Il Popolo della Famiglia si presenta:
«Sui fatti di Macerata,
vergognosa la risposta della politica»

ELEZIONI - All'Hotel Claudiani i candidati del movimento creato da Adinolfi e Amato. Nella nostra provincia sono eleggibili Ruza Anic, Domenico Gallo, Maurizio Nardozza, Barbara Archeri e Alessandro Lippo. Presenta anche Clara Ferranti, docente Unimc finita alla ribalta per l'Ave Maria in classe: «I nostri ragazzi hanno bisogno di sicurezza»

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di Mauro Giustozzi

Una corsa solitaria verso il 3%. Lontano da centrodestra e centrosinistra per difendere i valori della famiglia, della legalità, della certezza della pena, della lotta all’immigrazione irregolare, alla delinquenza e allo spaccio di stupefacenti. Nel segno della trasparenza e della legalità. Queste le parole d’ordine del Popolo della Famiglia, il movimento politico creato da Mario Adinolfi e Gianfranco Amato che si presenta alle prossime elezioni politiche del 4 marzo. All’hotel Claudiani la presentazione dei candidati della nostra provincia che correranno per entrate nel nuovo parlamento italiano. A presentare i maceratesi il dirigente nazionale Mirko De Carli nel suo tour in giro per la penisola. Nella nostra provincia sono eleggibili Ruza Anic di Potenza Picena, Domenico Gallo di Apiro, Maurizio Nardozza di Civitanova e Barbara Archeri di San Ginesio per la Camera dei Deputati. Alessandro Lippo di Macerata è il candidato per il Senato. «La risposta data dalla politica nazionale ai fatti di Macerata è vergognosa –ha ribadito De Carli-. Si è puntato tutto sullo scontro ideologico che ben poco ha a che vedere con le violenze che sono state perpetrate qui. Mentre sarebbe necessario rimettere al centro della discussione la famiglia e i giovani. Boldrini e Salvini, dagli estremi, hanno cercato si sfruttare elettoralmente questa triste vicenda. Da parte nostra possiamo dire che lo Stato ha sinora avuto una colpevole gestione dei flussi migratori. E’ necessario che gli irregolari vengano rimpatriati, chi ha commesso un reato resti in carcere e ci sia certezza della pena. Sono indispensabili provvedimenti a favore della famiglia, un aiuto ai genitori a poter seguire la crescita dei propri figli. Invece di guardare le cose urgenti da fare bisogna guardare alle cose importanti. Da parte nostra vogliamo istituire un reddito di maternità e restituire la domenica alle famiglie come momento per stare assieme, cosa che non è più oramai da molti anni».

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Clara Ferranti

Presente all’iniziativa anche Clara Ferranti, docente di Unimc, salita alla ribalta delle cronache qualche mese fa quando fece recitare una preghiera ai suoi studenti durante una lezione in ateneo (leggi l’articolo). Da cinque anni la Ferranti è referente della rete universitaria per la Giornata della memoria che vede dieci università attive in Italia. Ha seguito e studiato le tematiche su Shoah, totalitarismi e antifascismo organizzando anche convegni e mostre su questi temi. «C’è un pensiero unico che accomuna centrodestra e centrosinistra –ha esordito la Ferranti-. Gli ultimi due fatti accaduti hanno proiettato Macerata alla ribalta come capitale d’Italia. Non è che qui sia improvvisamente impazzito qualcuno. C’è sicuramente un terreno che è stato preparato, un humus che ha finito per favorire quegli avvenimenti così efferati. Il primo è che quel delinquente e spacciatore non doveva essere libero di girare per le vie di Macerata: nella sua rete è finita quella povera Pamela poi fatta a pezzi. Ma quanti nostri figli possono cadere nella rete della droga come quella ragazza? Poi il gesto folle di Traini, certamente da condannare: io, però, come madre, mi sento offesa dall’enorme risonanza che è stata data al gesto di Traini e molto meno a quello del nigeriano che ha fatto a pezzi Pamela. Si è svolta in città anche una manifestazione che si è tenuta in modo corretto ma all’interno della quale è stata data più risonanza ad una tragedia, la sparatoria di Traini, piuttosto che ad un’altra, la giovane uccisa e fatta a pezzi».

popolo-della-famiglia-clara-ferranti2-650x433La docente dell’Università di Macerata ha poi esternato quelle che sono le paure che oggi riscontra sia tra i suoi studenti che anche nelle famiglie maceratesi. «I nostri studenti hanno bisogno di sicurezza e tutele, soprattutto i ragazzi di colore –racconta la Ferranti- dopo i fatti legati a Traini. Protezione necessaria anche per le famiglie maceratesi che vedono uscire la sera le proprie figlie per andare ad una festa e che ora sono in ansia sino al loro ritorno. Il pensiero di sapere dove sono i nostri figli sapendo che girano per la città spacciatori di droga ti fa vivere in uno stato d’animo di tensione e paura. E, poi, tornando alle manifestazioni una volta per tutte diciamo che l’antifascismo non è solo di sinistra». Tra i candidati maceratesi c’è Alessandro Lippo che corre per il Senato. «Noi siamo qui nel segno della trasparenza e della legalità –ha sottolineato- che tengono lontani fenomeni corruttivi ed illegali. Dopo quello che è avvenuto si ha paura a girare per Macerata dopo le 19. E’ necessario che sul tema immigrazione ci sia un maggior controllo sui flussi e chi non è in regola venga rimpatriato. Ben vengano le indagini di procura, Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate sul Gus e su tutte le organizzazioni che operano nell’accoglienza. Ci sono bilanci, come quello del Gus, passato in pochi anni dai 2,5 milioni ai 52 milioni di euro. E’ necessario che ci sia la massima trasparenza e quindi ben vengano queste indagini. Che forse potevano essere fatte anche prima che si scatenasse questa violenza che ha colpito Macerata».



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