Scuola vicina all’inceneritore,
«il Comune non l’ha segnalato»

TOLENTINO - La denuncia del consigliere regionale Sandro Bisonni. Il nuovo impianto dovrebbe sorgere in zona Rancia, e si troverebbe a meno di 400 metri in linea d'aria dal liceo Classico mentre la normativa impone almeno un chilometro. Presentate in Provincia osservazioni contenenti i motivi contrari al progetto

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Bisonni, Sciapichetti e Micucci contro l’inceneritore

 

Nuovo inceneritore in zona Rancia a Tolentino, ma il Comune di Tolentino, nei documenti ufficiali del 31 maggio scorso, non segnala la presenza di una scuola nella zona dove dovrebbe sorgere la struttura. A denunciare questa strana «dimenticanza», come da lui definita, è il consigliere regionale Sandro Bisonni, che nei giorni scorsi ha depositato, anche per conto del comitato “No inceneritore Tolentino”, in Provincia numerose osservazioni sui motivi ostativi all’installazione dell’inceneritore. Tra tutte la presenza del liceo classico, a meno di 400 metri in linea d’aria, mentre la normativa impone che gli inceneritori siano allocati almeno a mille metri di distanza dalle scuole. «Alla mia domanda del perché la Provincia non avesse rigettato la pratica  – spiega il consigliere regionale – mi è stato risposto che il comune di Tolentino non aveva segnalato la situazione. Un fatto di una gravità inaudita, per il Comune e per la la Provincia stessa, che dovrebbero sapere dov’è situato un istituto superiore». Data la gravità del fatto, Bisonni prende in considerazione tre ipotesi in grado di spiegare il perché della dimenticanza comunale: «La prima considerazione è che si sia trattato di una svista. La seconda possibilità risale invece all’incapacità del sindaco Giuseppe Pezzanesi di gestire la situazione. Infine il dubbio è che, al di là degli annunciati intenti come quelli contenuti nella nota politica congiunta contro l’inceneritore, la Giunta non voglia nei fatti ostacolare la realizzazione dell’impianto». Bisonni auspica una soluzione in tempi brevi: «A tagliare la testa al toro – conclude – potrebbe essere la proposta di legge da me presentata che, ponendo la distanza minima a 5 chilometri dai centri abitati e dalle funzioni sensibili (scuole, ospedali, ecc), allontanerà definitivamente la possibilità di installare questi impianti in tutte le Marche. Arriverà in Consiglio regionale nella seduta del 17 settembre. Non resta che augurarsi la sua approvazione».

 

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