Droga, don Luigi Merola:
«Macerata deve prendere coscienza,
su certi temi troviamo il gelo»

INCONTRO con il sacerdote anticamorra: «Il mercato degli stupefacenti rende 200 miliardi l'anno, quasi tre volte il bilancio statale. C'è bisogno di comunità. Siamo tutti soldati. I giovani devono entrare in politica, cambiare le cose». L'avvocato Bommarito: «Dopo i fatti di gennaio in città poco è cambiato, ma le condanne di Awelima e Lucky fanno ben sperare»

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Don Merola nel corso del convegno

di Maurizio Verdenelli

(Foto di Fabio Falcioni)

Per don Luigi Merola, il prete anti camorra l’auditorium dell’Itc Gentili non ha registrato l’atteso en plein. La grande sala è piena solo per metà (vertici delle forze dell’ordine tuttavia quasi al completo) a causa forse della concomitante inaugurazione della mostra del Lotto o forse per qualche inconsapevole remora derivante da un tema così scottante che ha toccato così da vicino il territorio. Ma la voce di don Merola, si è però sentita.

DonLuigiMerola_Incontro_FF-18-650x434Tanti applausi, tanta sincera partecipazione e tanta simpatia per questo giovane, famosissimo ex parroco di Forcella (il terzo dopo don Ciotti e don D’Ercole secondo la statistica vaticana) sfuggito per due volte alla morte per mano della camorra. Probabilmente grazie a san Gennaro che don Luigi cita in continuazione come proprio personale taumaturgo. «Pensate come siamo inguaiati in Italia. Quando hanno tentato d’uccidermi – ha detto don Merola –, il ministero non ha trovato di meglio che trasferirmi da Napoli a Roma nominandomi dirigente. E’ la prima volta per un prete. A Macerata siete fortunati ad avere un auditorium come questo del Gentili, non come a Napoli dove ci sono 12mila ragazzi che sfuggono alla scuola dell’obbligo e non vi sono neppure gli spazi per dibattere e dove gran parte degli edifici scolastici sono ex conventi un po’ sgarrupati. E gli assistenti sociali? Pochissimi rispetto alle necessità. Ma di chi la responsabilità? Dello Stato? Dei genitori? Degli insegnanti? Delle famiglie che accendono la tv spazzatura ed ignorano il dialogo? Non chiediamoci di chi è la colpa. È di tutti. Ragazzi che non sanno nulla – ha continuato il sacerdote –, non conoscono in sé il principio d’autorità, diventano massa di manovra utile per le mafie. Ragazzi lasciati soli davanti agli smartphone e alla tv. Che valorizzano il tradimento, ormai cancro delle famiglie e della stessa società.  Non c’è solo la Camorra ma pure l’anticamorra: nel libro di Saviano lo Stato non esiste e neppure nelle fiction. Invece Napoli è cambiata e questo mutamento positivo andrebbe registrato. Ho nel cuore Rita Dalla Chiesa che abbracciandomi mi ha detto: Don Luigi, abbiamo bisogno della tua vita».

DonLuigiMerola_Incontro_FF-20-650x434E sul fronte antidroga: «Il mercato rende 200 miliardi l’anno, quasi tre volte il bilancio statale. Non abbiamo tanto bisogno di poliziotti, ma soprattutto di insegnanti, di preti. C’è bisogno di comunità. Siamo tutti soldati». Sui fatti di Macerata: «Da esterno dico che Macerata deve fare rete, manca la coralità, bisogna prendere coscienza. Quando io e Giuseppe (Bommarito, ndr) andiamo a proporre certi temi, troviamo gelo, un’invisibile resistenza». Ed ancora: «I giovani devono entrare in politica, cambiare le cose, sporcarsi le mani. E devono sentirsi amati dai genitori». «Si tenta di rimuovere dalla coscienza della città salita al disonore delle cronache nazionali» aveva detto all’inizio l’avvocato Giuseppe Bommarito.

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L’avvocato Giuseppe Bommarito

Riferimento non solo al caso Pamela e susseguenti ma pure quelli di queste ore con le locandine che unanimemente hanno sparato titoli del tipo: padre coraggio denuncia il figlio drogato, oppure: 52 ragazzi segnalati in appena in un mese. «…e pure un buon numero di arresti ma non serve a nulla la gran fatica delle Forze dell’ordine davanti ad un sistema legislativo che pare facilitare il mercato orrendo della droga: delinquere non deve più convenire come ha raccomandato il procuratore Nicola Gratteri proprio in questo auditorium qualche mese fa. I nostri figli non sono carne da macello. Cambiamo le norme, altrimenti sarà tutto inutile. A Macerata, dopo i fatti di gennaio poco è cambiato anche perché i fermati se la cavano magari con un buffetto sulla guancia, rilasciati subito dopo… pronti a tornare alle loro abituali postazioni.

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Gaetano Angeletti (La Rondinella)

Tuttavia le pesanti condanne per Desmond Lucky ed Awelima Lucky, ritenuti responsabili di un’attività radicatissima di spaccio, lasciano ben sperare». Tante voci coordinate dall’ex questore Giorgio Iacobone. Gaetano Angeletti, La Rondinella: «I preti, eccetto pochissimi come don Luigi, fuggono il problema… troppo complicato. E pure i genitori che spesso cercano di nascondere o attenuare le responsabilità profonde dei figli. Non sono ottimista ma continuo a sperare». Poi gli interventi di Andrea Foglia (Veder crescere con il dialogo), il generale Alessandro Gentili, i capi gabinetto di prefetto e questore («se arrestiamo decine di nigeriani spacciatori abbiamo fatto nulla, se salviamo un ragazzo abbiamo fatto un’operazione molto più grande»), e i portavoce dei carabinieri e della Guardia di finanza.

Da sottolineare l’intervento di Romeo Renis (Insieme in sicurezza): «“Chiamalo, chiamalo, vediamo cosa dice stasera…”, mi disse il ragazzo fermato per droga ad Osimo quando feci mostra di chiamare al telefono il genitore…”». E l’imam di Macerata Mohammed Tarakji: «educare i genitori per… riprenderci i nostri figli». Tutti d’accordo in conclusione su questo messaggio a Macerata, islamici e cattolici a cominciare naturalmente da don Luigi Merola. Perseguitato, ha tenuto a dire, anche dalla Camorra bianca, il titolo del suo ultimo libro.

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In primo piano l’ex questore Iacobone

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Romeo Renis

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