di Mario Monachesi
Nel mese di giugno ancora resiste, seppur molto ridimensionata, l’usanza religiosa dell’acqua “de San Joanni”. Un tempo, la notte del 23 giugno venivano messi a bagno, in catini colmi d’acqua, i petali di fiori ed erbe profumate (rose, gerani, margherite, ginestre, papaveri, lavanda, camomilla, menta, finocchio selvatico, timo, oleandro, foglie di noce, di lauro, di quercia, le “spighette” e l’erba dell’invidia). Il giorno successivo, giorno della festa di San Giovanni Battista, i bambini venivano lavati con quest’acqua perché si diceva (e si dice ancora) che li avrebbe preservati dal malocchio, dall’invidia e dalla stregoneria. Si racconta anche che l’acqua del fiume Potenza a mezzanotte fosse calda e la gente vi si recava per bagnarsi e guarire da molti mali. Non mancavano quelli che approfittando del buio, della luna, ecc ecc, non tentassero, nella boscaglia adiacente il fiume, approcci galanti con le donne presenti. All’alba del 24 i contadini conducevano gli animali al pascolo affinché le bestie mangiassero l’erba con la rugiada del Santo che era ritenuta salutare. Era anche credenza che per virtù di detta rugiada, l’umore (il sudore) delle viti guarisse e prevenisse le malattie della pelle. “La guazza de San Giovanni, guarisce tutti li malanni”.
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Fai bene a ricordare le antiche usanze… Magari funzionavano. Come funziona ancora oggi l’olio esorcizzato, il sale esorcizzato, eccetera, reso tale dai poteri che i sacerdoti hanno nelle mani. Queste sostanze sacramentali non vengono più fatte perché ormai il pensiero modernista che ha inquinato chiese e seminari considera questi Sacramentali come rimasugli di superstizioni medievali, prive di attualità. Invece, funzionano, come ho potuto sperimentare io stesso. Avevamo i monaci cistercensi dell’Abbazia di Chiaravalle di Fiastra che si dedicavano a questi Sacramentali. Ma i vertici dell’Ordine hanno deciso di chiudere il monastero e di riprendersi i monaci a Milano. Con un danno non solo per l’economica che dal 1985 si era sviluppata attorno al monastero, ma proprio per la salute spirituale delle masse di fedeli che utilizzavano i servizi religiosi dei Cistercensi. Con enorme successo…
Se viene chiusa un’attività funzionale e di successo significa che nel vertice dell’Ordine si è infiltrato il Nemico, che condiziona la mente del vertice, quando nelle decisioni ci si dovrebbe affidare alla “via del Cuore” e allo Spirito Santo.
Questa sciagurata decisione lascia il campo libero all’opera satanica presente nella Città di Maria. Che esista il satanismo a Macerata lo dimostra la morte di Pamela, lo spaccio massiccio di droga e quella scultura alla rotatoria all’entrata in città da Sforzacosta, che rappresenta, almeno secondo la mia opinione, il demone mesopotamico Lilith e l’Ottava Sfera. L’espansione delle vibrazioni elettromagnetiche causate dai monaci cistercensi copriva anche l’area di Macerata e parte del maceratese.