La notizia dell’allontanamento, almeno per un anno, dei monaci cistercensi dall’Abbadia di Fiastra ha colpito tutta la comunità maceratese che vedeva nella loro presenza un punto di riferimento non solo religioso ma anche sociale. In tanti hanno chiesto che tornino presto. A questi, si aggiunge oggi la presidenza diocesana dell’Azione cattolica di Macerata.
« Speriamo che questo tempo sia breve e non si prolunghi. Sappiamo che la Congregazione sta vivendo una riorganizzazione strutturale. Nonostante tutto ci spiace ugualmente questa partenza, perché ci priva, dopo più di 30 anni, di un ‘polmone spirituale’ situato in un polmone verde. E quindi non vorremmo che, dopo un terremoto naturale, saremo costretti ad assistere ad un terremoto ‘spirituale’ visto che a causa del terremoto anche le suore carmelitane del monastero di Tolentino sono dovute andare (momentaneamente) a Cascia. Speriamo che questi anni passino in fretta per riassaporare il ritorno di chi nella costanza e nel silenzio accoglie il ‘pellegrino’, che cerca un ristoro nella fede».
L’Azione Cattolica diocesana esprime gratitudine ai monaci cistercensi per l’accoglienza in questi lunghi anni «in particolare a padre Giovanni Frigerio, che ha sempre guidato con fedeltà gli appuntamenti della ‘Lectio Divina’ nel tempo di Avvento e di Quaresima, organizzati da essa ed aperti a tutti, donandoci quello sguardo diverso sulla realtà, che solo il cristianesimo sa offrire; senza dimenticare gli incontri di preghiera mensili, organizzati dal Movimento Lavoratori di Azione Cattolica (Mlac) o le ‘aperture’ dell’anno associativo. E, piano piano, abbiamo imparato ad assaporare il dolce ritmo della preghiera e della lode a Dio. Un ritmo che non induce alla fuga dalla realtà; un ritmo che dà la ‘ricarica’ per ritornare nella vita quotidiana rigenerati ‘a vita nuova’». Per questo l’Azione Cattolica chiede «che il territorio diocesano non sia privato indefinitivamente di una presenza che racconti agli uomini la dolce misericordia di Dio, come hanno saputo fare in questi anni i monaci cistercensi. Ecco, i monaci cistercensi ci hanno insegnato ciò che san Bernardo scriveva nel ‘Sermone sul Cantico dei Cantici’: “Dio è Sapienza e vuole essere amato non solo dolcemente, ma anche sapientemente; altrimenti se voi trascurate la scienza, molto facilmente sarete lo zimbello dello spirito dell’errore: perché lo scaltro nemico delle anime non ha mezzi più efficaci per distruggere l’amore in un cuore, che farlo camminare in esso per vie imprudenti e irragionevoli. Per la qualcosa io penso di darvi certe norme, che hanno tutto l’interesse di osservare coloro che vogliono amare Dio”. Per tutto questo ringraziamo i monaci cistercensi per il servizio prestato finora nel nostro territorio, chiedendo che questa ‘forzata lontananza’ sia segno di un più vivo desiderio di assaporare la parola di Dio, affinché questa breve (nel tempo) ‘mancanza’ possa condurre ad un cuore più aperto al mistero di Dio. Con tale spirito rimaniamo nella comunione della preghiera con i nostri ‘amici’ monaci cistercensi».
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Lo ribadivo oggi a Radio Nuova: non si riesce a capire come una comunità monastica con alte statistiche di produzione, ossia con messe domenicali stracolme e fila al confessionale di Padre Bernardo, oltre all’opera delle oblate cistercensi, possa esse estirpata da un terreno fertile alla fede, come è quello intorno all’Abbadia di Fiastra. C’è “qualcosa” che in Alto ci sfugge. Sembrerebbe una “punizione” verso questi monaci, malgrado le alte statistiche di produzione…
C’è qualcos’altro che riguarda gli spazi tolti e magari dati ad altre attività più remunerative? La risposta ce la danno coloro che si sentono colpiti nei loro interessi più terreni e che si sono affidato – sembra – all’avvocato Sandro Giustozzi di Corridonia per difendere i loro interessi…
Questa vicenda, incomprensibile nei suoi iter, fa pensare male; fa pensare a qualcosa di osceno, nascosto dietro. Cosa c’entrano i monaci cistercensi con questi interessi materiali delle gestione dell’Abbazia, che potrebbero – forse – coinvolgere la stessa Curia vescovile?