Strage di Corinaldo,
la piccola Gemma commuove Mattarella:
«Io e mamma eravamo in armonia»

TRAGEDIA DELLA LANTERNA AZZURRA - Il Capo dello Stato ha incontrato i familiari delle vittime: «Quello che è accaduto è inimmaginabile e ingiustificabile. C’è soltanto bisogno che si appuri con rigore la verità». La figlia di Eleonora, la giovane madre morta nella calca, ha letto lo stralcio di toccante una lettera al presidente

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Pochi minuti, ma carichi di significato quelli che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha condiviso, a margine dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’università Politecnica delle Marche, con i familiari delle vittime della Lanterna Azzurra di Corinaldo:  Daniele Pongetti (16 anni), Emma Fabini (14), Asia Nasoni (14), Mattia Orlandi (15), Benedetta Vitali (15) e Eleonara Girolimini (39). «Quello che è accaduto è inimmaginabile e ingiustificabile – non usa mezzi termini il presidente– e non ci sono parole adatte a dare conforto. C’è soltanto bisogno che si appuri con rigore la verità e che si faccia giustizia». Tra le 24 persone che hanno chiesto ed ottenuto un incontro con il Capo dello Stato, c’è anche Gemma – la figlia della mamma coraggio Eleonora Girolimini, che quella sera ha perso la vita per proteggere la sua bambina – e legge al Presidente lo stralcio di una lettera a cui affida il suo pensiero riguardo a quanto accaduto. «Non so quale sia la cosa più importante che mi abbia insegnato, perché me ne ha insegnate troppe di cose importanti. Però da un lato mi sento fortunata. Ho letto un libro che racconta di una bambina che aveva perso la mamma in un incidente stradale – prosegue, mentre il presidente Mattarella non perde una parola – Una mattina, questa bambina era arrabbiata con la mamma perché non le aveva lavato la sua maglia preferita, così esce di casa senza neanche salutarla. Poi quando torna da scuola scopre che la mamma non c’è più e lei non se lo perdona più. E penso che neanche io mi sarei perdonata se mi fosse successa una cosa del genere». Gemma, invece, era insieme alla mamma e al papà ad aspettare, invano, l’arrivo del trapper Sfera Ebbasta: «Io e mamma quella sera eravamo in perfetta armonia e tranquillità. Avrei voluto dirle molte cose, ma ho pensato che c’era troppa confusione per parlare lì, quindi gliele avrei dette quando saremmo tornate».
Il ricordo commuove il presidente Mattarella, che chiede di poter portare la lettera con sé. Poi parla al resto dei familiari delle vittime: «Non sarebbe dovuto accadere, perché in una serata di festa, per ragazzi qualche volta anche alla prima uscita, ci devono essere condizioni di sicurezza certamente maggiori. Aver trasformato un’occasione di festa in una tragedia di queste dimensioni è una cosa che stride con ogni criterio di civiltà. La commozione ha investito tutta l’Italia, e rimane alta l’esigenza che si faccia giustizia per quello che è avvenuto Per quello che può valere – conclude – avete tutta la mia vicinanza e la mia solidarietà».

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