

 

di Federica Serfilippi

Spese facili in Consiglio regionale: quattro ex consiglieri condannati in abbreviato, assolto il parlamentare di Potenza Picena Francesco Acquaroli. In 55, delle legislature VIII e IX, andranno a dibattimento. Le sentenze sono state decise questa mattina dal gup del tribunale di Ancona, Francesca De Palma. Il giudice ha condannato, limitatamente ad alcuni capi di imputazione (e dunque ad alcune delle spese contestate), Stefania Benatti e Adriana Mollaroli (ex Margherita-Ulivo e poi Pd) a un anno di reclusione. Il doppio della pena, invece, per Lidio Rocchi (ex presidente Gruppo Misto). Un anno e otto mesi per Giovanni Zinni (ex Popolo delle Libertà). Per tutti c’è la sospensione condizionale della pena. Ai quattro sono cadute varie contestazioni, per cui il giudice ha decretato l’assoluzione «perché il fatto non sussiste». Sono stati anche decisi i valori delle confische, rapportati ai presunti profitti del reato di peculato contestato dalla procura. Di circa 2300 euro è la cifra che verrà confiscata alla Benatti; 9.110 quella legata a Zinni; 29.581 il valore della confisca in capo a Rocchi e 856 quello della Mollaroli. Acquaroli, per cui la procura aveva chiesto una condanna a due anni di reclusione, è stato assolto da ogni contestazione.

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Acquaroli

A vario titolo, il pm Ruggiero Dicuonzo, contestava il rimborso per spese non direttamente collegale all’attività istituzionale personale o del gruppo di riferimento: al vaglio della procura c’erano fatture di ristorazione, di pagamento di consulenti, spese telefoniche e di internet. Ora, la partita si sposterà a dibattimento. Sono 55 gli ex consiglieri che hanno scelto di procedere con il rito ordinario. Per loro, il processo si aprirà il 3 giugno 2020.

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L’avvocato Magistrelli

Le voci. Il commento di Giovanni Zinni, segretario regionale del Movimento Nazionale per la Sovranità, alla sentenza: «Sono esterrefatto da questa sentenza di condanna, perché continuo a ribadire che non ho fatto proprio alcun peculato. Mi riservo di commentare meglio il provvedimento quando avrò letto le motivazioni della sentenza. Ma una cosa la ribadisco subito e cioè che gli incarichi di collaborazione che riguardano i miei capi di imputazione erano sicuramente attinenti le attività consiliari tant’è che una di queste contribuì a farmi presentare un disegno di legge poi approvato. La legge regionale consentiva questi incarichi. Chi mi conosce sa che persona sono e finché avrò fiato in gola ribadirò la mia innocenza. Pertanto presenterò appello contro un provvedimento che cerca di infangare la mia onestà militanza politica». L’avvocato Marina Magistrelli, difensore di Mollaroli e Benatti: «Faremo appello. Ci sono degli errori evidenti: ad esempio, la consigliera Mollaroli era in Commissione ad Ancona e le è stata attribuita una spesa non sua a Roma. Abbiamo provato che era ad Ancona e non a Roma. Non è bastato, ne parleremo di nuovo in appello. Alla Benatti contestavano 192 euro per servizi telematici previsti da una legge regionale. Probabilmente il giudice li ha scambiati per sms telefonici ma non era così. Nel 2008 gli sms si facevano con il computer e non c’erano gli smartphone. L’importante che intanto sia stata assolta per 40 contestazioni su 50».

(servizio aggiornato alle 17,16)



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