«Viale senza pini, Giunta senza idee»
Iommi smonta il piano Carancini
«E’ semplice manutenzione ordinaria»

MACERATA - Il parere dell'architetto sul restyling in viale Martiri della Libertà presentato dal sindaco come straordinario progetto di rigenerazione urbana: «Troppi paroloni nascondono il vuoto progettuale, bastavano piccoli interventi quotidiani. I lavori andavano fatti perché gli alberi erano pericolanti dopo le opere di scavo per le fognature»

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I lavori in corso in Viale Martiri della Libertà a Macerata

 

di Giacomo Gardini

«Il termine più esatto per definire questi lavori è “manutenzione ordinaria”, di certo non “rigenerazione”». Tra i tantissimi commenti contrari al progetto Carancini-Ricotta, soprattutto per l’abbattimento dei pini lungo viale Martiri della Libertà, arriva ad arricchire il dibattito il punto tecnico dell’architetto Silvano Iommi che definisce «piena di parole a effetto ma povera di sostanza» la conferenza stampa con cui il sindaco e l’assessore hanno presentato il progetto di restyling. 

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L’architetto Silvano Iommi

Una nuova pavimentazione in travertino, destinata a piccole aree pedonali, la rimozione di pini, 30 posti auto in più e un Campo dei Pini che diventa centro di aggregazione e socialità: «termini pomposi, utili soltanto al vuoto progettuale che cercano di nascondere», dice l’architetto Iommi. «Viale Martiri della Libertà “porta urbana” di Macerata? Una sciocchezza. Non lo è almeno dai primi dell’800: questo onore spetta a via Roma da tempo ormai. In sostanza, il sindaco Carancini parla di tre progetti distinti. Il primo si limita a ordinari lavori di manutenzione della fognatura che sfila sotto al viale. Una rete fognaria che stranamente cammina lungo il marciapiede, e non in mezzo alla strada. 

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Un particolare dello scavo fognario lungo il marciapiede del Viale

In passato è già stato effettuato uno scavo di circa due metri, ora ne è stato fatto un altro che ha comportato il taglio delle radici dei pini, alberi che tendono a radicarsi in superficie. L’apparato radicale è stato già troncato, la demolizione è già avvenuta: quei pini sono pericolanti da tempo, inclinati verso la strada. Inoltre, l’utilizzo del travertino per la pavimentazione delle aree pedonali non credo sia corretto: è un materiale che tende a sbriciolarsi, non antiscivolo. Mi auguro ci ripensino».

Una scelta, tra l’altro, che sembrerebbe non piacere a molti stando ai commenti. E da un sondaggio proposto nel canale instagram di Cronache Maceratesi, risulta che il 57% dei votanti è contrario al progetto. Ma il taglio dei pini, sostiene l’amministrazione, rientra in un disegno di “unicum funzionale”: mantenere i tigli, per combattere il proliferare delle polveri sottili, e guadagnare parcheggi. «L’unico beneficiario però sembrerebbe l’Apm – commenta l’architetto Iommi -. Un’opera davvero funzionale alla rigenerazione dell’anima di Macerata sarebbe stata il restauro del monumento ai caduti, vero simbolo della nostra città, subito dopo lo Sferisterio. Il plesso riversa in condizioni pietose: limitarsi all’illuminazione non basta, andrebbe restaurato e pulito».

 

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Le radici superificiali dei pini che saranno abbattuti

Per compensare ecologicamente all’abbattimento massivo dei pini, l’amministrazione impianterà circa 800 alberi al Sasso d’Italia, ma l’architetto definisce il progetto «impossibile per ragioni di spazio». «Anche in questo caso, non mi trovo d’accordo – sostiene Iommi-. Stiamo parlando di un punto panoramico, dove la vista non andrebbe ostacolata. La zona non ha bisogno di altri alberi, già piantati in passato. Al contrario, gli alberi andrebbero piantati nei quartieri, nelle periferie, per creare delle “quinte verdi” laddove è davvero funzionale al decoro urbano». Infine, le novità che riguardano il Campo dei Pini, per il quale è stato approvato un progetto esecutivo che sarà presentato nei prossimi 20-30 giorni. Il sindaco Carancini, entusiasta, lo ha definito «un recupero straordinario, che cambierà il profilo dell’impianto attraverso una riorganizzazione totale». Non solo una struttura sportiva, quindi, ma centro di aggregazione e socialità.

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Il progetto per la riqualificazione del Campo dei Pini

«Il Campo dei Pini è un monumento esso stesso allo sport – commenta Iommi – nato dal genio dell’architetto Cesare Bazzani, che lo aveva immaginato come un’area polifunzionale e polisportiva, dedicata a ogni genere di attività. Leggendo le intenzioni dell’amministrazione, mi sembra che il progetto si limiti a un semplice restauro di una struttura abbandonata da decenni, che avrebbe bisogno di interventi radicali. La socialità di cui parla Carancini sarebbe stata preservata nel tempo se l’impianto non fosse stata abbandonato». «A mio avviso, l’amministrazione ha presentato alla cittadinanza lavori di manutenzione ordinaria – chiude l’architetto Iommi – che dovrebbero essere svolti quotidianamente, ingigantendoli con termini impropri per nascondere un vuoto progettuale. Troppo spesso si preferiscono grandi ristrutturazioni a piccole manutenzioni, che manterrebbero sempre vivo e attivo il tessuto urbano, come nel caso di Viale Martiri della Libertà».

(foto di Fabio Falcioni)

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