di Walter Cortella
“Un’ improbabile storia d’amore” è l’esilarante racconto della love story tra Danny Danno e Diva G, protagonisti dello spettacolo presentato al Lauro Rossi dalla compagnia “Theatre DeGart” di Giardini Naxos, nell’ambito del 50° Festival Macerata Teatro. La pièce, scritta e diretta a quattro mani da Daniele Segalin e Graziana Parisi, che ne sono anche i brillanti interpreti, narra la vicenda di due giovani che si incontrano per caso e sperano di dare inizio ad una storia d’amore. Hanno caratteri diversi, agli antipodi. Lei è un’elegante e raffinata vedette del cabaret, estrosa e disinibita, lui invece è un giovanotto timido e impacciato, capace solo di combinare pasticci. Proprio vero, nomen omen, come dicevano i latini. Lei è sicura di sé, spigliata, per contro lui è tanto goffo da far tenerezza. Malgrado tutto, Danny e Diva entrano in contatto, seppure in maniera a dir poco singolare. Tra loro c’è comunque feeling e nasce un dialogo fatto non di parole ma di gesti, di sguardi, di ammiccamenti. Sboccia anche un amore che più improbabile non si può.
Il copione della commedia, quello tradizionale, è inconsistente. Di parole quasi nessuna traccia, ma tanti suoni, rumori, musiche, vocalizzi e, soprattutto, lunghi silenzi. Insomma, decine di pagine… bianche. Questo è il teatro di Danny e Diva, eppure lo spettatore entra immediatamente in empatia con i due protagonisti, ne coglie perfettamente ogni stato d’animo, la disperazione, le emozioni, la gioia, la felicità, lo sconforto, la delusione. Ogni situazione o avvenimento, per quanto imprevedibile e catastrofico, è perfettamente leggibile sui loro volti espressivi. Daniele e Graziana parlano con il loro corpo, non hanno bisogno delle parole, ogni messaggio è immediato e inequivocabile. Sembrano due attori del cinema muto. Durante la performance si rivolgono spesso al pubblico, ma lo fanno a modo loro. Basta uno sguardo, un gesto o un banale colpo di tosse ed ecco che, come per magia, gli spettatori accettano il dialogo, stanno al gioco, ne diventano complici. I primi ad interagire sono stati i bambini, ma anche gli adulti, tornati per un momento anch’essi bambini, si son lasciati subito coinvolgere ed hanno preso parte attiva alle gags proposte da Danny, per poi scatenarsi nella sarabanda finale, prendendo le mosse dagli enormi, coloratissimi palloni lanciati in platea dai due incontenibili attori.
È questo il loro modo di fare spettacolo. Lo hanno imparato vivendo per qualche anno nell’affascinante mondo circense. Sotto il tendone del Florilegio di Darix Togni e del celebre Cirque du Soleil, hanno fatto importanti e irripetibili esperienze accanto a giocolieri, trapezisti, funamboli e clown di fama internazionale. Da essi hanno appreso i rudimenti della difficile arte di far ridere senza l’ausilio della parola. Daniele e Graziana hanno fatto tesoro di quegli insegnamenti, si sono ispirati alla grande scuola di Buster Keaton, di Ridolini, di Charlie Chaplin, al vaudeville e alla visual comedy del più recente Mr.Bean. Come si vede, il loro teatro non nasce dalla improvvisazione ma ha radici profonde ed è il frutto di un lungo percorso artistico fatto di meticoloso lavoro di ricerca e instancabile applicazione. Di movimenti ripetuti infinite volte, fino ad essere «puliti», perfetti, eloquenti. In questo contesto nasce la regia a quattro mani. Durante le prove i partners si scambiano il ruolo, che viene esaminato da occhi diversi. E così, Danny e Diva si arricchiscono e si completano a vicenda, per la gioia dello spettatore che ha modo di assistere ad una esibizione di altissima qualità artistica. Daniele dimostra spiccata vis comica, mimica eloquente, grande fisicità e inesauribile dinamismo. Di sicuro effetto le sue cadute, rovinose per chiunque ma non per lui. Graziana, dal canto suo, ha bella presenza scenica, decisa verve, sa cantare e ballare. Bravissima come pseudo ventriloquo, sulle note di Habanera, dalla Carmen di Bizet, nell’esecuzione in playback di Milord, in onore alla Piaf, e nel duetto con il suo partner sul possente tema della Sinfonia n.5 di Beethoven, sul quale hanno creato un divertente dialogo…mimato.
Davvero eccezionali il loro controllo corporeo, la gestione dello spazio scenico e il tempo comico. Imprevedibile e divertente l’epilogo, che con le sue trovate geniali coinvolge ancor più il pubblico. Daniele e Graziana sono di una simpatia e di una cordialità uniche. L’intervista nei camerini ha assunto fin dall’inizio i connotati di un incontro tra vecchi amici, con abbracci e battute spiritose create all’istante. Veneto lui, siciliana lei, hanno trovato nel teatro quel feeling che ne fa una coppia affiatata, sia sulla scena che nella vita. Lo spettacolo, con la sua storia piena di tenerezze e sorprese, ha ottenuto lusinghieri apprezzamenti e importanti riconoscimenti in prestigiose manifestazioni, in Italia e all’estero. Questo il singolare e condivisibile commento di un critico: “Il silenzio non è stato mai così esilarante”. Accanto ai due attori è doveroso citare Giorgio Intelisano, prezioso collaboratore. Buona parte del successo è anche merito suo. Originali e fantasiosi i costumi di scena.
(Le foto sono di Roberta Frungillo e Stefania Magnarelli)
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Non solo i due interpreti sono stati validi, ma anche il recensore Walter Cortella, aiutato anche dalla sua lunga familiarità con il teatro, non solo da critico, ma anche da protagonista.
Evviva non solo agli interpreti, ma anche al recensore.
Scusate l’eccesso dei “non solo”.
Le recensioni sul 50° Festival Macerata Teatro sono spettacolose, competenza unica complimenti.