di Giancarlo Liuti
Questa nostra cara Provincia – adesso la gelida inespressività della burocrazia impone di chiamarla “Area vasta numero 3” – è alle prese con una serie di questioni economiche e sociali diverse fra loro ma che il destino ha messo in un unico calderone rendendo impossibile distinguerle e affrontarle col dovuto raziocinio. Al primo posto, per pressanti e ineludibili motivi di attualità, vanno poste le questioni relative ai danni del terremoto, un capitolo, questo, che le istituzioni pubbliche nazionali, regionali, provinciali e comunali debbono gestire col massimo della prontezza e della solidarietà verso le migliaia di persone costrette ad abbandonare le loro case e a trasferirsi in luoghi ospitali, sì, ma improvvisati e certamente lontani dalle loro consuetudini di vita.
Non poco è stato fatto e si sta ancora facendo – si può fare di più e meglio, forse, ma non si deve ignorare che la perfezione non è di questo mondo – e ogni giorno si ha notizia di qualche passo avanti senza però illudersi che il traguardo finale – il ritorno alla normalità residenziale delle città, dei paesi, dei centri storici e delle frazioni – si possa raggiungere con l’auspicabile sollecitudine. Di questo maledetto terremoto se n’è parlato molto e si continuerà a parlarne, tanto dolorose sono le ferite, e non mi riferisco solo a quelle materiali ma anche a quelle immateriali degli affetti familiari, della disperazione sul futuro, del dover ricominciare da capo col fardello di età spesso molto avanzate. Un capitolo, questo dell’impegno sociale e civile di risollevarsi dalla barbarie del sisma, che ovviamente comporta sacrosante e non poche risorse finanziarie provenienti dai bilanci degli enti pubblici. E come sono messi questi bilanci se si considera la situazione generale dell’economia pubblica italiana? Beh, non c’è da stare allegri.
Per i centri e gli abitanti dell’Alto Maceratese, insomma, non mi pare ci sia da sperare in una manna che cada dal cielo. E mi si lasci esprimere un moto di rabbia quando penso ai grandi meriti civili della nostra gente montana, così legalitaria, così pacifica, così refrattaria alle infiltrazioni mafiose, così laboriosa. Ma questo è un altro discorso e va lasciato perdere. Giova però ripetere che il fato non è stato generoso con essa e che gli altri maceratesi dovrebbero tenerne conto.
Ma i capitoli di cui vorrei oggi occuparmi sono due. Il primo, come ho già detto, è quello del terremoto e dei suoi effetti, mentre Il secondo non ha nulla a che vedere col terremoto, era aperto anche prima del terremoto e lo resterà pure dopo. A che cosa mi riferisco? Alla situazione “istituzionale” della provincia – area vasta? – maceratese e alle sue prospettive di sviluppo economico, sociale, civile. Ce ne sono? Non ce ne sono? Fanno fatica a venir fuori? Sciami sismici a parte, ho la sensazione che su questo piano si potrebbe fare meglio e di più, cercando anzitutto di formarci, ciascuno di noi, la coscienza di appartenere a circa trecentomila persone che vivono nel Maceratese, hanno più o meno le stesse abitudini e parlano più o meno lo stesso linguaggio. E’ questa, sociologicamente parlando, la cosiddetta “comunità”, al consolidarsi della quale non giovano i localismi campanilistici.
Prendiamo il caso dell’Ospedale Unico, che – lo dice la parola stessa – dovrebbe essere uno solo, in una posizione facilmente raggiungibile da ogni parte dell’Area Vasta e di primo livello in quanto a specialità mediche e chirurgiche, tale cioè da operare a sostegno, nei casi meno semplici, della salute dell’intera popolazione provinciale. La qual cosa favorirebbe, in ciascuno di noi, la fiducia di potersi curare, se ne ha bisogno, nel miglior modo possibile. Ma “Ospedale Unico” significa “Ospedale Unico”, cioè uno solo, e sorprende che a tutt’oggi siano saltate fuori ben sei candidature: Macerata, San Severino, Montecosaro, Civitanova, Tolentino e – con qualche indebito riferimento al terremoto – Castelraimondo. Due capitoli diversi, insomma. E sarebbe sbagliato badare solo al primo e dimenticare il secondo, o viceversa.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Ma che scrive Liuti da qualche tempo in qua? ma si rende conto che non si riesce a leggerlo oltre l’occhiello per le connessioni illogiche che fa, per le cose che assembla senza filo logico, salvo quella di aderenza al partito e ossequio ai suoi adepti più stretti? ma che vuole dire, per esempio, con ” non poco è stato fatto” a proposito del terremoto? Boh! per me gli serve un check up urgente ,oppure, più semplicemente, un vitalizio da giornalista di sinistra in pensione.
La logica direbbe che l’ospedale unico Provinciale sia fatto a Macerata. In primis come centro abitativo più importante a cui il servizio è rivolto. Poi è baricentrico rispetto alla costa e al territorio interno, che con la strada intervalliva, che si dovrebbe completare i prossimi anni, sarebbe più facilmente raggiungibile rispetto ad altre candidature. Inoltre anche come snodo di servizi di autolinee e rete ferroviaria ne migliorerebbe l’accesso da parte di tutti gli utenti provinciali. Anche il fatto di essere provvista di eliporto per eliambulanza è un’altro fatto di merito. Sicuramente tra i due siti proposti dall’Amministrazione Comunale, La Pieve è migliore di quello di Villa Potenza in quanto si trova più vicino alla superstrada.
basta leggere le parole di Don Giuliano per capire come la vecchia politica affronta le questioni: con la tifoseria. Macerata granne ha più diritto!!! Don Giuliano dovrebbe spiegarci perché accentrano un servizio essenziale. Lo accentrano solo per soldi. dicono si risparmierà…in soldi non certo in salute. Pensiamo ad un infartuato montano costretto a raggiungere Villa potenza! La logica dei grandi ospedali è banale…20 anni di speculazioni edilizie con strani giri di soldi e l’evidentissima intenzione di avvantaggiare le strutture private. Basterebbe che questi “potenti” quando si dovessero sentir male fossero costretti a passare per un pronto soccorso anziché per le loro strade preferenziali…e tutto cambierebbe.
Ricordo un infartuato a Cingoli, portato d’urgenza a Macerata dove è morto.
Parlare di ospedale unico e farci pure la candidature erano stronzate prima e tali sono rimaste. Ceresciuoli che aveva già avuto modo di fare orrore con gli ospedali e in seguito con il terremoto, sa che la logica sia quella di rafforzare gli ospedali già esistenti e metterci qualche infermiere e medico in più visto che a Napoli in cento vanno pure a spasso. Ma lui continua a seguire la sua logica, chiudere gli ospedali, così la regione risparmia i soldi versati dai contribuenti ( ma chiamiamoli, derubati, derisi, costretti ad essere cojoni ), lo stato è contento perché li può utilizzare per ruberie varie e legali e Ceriscioli finanziato dalla sanità privata continua nel suo disegno che mi sa e molto collimante con quello dei suoi finanziatori. Mi fa specie che nessun giudice in ancona che guarda quando ha speso il consigliere K per comprare le mutande all’amante o a chissà chi, non venga mai colto dal dubbio che in tutto questo c’è qualcosa che non va.
Parliamo ancora di ospedali unici quando dopo sei mesi dal terremoto non sono riusciti a fare niente? Neppure due stalle per gli animali o la rimozione delle macerie.
Come è pensabile dare casette ai terremotati per le quali occorrono 3/4 anni. Costano come un appartamento normale.
E pensiamo all’ospedale?
Dovevano nominare commissari i sindaci e dare loro carta bianca saltando la burocrazia Errani. Costruire subito senza il passaggio casette (una buffonata).
Eventi eccezionali decisioni eccezionali. I sindaci conoscono le esigenze della cittadina, le necessità e decide come quando e chi costruisce. Punto.
Si possono aspettare le direttive da Rieti?
Non si sono minimamente conto della entità dei danni.
L’importante è aver fatto le sfilate, se ripassano ora vengono presi a mattonate!!!
Solo adesso Errani si è accorto che il sistema non funziona, cosa è stato a fare finora?
Mara, a mio sommesso parere hai perfettamente ragione, ma se su 1400 lettori protesti solo tu (e ti fischiettano pure), ha ragione anche Liuti. Lui ha capito quello che è opportuno scrivere. Mentre la verità è plurale (ognuno la interpreta a modo suo), l’utile è singolare (o quasi).
La barbarie del sisma è stata davvero eccessiva, a gente montana di così grandi meriti il fato dovrebbe riservare sismi più civili. Troppe sei candidature per l’ospedale unico, poi si rischia di fare confusione com’è successo stanotte a Hollywood al momento della proclamazione dell’Oscar per il miglior film.
x Cherubini – Il sistema degli ospedali diffusi a livello provinciale non sono più realizzabili sia per i costi che l’efficienza che richiede oggi un continuo aggiornamento in tecnologie e specializzazioni del personale. Inoltre le distanze nel territorio sono di fatto ridotte sia dalle strutture viarie che dai mezzi di trasporto. Nel territorio devono restare solo dei punti di pronto intervento per le prime cure e poi per il ricovero.
Le strutture ospedaliere, oggi, ricoverano solo per il tempo strettamente necessario, con strutture aggiuntive di lunga degenza nel caso necessario.
Si tenga poi l’ironia del “don Giuliano”.
Caro Pavoni, intanto grazie per non esserti limitato a mettere un pollice verso ma a dimostrare , da par tuo, di avere il solito coraggio nell’esprimerti apertamente. Il che, a torto o ragione, rende gli uomini liberi e non schiavi della maggioranza o dell’autorevolezza delle opinioni impartita dall’alto della stampa, di chi sa che parole usare per essere fedele sempre e pronto a difendere a spada tratta il proprio schieramento politico, dimostrandosi , a questo punto della storia dove il commissario straordinario fa mea culpa, essere più erranista del re. Detto ciò, a me i fischi non fanno paura, anzi; sono gli applausi che mi destano prurito, imbarazzo e sospetto, e la riverenza , e l’inchino da Costa Concordia. E poi si sa, Franco, il banco vince sempre, non c’è di che sorprendersi nel novero tra pollici verdi e rossi. In ultimo, anche se seguito a non capire il nesso fra terremoto e ospedale unico inserito nel calderone dei famosi campanilismi da combattere su cui il giornalista in questione insiste sempre , tranne per quello di Macerata di campanile, ovviamente escluso come già dato per super partes, il plauso va sempre a Cronache Maceratesi, che nel separare i fatti dalle opinioni, offre insieme Liuti e Cambi nella stessa pagina, dove il secondo per me rappresenta migliore modello di giornalismo, che non piega la realtà ai propri ideali , desideri e voleri , ma te la mette nero su bianco col dovuto rigore intellettuale , con l’affronto necessario verso il potere costituito e senza tanti giri di parole. Infine infine, trovo estremamente offensivo verso tutti i terremotati, proprio tutti, che qualcuno, anche fosse la massima eminenza grigia nel giornalismo, come opinionista possa scrivere una cosa tanto distante dalla verità dei fatti, ovvero : “Non poco è stato fatto e ancora si sta facendo- si può fare di più e meglio, forse, ma non si può ignorare che la perfezione è di questo mondo- e ogni giorno si ha notizia di qualche passo avanti” etc.
FORSE?
LA PERFEZIONE??
ma che film sta vedendo, dott. Liuti? qui non siamo neanche prossimi alla perfezione, siamo nel nulla di fatto più assoluto! O FORSE ha prova contraria che è stato fatto, ovvero, tutto il possibile? a me, non risulta proprio.
p.s. per quanto riguarda l’aspetto fatalistico del sisma che ha colpito i territori montani, e che non c’entra davvero una beata cippa il fato, ci ha pensato Massimo Giorgi. Grazie.
Meschini, o Don Giuliano, che si è prestato al gioco delle primarie del PD, con Carancini e Ricotta, stia pure zitto che so quanti voti gli ha portato Ricotta, 80 circa, che poi sono ben stati ripresi al ballottaggio, stia zitto, per cortesia, lei forse non sa , non ricorda, sugli ospedali, la sanità, che le stesse motivazioni di ” risparmio” sulla salute pubblica, furono le stesse dal passaggio dalle province alle regioni a metà anni ’70, e che si è visto bene quanto risparmio hanno portato…ahahahah, mentre a lei, che vantaggi ha portato prestarsi al gioco delle primarie di Carancini? Ancora oggi a niente, sembra, nonostante i suoi sforzi di rimanere fedele. Le auguro il meglio, mi creda, ma ci spero poco visti gli statesereni del PD ai suoi più prossimi vicini ed alleati. Saluti cordiali.
x Tamara – La maldicenza è un bello sport, complimenti.
Non mi sembra che solo Tamara protesti.
Meschini, semmai fosse maldicenza, non è il mio sport; semmai, sarà stato di quanti dell’ambiente l’hanno fatta circolare. Ad ogni modo non c’è niente di male. Sono normali giochi politici in periodo elettorale, ognuno per raggiungere i propri scopi.
Micucci, scusa se ti ho trascurato, ma essere 1 su 1400 o 2 su 1400 non cambia la realtà del silenzio assenso della stragrande maggioranza di fronte allo scandaloso e insopportabile elogio della gestione del terremoto.
Forse si può sperare che i conterranei sibillini si trovino nei confronti della scrittura nella stessa condizione di Totò e Peppino nella lettera alla malafemmena, dono invidiabile, grazia sublime, ma è una speranza assai flebile: la scuola ci ha ap.pestati tutti.