«L’ordinanza slot ci sta rovinando,
costretti a licenziare»

MACERATA - Commercianti e gestori di alcune sale chiedono di incontrare il sindaco Carancini e un trattamento più equo. «Non è così che si combatte la ludopatia»
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Da sinistra Fulvio Andrenelli, Nicola Pietrani, Sergio Pettorossi e Walter Cicconi nella redazione di Cronache Maceratesi

 

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«Al sindaco chiediamo un incontro»

 

di Leonardo Giorgi

«L’ordinanza sulle slot ci sta rovinando il lavoro, siamo stati costretti a licenziare delle persone. Chiediamo equità per una legge che esiste solo a Macerata». Così i gestori di sale slot, commercianti e tabaccai arrivati oggi pomeriggio nella redazione di Cronache Maceratesi per protestare contro l’ordinanza del sindaco Romano Carancini che vieta l’uso degli apparecchi di gioco d’azzardo in certi orari della giornata (leggi l’articolo). Una situazione che, sostengono i commercianti, non sarebbe un vero e proprio contrasto alla ludopatia, almeno per due motivi: «Basta fare due minuti di strada da Macerata ed andare a Colbuccaro o Corridonia per giocare – spiegano – o aprire un’app sul telefono». In rappresentanza delle decine di attività che dispongono di slot machine, Walter Cicconi, Sergio Pettorossi, Nicola Pietrani e Fulvio Andrenelli chiedono un incontro urgente con il primo cittadino e la Giunta, così da «poter venirci incontro e trovare un “equilibrio”, esprimendo le nostre idee in merito. Questa ordinanza è stata fatta senza avvertirci minimamente o chiederci un’opinione. Noi già siamo stati costretti a licenziare delle persone, e anche per quanto riguarda gli orari c’è un problema grave. Chi ha una sala slot è costretto a far fare orari spezzettati ai dipendenti che fanno anche chilometri e chilometri di strada in più facendo avanti e indietro tra casa e lavoro. E’ giusto combattere la ludopatia, ma dobbiamo trovare un punto d’incontro». I commercianti evidenziano come, con questa ordinanza, «si va a favorire attività fuori da Macerata, unico comune insieme ad Appignano in provincia ad aver adottato queste limitazioni». La minaccia più grande resta però la legge regionale sul gioco d’azzardo, che, se le cose dovessero rimanere tali, comporterà la chiusura del 98% delle attività nel capoluogo legate a slot machine e scommesse perché troppo vicine ai “luoghi sensibili” della città (come scuole, poste, banche e negozi compro oro). «In Italia si è ormai sviluppata una tendenza che favorisce i pesci grossi e penalizza i piccoli commercianti come noi – concludono -. Non ci si chiede mai perché a noi ci fanno chiudere mentre non ci sono problemi per i casinò di Venezia, Sanremo e Campione?».

Il sindaco stacca le slot: contro la ludopatia vietato giocare in alcuni orari

 



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