di Maurizio Verdenelli
(Foto di Fabio Falcioni)
Per don Luigi Merola, il prete anti camorra l’auditorium dell’Itc Gentili non ha registrato l’atteso en plein. La grande sala è piena solo per metà (vertici delle forze dell’ordine tuttavia quasi al completo) a causa forse della concomitante inaugurazione della mostra del Lotto o forse per qualche inconsapevole remora derivante da un tema così scottante che ha toccato così da vicino il territorio. Ma la voce di don Merola, si è però sentita.
Tanti applausi, tanta sincera partecipazione e tanta simpatia per questo giovane, famosissimo ex parroco di Forcella (il terzo dopo don Ciotti e don D’Ercole secondo la statistica vaticana) sfuggito per due volte alla morte per mano della camorra. Probabilmente grazie a san Gennaro che don Luigi cita in continuazione come proprio personale taumaturgo. «Pensate come siamo inguaiati in Italia. Quando hanno tentato d’uccidermi – ha detto don Merola –, il ministero non ha trovato di meglio che trasferirmi da Napoli a Roma nominandomi dirigente. E’ la prima volta per un prete. A Macerata siete fortunati ad avere un auditorium come questo del Gentili, non come a Napoli dove ci sono 12mila ragazzi che sfuggono alla scuola dell’obbligo e non vi sono neppure gli spazi per dibattere e dove gran parte degli edifici scolastici sono ex conventi un po’ sgarrupati. E gli assistenti sociali? Pochissimi rispetto alle necessità. Ma di chi la responsabilità? Dello Stato? Dei genitori? Degli insegnanti? Delle famiglie che accendono la tv spazzatura ed ignorano il dialogo? Non chiediamoci di chi è la colpa. È di tutti. Ragazzi che non sanno nulla – ha continuato il sacerdote –, non conoscono in sé il principio d’autorità, diventano massa di manovra utile per le mafie. Ragazzi lasciati soli davanti agli smartphone e alla tv. Che valorizzano il tradimento, ormai cancro delle famiglie e della stessa società. Non c’è solo la Camorra ma pure l’anticamorra: nel libro di Saviano lo Stato non esiste e neppure nelle fiction. Invece Napoli è cambiata e questo mutamento positivo andrebbe registrato. Ho nel cuore Rita Dalla Chiesa che abbracciandomi mi ha detto: Don Luigi, abbiamo bisogno della tua vita».
E sul fronte antidroga: «Il mercato rende 200 miliardi l’anno, quasi tre volte il bilancio statale. Non abbiamo tanto bisogno di poliziotti, ma soprattutto di insegnanti, di preti. C’è bisogno di comunità. Siamo tutti soldati». Sui fatti di Macerata: «Da esterno dico che Macerata deve fare rete, manca la coralità, bisogna prendere coscienza. Quando io e Giuseppe (Bommarito, ndr) andiamo a proporre certi temi, troviamo gelo, un’invisibile resistenza». Ed ancora: «I giovani devono entrare in politica, cambiare le cose, sporcarsi le mani. E devono sentirsi amati dai genitori». «Si tenta di rimuovere dalla coscienza della città salita al disonore delle cronache nazionali» aveva detto all’inizio l’avvocato Giuseppe Bommarito.
Riferimento non solo al caso Pamela e susseguenti ma pure quelli di queste ore con le locandine che unanimemente hanno sparato titoli del tipo: padre coraggio denuncia il figlio drogato, oppure: 52 ragazzi segnalati in appena in un mese. «…e pure un buon numero di arresti ma non serve a nulla la gran fatica delle Forze dell’ordine davanti ad un sistema legislativo che pare facilitare il mercato orrendo della droga: delinquere non deve più convenire come ha raccomandato il procuratore Nicola Gratteri proprio in questo auditorium qualche mese fa. I nostri figli non sono carne da macello. Cambiamo le norme, altrimenti sarà tutto inutile. A Macerata, dopo i fatti di gennaio poco è cambiato anche perché i fermati se la cavano magari con un buffetto sulla guancia, rilasciati subito dopo… pronti a tornare alle loro abituali postazioni.
Tuttavia le pesanti condanne per Desmond Lucky ed Awelima Lucky, ritenuti responsabili di un’attività radicatissima di spaccio, lasciano ben sperare». Tante voci coordinate dall’ex questore Giorgio Iacobone. Gaetano Angeletti, La Rondinella: «I preti, eccetto pochissimi come don Luigi, fuggono il problema… troppo complicato. E pure i genitori che spesso cercano di nascondere o attenuare le responsabilità profonde dei figli. Non sono ottimista ma continuo a sperare». Poi gli interventi di Andrea Foglia (Veder crescere con il dialogo), il generale Alessandro Gentili, i capi gabinetto di prefetto e questore («se arrestiamo decine di nigeriani spacciatori abbiamo fatto nulla, se salviamo un ragazzo abbiamo fatto un’operazione molto più grande»), e i portavoce dei carabinieri e della Guardia di finanza.
Da sottolineare l’intervento di Romeo Renis (Insieme in sicurezza): «“Chiamalo, chiamalo, vediamo cosa dice stasera…”, mi disse il ragazzo fermato per droga ad Osimo quando feci mostra di chiamare al telefono il genitore…”». E l’imam di Macerata Mohammed Tarakji: «educare i genitori per… riprenderci i nostri figli». Tutti d’accordo in conclusione su questo messaggio a Macerata, islamici e cattolici a cominciare naturalmente da don Luigi Merola. Perseguitato, ha tenuto a dire, anche dalla Camorra bianca, il titolo del suo ultimo libro.
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Il nostro sindaco non ha preso coscienza di quello che e’ successo il 31-01-2018 e le sue conseguenze.
Non c’è tanto bisogno di poliziotti (eh?), quanto di preti… E però i preti fuggono il problema. Ma che discorsi sono?
Oltretutto la frase ‘Non c’è tanto bisogno di poliziotti’ è offensiva nei confronti delle forze dell’ordine presenti in sala.
Con tali affermazioni si spiega anche il motivo del ‘gelo’.
In realtà, Don Merola, pur con una modalità comunicativa volutamente semplificativa, intende dire che l’opera di repressione non è certo quella che può guarire il male.
Non da sola, almeno.
La diffusione della droga è prima di tutto un fatto culturale e sociale e bisogna quindi agire sulla famiglia, sulla scuola e sulle istituzioni con una presa di coscienza forte della necessità di diffondere sinergicamente valori edificanti, opera che effettivamente è molto carente.
Fare “rete” unendo gli sforzi di ciascuno e “contaminare” i valori del bene, l’esempio positivo per dare ai giovani dei punti di riferimento e dei “sogni” di cui possano innamorarsi.
Mi pare condivisibile che, solo per fare un esempio, un genitore dovrebbe insegnare ai propri figli che i cosiddetti “reality” non meritano il nostro tempo.
Ha indicato, magari in “pillole”, delle strade per arginare la diffusione delle droghe.
E non può sfuggire – aggiungo io – che tale tipo di prevenzione limiterebbe anche altri tipi di dipendenza come la ludopatia e l’alcolismo, il cui consumo non è considerato illecito.
L’8 marzo scorso il procuratore Giorgio ha posto l’accento proprio sul fondamentale aspetto che a un mini-esercito multirazziale di spacciatori, necessariamente corrisponde un quantitativo inimagginabile di consumatori: “è da tempo che evidenzio l’allarmante presenza di spacciatori e il fatto che se ci sono spacciatori è perché c’è chi acquista, e sono tanti e in prevalenza italianissimi”. Ha portato poi alcuni esempi di consumo di droga, allarmanti nella loro banalità, concludendo che «Non si tratta di
giovani oppressi da cinici spacciatori. Ma giovani che
fanno scelte di vita che ritengo molto discutibili» (vedasi CM 8 marzo 2018).
Perciò è il vuoto valoriale che va anzitutto combattuto, perché il mercato della droga risponde alla legge della domanda e dell’offerta.
Ciò che dobbiamo combattere fortemente, quindi, è anzitutto il fenomeno del “negazionismo”, perché per troppi anni i problemi del territorio maceratese sono stati ovattati e si è creduto che il non parlare dei problemi, anche quelli più evidenti (vedasi Hotel House) forse era il modo migliore per risolverli.
O forse era il modo di migliore per apparire più bravi, a beneficio della propria carriera.
Ma questa è un’altra storia.
Nicola Lalla – Segretario Generale Provinciale Co.I.S.P. Macerata
Si continua ad trattare con pannicelli caldi un problema ormai incancrenito. Portato ormai a questo livello di non ritorno prima dai Radicali con la “droga libera” e la giustificazione di togliere soldi alla mafia;poi dalla cosiddetta Sinistra. Ricordo che nel PCI noi dicevamo che la droga pesante la portava la Destra fascista. Noi del PCI eravamo invece per lo “spinello libero” e per la “modica quantità di eroina ad uso personale”. Sbaglio, Bommarito? Era un modo farisaico per espandere la droga mostrando le democratiche mani pulite.
Le forze dell’ordine e la magistratura onesta e non politicizzata hanno le mani legate da leggi permissive.
I genitori? Colpevolizziamoli pure, tanto chi si ribella viene deriso e messo all’indice. Ormai così fan tutti.
In compenso, noi siamo buoni, siamo democratici, siamo civili, siamo dialettici, siamo cristiani e via discorrendo… Intanto i nostri poliziotti e carabinieri vengono insultati e picchiati da immigrati africani impulsivi e violenti, come è nella indole dalla stragrande maggioranza della loro razza. Quindi, attenti al futuro… Essi resistono al dolore in modo disumano.
Assistetti in Uganda nel 1970 ad una bastonatura con lunghe canne di bambù di una massa di africane che facevano gazzarra e ridevano mentre venivano massacrate. Per cui se un criminale africano non parla, non dice la verità vera, qui da noi lo si torchia e non si ottiene la verità. Soprattutto perché sa di essere spalleggiato da una parte politica e dalle organizzazione caritative, mentre la magistratura sta attenta a che non vengano dimenticati i diritti umani.
In uno Stato africano, invece, mettono il criminale o il terrorista in una stanza con due investigatori: uno ben vestito ad un tavolino con carta e penna; un altro nudo con un rasoio in mano. Quello ben vestito chiede al criminale: “Vuoi parlare con me, o vuoi parlare con lui?”, indicando l’altro nudo con il rasoio in mano, pronto a tagliargli un orecchio. E raro che venga tagliato un orecchio. Perché c’è un limite alla sopportazione anche da parte di un africano.
Quindi, mettiamoci l’animo in pace. Teniamoci i criminali bianchi e neri e la droga e si continui a guardare al dito e non alla luna. I ragazzi morti o distrutti mentalmente da questi criminali ultra protetti riposino in pace… I ragazzi ancora vivi, uno lo recuperi, mentre nel frattempo in cento entrano nella droga.
..leggo: “se arrestiamo decine di nigeriani spacciatori abbiamo fatto nulla”!!!!!!!! Poi ho riletto più volte, ed è proprio scritto così!!!!!!!! Allora lasciamoli liberi, si, che importa, manteniamoli ancora un po’, a spese degli italiani che lavorano, e lasciamoli spacciare, certo, che tanto contribuiscono, come risorse, alle nostre pensioni ed ai nostri cari ragazzi; che fenomeni, ma forse sono io che non comprendo, e si, sarà proprio così, mi devo rassegnare.. gv
È sconcertante leggere dichiarazioni : “se arrestiamo decine di nigeriani spacciatori abbiamo fatto nulla” oltretutto contraddittoria con la successiva “se salviamo un ragazzo abbiamo fatto un’operazione molto più grande”. Incredibile!!! Come è possibile salvare i ragazzi sempre più giovani indotti alla droga senza neutralizzare con la massima durezza proprio una delle prevalenti ed organizzate mafie come quella nigeriana che vendono la morte, non solo nella nostra provincia ma in tutt’Italia??? Proprio ieri ho letto una lunga intervista al procuratore generale delle Marche Sottani che, fra l’altro ha dichiarato: “a Macerata non ci si è accorti del disagio sociale provocato dal fenomeno dello spaccio” . Ritorno sulle responsabilità politiche degli ultimi governi che in nome di un “multiculturalismo” con etnie lontanissime da noi e di una “accoglienza immigratoria” talmente fuori controllo e falsa, perché attuata per un vero e proprio “affare” di certe cooperative, che non ci si è accorti….!!! Soltanto la morte di Pamela ha smascherato la realtà….!!!
A don Luigi Merola vorrei dire che occorrono:
– più forze dell’ordine
– più libertà d’azione alle forze dell’ordine (come c’è all’estero)
– giudici più attivi
– pene più severe per gli spacciatori
– nessuna pubblicità all’accoglienza dei migranti.
Non mi fido per niente dei teologi. Meglio la buonanima della mia semplice nonna, che pregava in latino senza sapere quello che diceva.
Anche questa volta brilla l’assenza della giunta sindaco in testa…. ogni volta che si parla del problema droga a Macerata e di nigeriani spacciatori una misteriosa forma di orticaria colpisce tutti i componenti che sono costretti a marcar visita….
https://www.youtube.com/watch?v=43Y77iqDiDQ
in questo filmato il maggiore Tullio Moneta del 5 Commando mercenario in Congo e poi nell’intelligence occidentale dice diverse cose, tra le quali come intervenire in Italia proprio sulla difesa dei cittadini e per sconfiggere la droga.
In altre parti del mondo se vuoi sopravvivere e difendere la gente devi essere drastico e spietato nell’agire. Infatti, questo sistema mieloso che ormai ha fatto il suo tempo e annoia, sta continuando a causare vittime. Purtroppo certi crani refrattari al dialogo e al bene possono conoscere e considerare solo la forza che si oppone a loro.
E’ vero, mancavano gli uomini (e le donne) dell’amministrazione comunale comunque impegnati con il governatore Ceriscioli, come riferito, nella cerimonia d’inaugurazione del grande evento culturale legato alla mostra di Lorenzo Lotto. Presenti alcuni consiglieri comunali (a memoria cito Ivano Tacconi e Maurizio Mosca), altri politici come Fabio Pistarelli e soprattutto il rettore di Unimc, professor Francesco Adornato. Che stavolta, pur invitato da Giorgio Iacobone (che co-presiedeva l’incontro) ha declinato l’invito a sedersi in prima fila, preferendo le ultime. E’ peraltro una sua precisa vocazione, questa, al ‘low profile’ trasgredita una sola volta, sempre nell’auditorium dell’ITC Gentili, per omaggio al dottor Nicola Gratteri, della sua stessa terra calabrese, nativi entrambi di centri dirimpettai.
sì, ma sparare cifre a cavolo toglie serietà e autorevolezza alle omelie: 200 miliardi diviso 60 milioni di residenti fa 3300 euro a testa, dato irreale e impossibile, peraltro 200 miliardi non sono il triplo del bilancio dello Stato ma circa un quarto… va bene non guardare la televisione ma leggere qualche giornale ogni tanto non farebbe male…
Pavoni. Don Merola non ha detto 200 miliardi di euro, ma 200 miliardi tout court. Potrebbe quindi trattarsi di 200 miliardi delle vecchie lire. D’altro canto in Italia la cultura scientifica è la cenerentola del sapere.
Iacobini, più probabile che abbia aggiunto uno zero a 20 miliardi di euro che è la stima più ragionevole: resta il fatto che l’ignoranza del clero è una delle cause della diffusione della droga, pensi a Bergoglio quando pontifica di un diritto dei migranti “a ricercare la felicità”, allora sono nel giusto i drogati quando cercano la felicità nella droga che dà la massima felicità possibile, fa esplodere il cervello di felicità. Ma la felicità dura poco e dopo la felicità c’è inevitabilmente l’inferno. Bisognerebbe insegnare ai giovani che solo gli str.onzi sono felici, come diceva anche Baudelaire che aveva sperimentato bene la droga.
Per Pavoni. Allora andava bene ai Romani, che non conoscevano lo ‘zero’!
Battuta a parte, mi chiedo se riavremo mai religiosi progressisti e ‘scomodi’ del calibro di Don Lorenzo Milani (https://it.wikipedia.org/wiki/Lorenzo_Milani) e dell’abate Giovanni Franzoni dell’abbazia di San Paolo Fuori le Mura (https://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Franzoni). Religiosi ovviamente non beatificati.