di Giuseppe Bommarito*
Dunque è possibile rompere gli schemi e fare sul serio il contrasto al traffico e allo spaccio di droga, anziché limitarsi a svolgere i compitini per ottenere, almeno sulla carta, una stentata sufficienza: questa è la lezione del recentissimo blitz interforze alla discoteca Donoma di Civitanova. In una situazione completamente sfuggita di mano a livello generale, con l’età di avvio alle sostanze sempre più bassa (11-12 anni), con l’aumento costante dei consumatori, con il numero delle morti per overdose che nel 2018 è tornato paurosamente ad aumentare (247 decessi rispetto ai 196 dell’anno precedente), con le Marche che in questi primi mesi del 2019 registrano da sole un decimo dei morti per overdose sull’intero totale nazionale (7 decessi su un totale di 76: primo posto assoluto nella graduatoria italiana del tasso di mortalità), con i negozi di cannabis light che stanno eliminando ogni percezione del pericolo in capo agli adolescenti, con la prevenzione che fa il possibile pur assomigliando sempre più al cucchiaino usato per svuotare l’oceano, beh, con tutto questo disastro occorre un deciso salto di qualità a livello di repressione e di netta correzione dell’attuale impianto normativo in materia, che – come è ormai a tutti evidente – anzichè avere una funzione deterrente, incentiva tutte le attività criminali legate alla droga.
Il bliz al Donoma dell’altra notte, voluto dal questore Antonio Pignataro, va esattamente in questa direzione. Si era sempre detto, come se fosse il vangelo, che in discoteca non si poteva entrare per i controlli antidroga e antialcol perché si sarebbe creata all’improvviso una situazione di caos difficilmente gestibile e potenzialmente pericolosa. E così le forze dell’ordine si limitavano ad aspettare fuori dai locali o sulla via del rientro gli automobilisti più sprovveduti e più sfigati per l’etilometro e i controlli relativi alle sostanze, ma si trattava e si tratta solo di aria fritta, sia per il numero limitato di controlli effettuabili sia per il passaparola telefonico e informatico che garantiva a molti ragazzi ubriachi e/o strafatti di evitare le pattuglie dei carabinieri e della polizia. Bisognava invece andare dentro le discoteche, inviare in avanscoperta personale in borghese, registrare tutte le attività interne di spaccio e di consumo di sostanze nonché di vendita di alcolici a minorenni e a soggetti già in visibile stato di ubriachezza, valutare l’atteggiamento dei gestori (normalmente di piena tolleranza, se non di complicità, rispetto a queste condotte, perché, com’è noto, un più alto livello di sballo consentito in un locale costituisce elemento di maggior richiamo di utenza), e poi fare un’irruzione improvvisa e “mirata” anche con le unità cinofile.
E’ quello che appunto è stato fatto l’altra notte al Donoma e i risultati si sono visti: individuati parecchi consumatori e uno spacciatore (altri si sono disfatti all’ultimo minuto delle dosi, ma la speranza è che siano stati ripresi in precedenza con foto e video), riscontrate ben 500 persone in più rispetto al limite consentito (e di fronte a questo dato, solo a pensare alla strage di Corinaldo, vengono i brividi). Da qui l’immediato provvedimento amministrativo di sospensione della licenza per 30 giorni. Inutile girarci intorno: questa è la strada, perché è l’unica che può portare ad un’alleanza vera (in quanto di comune interesse) tra le forze dell’ordine e i gestori dei locali, i quali, di fronte al rischio reale di irruzioni nel pieno della “festa” e dello sballo, e di pesanti provvedimenti di sospensione o anche revoca della licenza, saranno i primi a collaborare, e quindi a controllare, sul serio e non per finta, ciò che accade all’interno dei locali e a segnalare il tutto a chi di dovere. Sembra ovvio se non lapalissiano, ma sino ad oggi, sino al blitz notturno al Donoma, pareva fantascienza: le discoteche erano inviolabili e intoccabili, sostanzialmente zone franche (come le gradinate degli stadi) dove poteva accadere di tutto e di più nell’indifferenza generale. E con questa operazione il Questore e i comandanti delle altre forze dell’ordine maceratesi (ai quali tutti vanno i più decisi complimenti, anche per la capacità di raccordo da tempo manifestata) segnano un altro punto nel contrasto sostanziale, e non formale, alla droga.
Ricordiamo qui, nella medesima direzione, la decisa battaglia della questura maceratese (la prima in Italia) contro i negozi di cannabis light, frutto di una grandiosa operazione di marketing legalizzata tutta ai danni dei ragazzini e di fatto a favore della criminalità organizzata; i provvedimenti amministrativi di sospensione e revoca delle licenze dei locali in cui si verifica attività di spaccio o di consumo eccessivo di alcol, anche al di là della volontà dei gestori (art. 100 del Testo Unico Leggi di Pubblica Sicurezza), sino a qualche anno fa mai assunti, neanche nel caso dei dieci ragazzini in coma etilico in una discoteca nei pressi di Porto Potenza Picena; le indagini sugli spacciatori non limitate alla singola operazione di smercio (passaporto per l’immediata scarcerazione) ma mirante a ricostruire una serie più consistente di attività di spaccio, tale da impedire la configurazione della modica quantità o del reato di lieve entità e quindi l’effetto “porte girevoli” delle questure e delle caserme dei carabinieri. Per una sostanziale modifica delle norme repressive in materia di droga, che siano più adeguate alla forte pericolosità dei reati in materia e colpiscano anche nella fase delle indagini preliminari, bisognerà ancora attendere. Per il momento il nuovo governo gialloverde ha stanziato, dopo oltre dieci anni di blocco, sette milioni di euro per la prevenzione, sia pure spalmati in tre anni. E’ cosa buona e giusta, ma è ancora poco, troppo poco, bisogna cambiare le leggi e rendere non conveniente delinquere nel traffico e nello spaccio di droga, altrimenti sarà tutto inutile e sarà chiaro che il legislatore non vuole tutelare i cittadini e soprattutto i ragazzi, ma solo chi tiene le fila di questa enorme macchina delinquenziale interamente in mano alla criminalità organizzata italiana e straniera.
* Avvocato, presidente dell’associazione “Con Nicola, oltre il deserto di indifferenza”
Entrare in discoteca e cercare stupefacenti e una vita che si fa...
Era quello che ci voleva. Un plauso alle Forze dell'Ordine.
Credo che se si applica la stessa logica a tutti i locali ne rimarrebbero aperti pochi non si può usare due pesi e due misure.Con questo sono contrarissimo agli stupefacenti e va fatto un plauso alle forze dell'ordine.
Ma il problema oltre alla droga ,che è gravissimo. C è gente li fuori che ti offre di tutto in tutta tranquillità. Inaccettabile .in più 500 persone in più del dovuto. Chi era li sabato non riusciva a passare .E succede qualcosa ? Poi piangiamo i nostri figli ? Non si può. Rispettiamo le regole .
Condivido in pieno la sua analisi. Avv. Bommarito, ha tutta la mia stima e la mia ammirazione x il suo impegno nel combattere questo fenomeno che arricchisce la criminalità sulla pelle dei nostri ragazzi che sempre più spesso e sempre più giovani cadono nella dipendenza delle droghe
Totalmente d'accordo. Certo occorre prevenzione, ma ciò che "sfugge" va represso.
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…che dire: PERFETTO. gv
Sarebbe grandioso, veramente, se la Provincia di Macerata passasse alla storia come l’inizio, in Italia, di una vera, sostanziale ed effettiva guerra alla “cultura”, oramai, della droga; in questo modo si, probabilmente, il nostro capoluogo balzerebbe alla ribalta nazionale e non solo, e per di più per fatti ben più nobili (perlomeno..) di quelli per i quali, negli ultimi anni, è venuta alla ribalta, si, ribalta che ti ribalta!! gv
Come non concordare?
I provvedimenti del questore Pignataro non dovrebbero destare alcun clamore ma rispetto. Principio di autorità.
Oltre alle iniziative politiche, caldeggiate da Giuseppe, riteniamo che anche gli enti locali possano investire di più su questo versante, ad esempio concorrendo di più nei controlli amministrativi ai locali pubblici e sulle strade. Soprattutto di notte.
La strategia del questore Pignataro è assolutamente illuminata e lungimirante. E’ tuttavia evidente che i risultati potranno vedersi nel medio termine e a condizione che ciascuno faccia bene la sua parte.
Vogliamo dedicare a tutti coloro che, come il questore Pignataro, hanno il coraggio della verità, il “credo” kennedyano più volte ripreso da Falcone:
“Un uomo fa quello che è suo dovere fare, quali che siano le conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni. Questa è la base di tutta la moralità umana”.
Buona Pasqua a tutti!
Nicola Lalla – Segretario Generale Provinciale Coisp Macerata
Per Lalla. Un provvedimento utile sarebbe quello di mettere all’ingresso ben visibile un indicatore elettronico del numero istantaneo delle presenze affiancato dalla capienza (numero massimo ammissibile di clienti). Un altro, forse utopistico, è quello di estendere la discoteca a persone non più giovanissime (che costituiscono di fatto un deterrente nei confronti del consumo degli stupefacenti).
Grande Pignataro, sta dimostrando con la volontà di fare bene i risultati ci sono, noi
cittadini con un questore di questo calibro dobbiamo aiutarlo fare quadrato con la speranza che rimanga a lungo
nella ns provincia.
Signor Iacobini, mi permetta: che oggi una gran parte di giovani faccia uso di droghe (anche se “solo” canne, che sono, a tutti gli effetti, droga), è un fatto non solo accertato, ma che è sotto gli occhi di tutti coloro che vogliono vedere e non solo guardare, guardare quando ci va bene. Tuttavia non sarei così tanto ottimista sul fatto che i quarantenni, cinquantenni ed oltre siano così “immuni” e maturi sul consumo e sulla “cultura” della droga, poiché anche per molti di loro il “tiraggio” ne aumenta anche un altro di..tiraggio, si sentono giovani e forti, si, che poi sono m…i!! Cordialmente. gv
Più o meno basterebbe strafarsi o stratracannare prima di entrare. Non si usa più bere prima dell’ingresso per il costo alto dei beveraggi all’interno delle discoteche? O forse si punta sul fatto che sniffare già all’interno del locale renda più in? Risolvere a valle ciò che comincia a monte? Mah!!
Finalmente! Volere è potere. Grazie Signor Questore per il coraggio di applicare le regole a salvaguardia dell’ordine e dei nostri giovani. Un grazie sentito anche all’avv.to Bommarito che con tenacia ha sempre combattuto con coraggio la lotta contro la droga senza peli sulla lingua e magari con il cuore gonfio per aver provato il più grosso dolore al mondo.
Andiamo all’inizio. La droga non è scesa dal cielo. Ci sono state forze politiche che hanno fatto di tutto perché la droga si espandesse e rendere dei zombi i nostri figli e nipoti. Io sono stato uno di coloro che hanno espanso la droga. Dicevo “spinello libero”, perché non fa male. Dicevo “modica quantità di eroina ad uso personale”. Una tossica mi disse: “Bravo Compagno, avete trovato voi comunisti il sistema per inondare di droga l’Italia”. Altri tossici mi dicevano “abbiamo iniziato con lo spinello e poi siamo andati avanti con l’eroina”. Caro Peppe, tu le ricordi questi nostre affermazioni? Noi garantivamo il dirotto del singolo di autodistruggersi. Il quale per farlo spacciava la sua modica quantità e poi andava a riprendersi un’altra dose nella carta stagnola. Quindi, non saranno i Radicali, la Sinistra, i laicisti a combattere la piaga della droga. Purtroppo, ormai sarà solo la Destra a poterlo fare. Speriamo che, con leggi draconiane, distruggano la manovalanza dello spaccio, per cui, alla fine i generali senza truppa smetteranno l’organizzazione dello spaccio. La Città di Maria ci ha dato il questore Pignatato: speriamo che ce lo mantenga, e poi ci dia un sostituto altrettanto bravo e di fede.
Questa è la prova provata che si può riportare la legalità anche nelle situazioni più complesse, basta volerlo!!! Grazie a tutte le parti coinvolte per l’impegno profuso (e soprattutto all’avvocato Bommarito per aver cercato di tenere sempre alta l’attenzione su questo problema)ed auspico che anche in altri settori si intervenga con lo stesso coraggio per far rispettare le regole.
Riguardo alla droga c’è un articolo sulla cosiddetta cannabis legale:
https://www.studiocataldi.it/articoli/34302-cannabis-legale.asp