Castelsantangelo si può ricostruire lì dov’è. Lo dicono i risultati della microzonazione sismica di terzo livello, presentati oggi dal sindaco Mauro Falcucci e da diversi tecnici (anche dell’ufficio sisma) a un’affollata sala polivalente. Quella dell’area sae del Capoluogo, dove i castellani si sono riuniti anche per fare il punto su ricostruzione pubblica e privata. L’umore della platea è battagliero. «C’è la voglia di tornare quanto prima e di essere pronti a qualsiasi manifestazione pubblica in qualsiasi sede che acceleri le procedure fino ad oggi individuate che si sono rivelate carenti per efficacia ed efficienza – dice il Comune in una nota -. Non possiamo più accettare supinamente di essere presi in giro, è stata la sintesi dei tantissimi partecipanti». Il prossimo passo è il piano dei dissesti idrogeologici, che dovrebbe essere approvato a breve dal commissario per la Ricostruzione Paola De Micheli, specificamente per i tre comuni di Castelsantangelo, Ussita e Visso. «Indispensabile – sottolinea il Comune -, perché necessario per affidare gli incarichi professionali per la redazione dei piano attuativi delle 9 perimetrazioni approvate a novembre 2017».
Mauro Falcucci
All’ordine del giorno anche il decreto terremoto, convertito in legge giovedì. Il sindaco ha espresso «delusione per il mancato accoglimento degli emendamenti presentati, con particolare riguardo a quelli sulle difformità con incrementi pari al solo 5% sulle manutenzioni straordinarie (richiesti incrementi fino al 20% come il piano casa), misura che non consentirà quell’accelerazione che già registra un ritardo non più accettabile. Vedere totalmente disattese le richieste di emendamenti al testo originario, peraltro note a tutte le forze politiche e oggetto anche della campagna elettorale delle recenti elezioni politiche specialmente dei partiti oggi al Governo, preoccupa e non fa affatto intravedere che l’impianto dato al sistema gestione terremoto, ritenuto da tutti oggettivamente inadeguato e inappropriato, venga a breve modificato». A lasciare l’amaro in bocca soprattutto il fatto che il cratere resta così com’è: uguale per tutti i 138 Comuni. Mentre il sindaco Falcucci, da ormai due anni, chiede norme diverse per le situazioni più disastrate, come quella che vive il suo paese. «Occorre – ha ribadito il sindaco -, che il Governo riservi da subito un’attenzione legislativa alla tutela delle aree montane, proponendo una rivisitazione della Legge n. 97/1994 ad oggi totalmente disattesa per mancata approvazione (sono trascorsi 24 anni) dei decreti legislativi attuativi che avrebbero dovuto prevedere agevolazioni, contributi, esenzioni e mantenimento dei servizi essenziali come la scuola e la sanità. Tutelare la montagna italiana, popolata da 10 milioni di persone, significa dare un vero senso alla ricostruzione».
Molto apprezzato il pieghevole che è stato consegnato a tutti i partecipanti. Una sintesi con tutti i numeri del sisma, le donazioni in risorse e in interventi, i mezzi donati, le opere approvate e quelle pianificate. Insomma, un documento che evidenzia la massima trasparenza dell’operato dell’amministrazione comunale. Ribadito più volte che la ricostruzione sarà un percorso partecipato e che il confronto con i tecnici incaricati per i Piani attuativi sarà periodico. L’amministrazione ha coinvolto anche i politecnici di Milano e Torino, che hanno già iniziato uno studio sul territorio.
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