Potrebbe essere dimessa già sabato dal reparto di Chirurgia Alina Emilia Pavel, la romena 30enne accoltellata dall’ex fidanzato. La donna, operata sabato sera dopo l’aggressione brutale con acido e tre coltellate tra collo e addome, ad una settimana di distanza dall’ingresso nella struttura sanitaria potrebbe uscire. Le sue condizioni continuano a migliorare, costantemente monitorate dall’equipe di medici diretta dal dottor Stefano De Luca. Oggi ha anche fatto il suo primo pasto vero dopo l’operazione.
Al momento rimane ricoverata in una stanza dove sta da sola, a farle compagnia solo il fratello. Neppure gli inquirenti hanno interrotto la tranquillità della sua degenza: la Procura infatti non ha ancora sentito la versione della ragazza e sembra che l’intenzione sia quella di lasciare la vittima tranquilla fino alle dimissioni per non interferire con il decorso e con una ripresa ottimale. Una volta uscita poi verrà sentita dagli inquirenti, anche per cercare di ricostruire alcuni punti ancora poco chiari. Come ad esempio se c’è la mano di Sheval Ramadani anche dietro l’aggressione che la donna subì nel 2017. Per quell’episodio infatti non venne trovato un responsabile.
Ieri l’uomo, macedone di 32 anni, aveva comunque detto, nel corso dell’udienza in cui è stato convalidato il suo arresto, che erano state altre persone ad aggredirla e lui l’aveva aiutata. Ramadani si trova in carcere a Montacuto di Ancona. Sabato dopo aver incontrato Alina per un caffè in un bar di Civitanova l’ha poi aggredita nel sottopassaggio di via Indipendenza dove le ha lanciato addosso dell’acido, poi l’ha inseguita in corso Vittorio Emanuele dentro il ristorante Tonno e Salmone e lì l’ha ferita con tre coltellate. Il titolare, Riccardo Scoponi, è riuscito a bloccarlo. Ramadani deve rispondere di tentato omicidio pluriaggravato.
(l. b.)
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