di Fabrizio Cambriani
Sono stati giorni febbrili e particolarmente concitati quelli che hanno preceduto l’ultima assemblea regionale del Partito Democratico. Con una consistente e agguerrita minoranza pronta a dare battaglia per destituire Comi dal suo incarico. Tutto sembrava predisposto alla bisogna quando, all’improvviso, è arrivato uno stop perentorio da Roma. Pare, da indiscrezioni raccolte, che sia giunto nelle Marche, appositamente per siglare e garantire una tregua tra le varie parti in causa, il vicesegretario nazionale, e ministro dell’agricoltura Maurizio Martina. “Siccome nelle Marche avete sicuramente argomenti e molto materiale di cui occuparvi, concentratevi tutti sulla ricostruzione post-sisma. Possibilmente evitando di far fare a me e all’intero governo altre brutte figure come avete già fatto con le stalle, l’inverno scorso”. Questo in estrema sintesi, il concetto esposto, con il quale è stata, come per magia, sciolta quella che sembrava all’apparenza, una fronda indissolubile e disposta alla qualunque. Già dalla sera stessa si contavano più le defezioni che le presenze nell’incontro organizzato dal duo Carrescia & Morgoni al Conero Break di Ancona.
Però successivamente e in sede di quella che doveva essere un’assemblea regionale unitaria e monocorde, con tanto di soporifera benedizione del riconfermato presidente nazionale Orfini, hanno suscitato molto clamore i distinguo e le dure prese di posizione anti Comi dei pesaresi Morani e Ricci. Ora, lasciamo perdere la parlamentare Alessia Morani che politicamente ha lo stesso peso specifico dell’elio. Poi, a beneficio di chi non la conoscesse, è bene sapere che la Morani è quella che per riparare ad una clamorosa figuraccia patita in televisione, resuscitando perfino la supercazzola e il Conte Mascetti, ebbe la geniale intuizione – al fine di riabilitare la sua ammaccata immagine – di riportare a Fabrizio Ronconi del Corriere della Sera che (cito testuale): «Lo sa anche lei, no? Sulla Boschi fanno illazioni per i rapporti che ha con Bonifazi e con Renzi, cose pesanti, molto pesanti francamente…». Ciò tanto per dire del suo spessore politico.
Tuttavia da uno come Matteo Ricci, il giovane sindaco di Pesaro, con un futuro da statista davanti, ci si aspettava onestamente qualcosina di più. Il tema della ricostruzione indicato da Comi per tentare di unire l’intero partito sarà pure strumentale quanto si vuole, ma è oggettivamente inattaccabile. Premesso che a pensar male si fa sempre peccato – e di questo faccio pubblica ammenda – si ha sempre di più la sensazione che ai pesaresi delle zone terremotate, della loro ricostruzione e del loro futuro non freghi nulla. Anzi, se potessero, sfrutterebbero cinicamente anche questa triste circostanza per dirottare qualche soldo in più nelle loro ricche contrade, come invero hanno fatto, inventandosi per l’occasione l’esilarante concetto di danno indiretto da risarcire, infilandolo con tanto di emendamento, dentro una legge dello Stato. Ma, attenzione, questo è solo un gesto poco più che simbolico di disprezzo. La partita vera si giocherà con i fondi che lo Stato metterà a disposizione per la ricostruzione. Poiché nel pesarese hanno sede le più grandi cooperative edili, accadrà che esse cooperative saranno chiamate nei principali e più vantaggiosi cantieri della ricostruzione. I soldoni che prenderanno nell’entroterra terremotato – stiamo parlando di vagonate di milioni di euro – li investiranno poi nella loro riviera in affari sicuramente più convenienti.
Stando così le cose significherebbe che dall’ultima assemblea regionale, i rapporti e gli equilibri dentro il Pd stanno cambiando e pure di parecchio. Quella che in apparenza si profilava come una battaglia dei pesaresi contro Comi che pescava, estemporaneamente, alleati di qua e di là, si rivelerebbe in realtà e a tutti gli effetti, un palese sentimento di indolenza nei confronti di tutti i terremotati. Ma, la verità vera è che dietro tutto questo c’è un affare colossale. Straordinario e circoscritto. Che si profila peraltro in piena crisi dell’edilizia. Dove i pesaresi pretenderebbero la torta tutta intera. Senza sottoporre la questione a nessuna discussione. Eliminando chiunque si trovi ad essere d’inciampo al loro disegno o non ne sia del tutto funzionale. Comi, che sia detto senza cattiveria alcuna, non è un genio della comunicazione, in una lunga intervista su un quotidiano tutto questo lo ha appena, appena solo vagamente accennato. Viceversa, e a mio avviso sbagliando, ha sproloquiato su tutti i fronti, narrando diverse, rosee realtà che non esistono nemmeno lontanamente nei sogni più ottimistici degli innocenti. Così facendo ha occultato con un sacco di argomenti criticabili e poco opportuni, il punto centrale e decisivo della questione.
La notizia è che rispetto al procedere tradizionale che vedeva i pesaresi, una volta definiti e raggiunti i propri vantaggiosi obiettivi, disposti a condividerli con le altre province marchigiane, stavolta si marcia con un evidente, irrituale, strappo. Matteo Ricci sarebbe il sedicente uomo nuovo, autocandidato unico in pectore per un importante incarico di governo. Dopo aver inviato il suo uomo Ceriscioli in Ancona, a dirigere il traffico politico regionale, distribuendo incarichi e consulenze a pioggia, adesso e facendo leva sulla sua vicinanza a Renzi, gioca nella sua partita decisiva il tutto per tutto. Vedremo se in virtù di singoli accordi che penalizzerebbero fortemente il territorio, ma in cambio manderebbero in Parlamento qualche federale silenzioso e ubbidiente, riuscirà nell’intento di trasformare questa regione, plurale per secoli, in un suo feudo personale. Ma soprattutto, nel caso riuscisse nel suo obiettivo, vedremo pure chi e come sia disposto a tradire la propria terra, per un misero piatto di lenticchie. Sotto questo aspetto, le recentissime cronache relative alle dinamiche del Partito Democratico, ci hanno consegnato verità che sembravano incredibili solo un attimo prima. Nel caso di Marcolini, per esempio, che a tradirlo senza alcun riguardo – nemmeno per i benefici che, da presidente regionale, avrebbe portato sul proprio territorio – nelle primarie con Ceriscioli, è stato addirittura il suo primo cerchio.
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Chapeau
Mi sembra proprie di rileggere Dumas nel libro “I Borgia”. Saranno passati i secOli ma il vizio è sempre lo stesso.
Lo scontro attuale all’interno del PD è totalmente centrato sulle prossime candidature al parlamento, ambite da Matteo Ricci, che vuole lasciare la carica di sindaco di Pesaro e dedicarsi a tempo pieno alla politica nazionale (come già sta facendo da tempo), e da Francesco Comi, che, da quando è segretario regionale del partito (carica che acquisì, come si ricorderà, grazie ad un cavillo burocratico che gli consentì di mettere in un angolo l’allora sfidante Ceriscioli), sta facendo tutto il possibile, ed anche l’impossibile (dopo essere stato costretto a rinunziare a candidarsi come governatore delle Marche), per arrivare a candidarsi nelle ormai prossime elezioni politiche, possibilmente al Senato, ricorrendo al suo vastissimo e notorio repertorio di trucchetti e magheggi ed agli appoggi che si è sapientemente costruito a livello nazionale.
Un’altra che sta scalpitando in tale senso è cosiddetta super esperta economica del governatore Ceriscioli, quella scienziata di nome Sara Giannini che i marchigiani ben conoscono per essere stata, insieme a Spacca, la principale fautrice del biogas speculativo nelle Marche, e che poi, per la sua scelta miope dell’appoggio a Cerescioli contro Pietro Marcolini nelle ultime primarie del PD, si è vista premiata con un incarico di consulenza in Regione immeritato ed offensivo verso i tanti giovani ben più titolati e privi di appoggi politici.
Insomma, per i maceratesi si profila la nefasta possibilità di avere Comi candidato al Senato e la Giannini candidata alla Camera: una tragedia che squalificherebbe del tutto il PD marchigiano.
E pensare che volevano entrare a far parte dei comuni del cratere … che razza di gente….
@ Fabrizio , più leggo le tue riflessioni e più ho la senzazione che tu hai dimenticato qualcosa.Usi metafore che dicono e non dicono, ma una cosa non sai, forse, Ceriscioli è dove è perchè così doveva essere, non sarebbe mai diventato quello che è se si fosse presentato e vinto il congresso. Mi sembri che in sostanzi dici quello che Bommarito interpreta delel tue parole, chi va a Roma e chi non va. Dimnentichi una cosa nelle marche sia come PCI/PDS/DS/PD hanno sempre comandato i Pesaresi, ora con l’aiuto di macerata , ora con l’aiuto di Ancona, questo lo so perchè ero iscritto al PCIe suoi succedanei since by 1974 , Ma tu non fai parola dei tuoi amici del passato cioè ex DC/PPI/MARGHERITA. La ricostruzione si mette malino, aumenta la fronda alla conduzioe del dopo terremoto, il dissenso aumenta anhce per la Regione, Solo i Pesaresi non bastano per riconfermare la guida della regione per altri 10 anni e se vanno a Roma come tu dici,non so se la provincia di Macerata che è stata determinante per la sua elezione ci sarà ancora, ho anche dei dubbi sull’ascolano. caro Fabbrizio scusami se ho scritto fregnacce, ma non so riusciti a capire ciò che tu dici.
Gazzosa, ma da autentico uomo di sinistra che difendi strenuamente ,beh, diciamo che difendi gli amministratori di Civitanova perché di profondissima fede sinistroide, non ti sei accorto che a forza di succedanei il Pci ( succedanei che non hanno mai sostituito, semmai cambiato sempre in peggio di sigla in sigla la politica del Pci), fino a diventare un partito che non ha più nessun collocamento né di qua né in mezzo e né di là. Effettivamente quando dici che sei di sinistra e per questo difendi sempre a spada tratta i tuoi agganci al comune ( definizione da te data come sicuramente ricorderai e che non è che ha giocato tanto bene in favore della tua onestà intellettuale ), mi sai dire esattamente politicamente che cosa rappresenti, qual è l’ideologia che ti fa difendere tutto l’indifendibile dei tuoi agganci? Paura di perdere i tuoi privilegi nel caso cambiasse amministrazione? Del resto il tuo lavoro lo fai, bene o male non lo so, quindi potresti benissimo continuare a svolgerlo, chiaramente parlo del più famoso “ appalto della spazzatura “ che dovrebbe e lo fa, parte di tutti gli esposti fatti contro codesta amministrazione e che anche a due giorni dalle decisioni irrevocabili credo che almeno teoricamente ce ne siano altri che stanno facendo l’autostop per Macerata. I più tenaci e coraggiosi, visti i tempi che corriamo con tutti questi predoni in giro, si spingeranno fino a Roma, dove male che va potranno godere delle bellezze della città più bella del mondo, uno perché solo in Italia può collocarsi la città che così si può definire e due perché tra quelle che ho visto io, compresa Venezia che non è proprio un bruscolino è quella che più mi piace. Gazzosa, scusami se ti sto rompendo, ma stamattina non c’è niente da commentare, o meglio speravo di trovare le famose “ Le confessioni di Costamagna “ altro che quelle di Sant’Agostino e di Rosseau. Sarebbe stato un best seller, ma evidentemente queste confessioni oltre che a qualcuno faranno paura pure a lui. Ieri ho sentito dire alla radio che difendevi anche il mal funzionamento delle telecamere che ci sono non ci sono, funzionano non funzionano, non sanno inquadrare le inquadrature, mancano gli esperti , è colpa della vecchia amministrazione. Non credi di esagerare con tutti sti stinchi di santi. Damme retta, mazza mazza, quelli come me, te e loro semo tutti na razza. Ce ne sono anche di peggio per carità anzi i loro nella mia non ce li voglio, andassero con le atre che sono più appropriate. Io in fondo se devo vergognarmi lo faccio anche se non lo dico.
@ Redazione di cronache maceratesi, una vostra collaboratrice mi dice che l’alias di SAURO MICUCCI è craccato, e che venga usato da altri, ora mi chiedo due cose :
risponde a verità? voi sapte chi lo usa?
Cambiando pelle periodicamente il piddino diventa piddone.
Berdini, Oro dice che sono craccato, adesso te lo dice anche una collaboratrice di CM, hai agganci al comune, ti chiamano come criminologo per indagini alle telecamere ( allora qualcuna funziona ?) e sai tutto sul mondo politico civitanovese. Comunque teste craccate o no, non facevi prima a rispondere. T’avessi chiesto dei soldi, va bene, ma era soltanto un tuo giudizio sull’attuale succedaneo delle varie sigle che si sono succedute ognuna a sostituire in peggio quella precedente, fino ad arrivare al Pd. Pd, partito in liquidazione dal presente discutibile. Per carità, non è che sia il solo. Però, è sicuramente il più misterioso. Non si riesce a trovargli una collocazione politica.Comunque, se Domenica tiene a Civitanova, anche i prossimi trenta governi saranno vostri. Fra centovent’anni, anno più anno meno saranno i pronipoti di Renzi e della Boschi a reggerli.
E’ vero Giorgi, ma allora tu conosci Gazzosa, italiano integrato?