Farwa Zulfiqar
di Leonardo Giorgi
Fiori d’arancio dalle tinte Bollywood per il talento della moda made in Macerata. Farwa Zulfiqar, la giovane stilista uscita dall’Accademia di belle arti che ha disegnato diversi abiti anche per produzioni Mediaset, racconta il matrimonio da favola organizzato qualche settimana fa in Pakistan, sua terra di origine. Insieme al neo marito, residente nella città di Islamabad, Farwa ha curato i dettagli di una festa unica, durata (come vuole la tradizione del posto) tre giorni. Ovviamente, la stilista ha curato tutti i vestiti della cerimonia, supportata dalla make up artist Sadia Ejaz e l’hair stylist Ginevra Fusari. «Essendo cresciuta in Italia – spiega Farwa – e avendo doppie influenze ho giocato molto con un stile occidentale e mix orientali. Da sempre ho voluto rompere un po’ le tradizioni e per il mio matrimonio, che si è tenuto a Burewala, sono riuscita a creare proprio dei vestiti che avevo sempre sognato. Il mio abito nuziale è stato ricamato in 12 giorni da 10 lavoratori. Il ricamo è stato fatto sul tulle e jamawar puro sui quasi 15 metri di stoffa. Il vestito nuziale di solito è di color rosso, ma io ho scelto oro e magenta con il ricamo a 3D». L’abito era diviso in 4 parti. «Il corpino, lehnga (gonna) e il sarrong (il velo color oro sopra la gonna) e il velo sulla testa». Tutti i vestiti del matrimonio sono stati cuciti, spiega Farwa, «dalla mia amata mamma, non poteva farlo nessun altro. Il tempo per creare tutto era davvero molto poco, ma con tanta pazienza e ostacoli siamo riuscite a creare gli abiti da sogno».
L’abito del giorno delle nozze
Ma come funziona esattamente un matrimonio pakistano? «Tutto parte da “Mayun” , che di solito si fa una settimana prima o 5 giorni prima del matrimonio – racconta la stilista maceratese -. In questi giorni la sposa entra in uno stato di isolamento e non è più permesso di uscire da casa e vedere il futuro marito. Iniziano per lei rituali di abbellimento, le maschere sul viso e sulle mani a base di curcuma e farina di ceci erbe e oli aromatici che si applicano ogni giorno. In questo periodo la sposa deve indossare i vestiti di color giallo e i gioielli fatti con i fiori freschi e vengono regalati i gioielli anche agli ospiti. Invece a tutte le amiche single della sposa si regala i braccialetti di vetro (Ciurya) color verde e giallo». La festa vera e propria si sviluppa nell’arco di tre giorni. «Il giorno prima del matrimonio si svolge il “Mehndy” (la festa dell’hennè), cerimonia tra i parenti e amici dove si applica appunto il mehndy. Si dice che più il colore dell’hennè è scuro, più il suo futuro marito amerà la donna. Durante la serata di mehndy si canta si balla proprio come nei film di Bollywood e si fanno riti per allontanare il male (Sadka). La sera viene organizzata la cena per gli ospiti». Il secondo giorno è quello della cerimonia ufficiale di matrimonio, il Barat, dove lo sposo viene accompagnato dai suoi parenti e amici a casa della sposa. «La cerimonia delle nozze “Neekah” si svolge a casa della sposa o nell’hotel dove viene organizzato il matrimonio – precisa Farwa -. La coppia firma il contratto di matrimonio che contiene le condizioni che devono essere rispettate da entrambe le parti, in più l’importo monetario che lo sposo dovrà versare alla sposa in caso di divorzio che viene chiamato (Meher). Il “Meher” comprende due importi, uno dovuto prima che il matrimonio sia consumato e l’altro in un tempo stabilito. Il padre della sposa e dello sposo agiscono come testimoni. Dopo la cena o pranzo per tutti gli invitati arriva il momento del “Ruksati” dove la sposa viene portata a casa del marito». Il giorno finale, “Valima”, è dedicato a salutare tutti i parenti e amici offrendo la cena a tutti gli ospiti del matrimonio.
Meravigliosa Farwa sembra una principessa. Bellismi gli abiti. Tanti auguri ragazzi
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Provo una sana invidia e sincera ammirazione nei confronti di chi tiene e sfoggia le tradizioni del proprio paese, senza avere bisogno di rinnegare le proprie origini e vergognarsi delle sue radici, solo allo scopo di dimostrarsi aperto ad un mondo globalizzato figlio di nessuno. Congratulazioni Farwa a te e consorte e figli…tanti 😉