Parrucchieri ed estetiste: proposto un nuovo regolamento al comune di Civitanova. Confartigianato Imprese ha incontrato questo pomeriggio nella sede di via Carducci, a Civitanova, gli operatori dei settori acconciatura ed estetica per discutere ed elaborare una proposta di aggiornamento del regolamento che ha per oggetto l’assetto degli orari e delle giornate di apertura e chiusura delle attività, che poi sarà presentato al Comune.
L’incontro, arrivato successivamente alla questione delle chiusure festive delle attività di acconciatura che nei giorni scorsi hanno destato obiezioni e discussioni tra gli operatori (leggi l’articolo), ha avuto l’obiettivo di costruire una proposta di regolamento che possa tutelare le imprese del settore rispettando sia le esigenze e le istanze di chi ritiene di voler riposare durante i festivi mantenendo chiuso il proprio negozio, sia di chi sceglie invece di tenere aperta la propria attività, in virtù del principio di libertà di impresa e della libera concorrenza. Presenti all’incontro per la Confartigianato sono stati Rosetta Buldorini, presidente provinciale estetiste, Eleonora D’Angelantonio, responsabile provinciale benessere, i componenti dei direttivi acconciatori ed estetiste Confartigianato e molti operatori civitanovesi dei settori interessati. «Secondo noi è di estrema importanza tutelare le imprese del settore rispettando sia le esigenze e le istanze di chi ritiene di voler rispettare le chiusure festive, sia di chi sceglie invece di essere aperto in svariate occasioni, in virtù del principio di libertà di impresa e della libera concorrenza – dicono i presidenti dei settori estetica ed acconciatura Rosetta Buldorini e Daniele Zucchini – Oggi abbiamo elaborato, ascoltando i pareri dei molti operatori presenti, una proposta di regolamento molto equilibrata e ragionata, volta a stabilire nella maniera più chiara possibile l’ assetto degli orari di apertura e chiusura, così come le giornate lavorative, nel rispetto delle normative e nell’interesse degli operatori e della collettività».
«Assicurare agli operatori del settore un regolamento adeguato ai cambiamenti del mercato e dei consumatori è di estrema importanza – dice Eleonora D’Angelantonio – Al pari del prezzo e delle caratteristiche del servizio, l’orario di apertura dei negozi costituisce infatti una delle dimensioni rispetto alle quali può realizzarsi una concorrenza effettiva tra esercenti. Troppe restrizioni alla libertà degli operatori economici in materia di orari e di giornate di apertura e chiusura degli esercizi possono ostacolare il normale dispiegarsi della competitività, riducendo la possibilità degli operatori attivi di differenziare il servizio adattandolo alle caratteristiche della domanda e sono suscettibili di peggiorare le condizioni di offerta e la libertà di scelta per i consumatori. Coscienti di questo – continua – gli operatori hanno elaborato una proposta consapevole e bilanciata di aggiornamento del regolamento comunale che attualmente ha per oggetto l’assetto degli orari e delle giornate di apertura e chiusura delle attività di acconciatore ed estetista. Da questo incontro è scaturito quindi un documento – conclude la responsabile – che consegneremo al comune di Civitanova al fine di arrivare ad un aggiornamento del regolamento presente il più possibile aderente alle normative nazionali e comunitarie e che soprattutto assicuri agli operatori la libertà di iniziativa e di attività economica, sempre nell’interesse della collettività».
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L’ART. 1 DELLA COSTITUZIONE, dice che l’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro e non sulle multe. L’art. 35 lo tutela in tutte le sue forme, non applica sabotaggi nei confronti di chi vuole lavorare. la confartigianato può provare ad applicare il suo regolamento alle multinazionali della grande distribuzione. Ma o i miei dubbi che ci possa riuscire, Quindi non prendiamola sempre con i piccoli che si sacrificano per sbarcare il lunario.
Tranzocchi, la Costituzione dice che nessuno deve morire di fame e di freddo almeno che non sia una decisione propria, che i lavoratori dopo che hanno perduto lavoro e ammortizzatori sociali a volte tassati fino all’inverosimile tanto che ad un mio conoscente dopo il conguaglio sull’anno di mobilità 2017 gli hanno mandato per gennaio 110 euro circa invece di settecento con cui dovrà viverci e fra due mesi non prenderà più nemmeno quelli ed allora voglio vedere come i funzionari comunali,parastatali, statali o comunque collegati al rispetto della Costituzione si daranno da fare. Qui di democratico c’è rimasto che improbabili assistenti sociali, incapaci, inette ti fanno fare avanti ed indietro finché non mandi a fanculo loro e tutto il sistema previsto dalla Costituzione per aiutare chi si trova momentaneamente in difficoltà. Lo devo dire, detesto gli impiegati che rappresentano lo stato perché quasi tutti quelli che potrebbero e dovrebbero aiutarti ti vedono solo come una rottura di palle e che tanto loro lo stipendio ce l’hanno e chi glielo tocca. Una volta c’era l’Eca, Ente Comunale Assistenza, che si rendeva conto che se andavi da loro era perché già quel giorno avevi fame e ti aiutavano subito anche se venivi da fuori. Adesso devi fare l’Isee, domande su domande, centinaia di scale avanti ed indietro ed il bello che ogni anno dicono: quest’anno per i servizi sociali, uno o due milioni in più che si vanno ad aggiungere a quelli dell’anno prima. Si, certo ma a chi vanno?
MICUCCI,DI SOLITO, I PROVERBI non sbagliano. Ce n’è uno che dice, che il pesce incomincia a puzzare dalla testa. Sono settant’anni che contribuiamo a pagare di tasca nostra la massima autorità dello stato e altre quindici persone che il loro compito è soltanto quello di essere i custodi della carta costituzionale. Se queste persone si fossero attenute ai compiti per la quali sono state pagate, il problema del suo amico e tanti altri simili non sarebbero mai esistiti; visto che l’art. 3 della carta costituzionale, tra le altre cose dice: “che è compito della repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitano di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica economica e sociale del paese.” Ecco: se chi di dovere avesse lavorato in tal senso, non esisterebbero tante fazioni partitiche responsabili del mercato della schiavitù dei lavoratori. Micucci, ma in quale democrazia vera sta scritto che per avere uno straccio di lavoro che permetta di vivere un po’ dignitosamente, bisogna leccare il sedere a qualche politico? Io personalmente, noto che tra il popolo Italiano i BEOTI sono in aumento. Quindi, chiudo con un altro proverbio che dice: chi e causa del suo mal pianga se stesso.