Da Americo Sbriccoli, presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Macerata riceviamo:
Un articolo del giornale “La Repubblica” del 27 giugno scorso, nel quale si parla di una specie di guerra in atto contro le vaccinazioni ad opera di detrattori disinformati, il recente manifesto della nostra Federazione Nazionale (FnomCeo) in difesa del loro imprescindibile valore in difesa della salute degli individui e della società, insieme alle lucidissime relazioni scientifiche del convegno di Cingoli del primo ottobre scorso , mi inducono a richiamare l’attenzione dei concittadini sulla questione. Oltre tutto, questo mi sembra necessario perché, nell’articolo di cui sopra, proprio le Marche, insieme a Sicilia e Campania, sembrano detenere il record nazionale di assenteismo vaccinale.
Oggi sappiamo bene che, nelle malattie infettive, da un lato ci sono i microrganismi (batteri, virus e altri), che per crescere e riprodursi debbono colonizzare organismi viventi e, dall’altro, c’è l’uomo, che può sopravvivere solo con la distruzione dei germi invasori.
Nella contesa, i punti di forza sono, per i germi patogeni, la carica batterica e la virulenza, per l’uomo, l’immunità conferita dal possesso di anticorpi specifici.
C’è però il problema dei tempi, perché, mentre la malattia può concludersi drammaticamente in pochi giorni, la produzione degli anticorpi ha bisogno di molto più tempo (non meno di alcune settimane). Pertanto, nell’ordine naturale, diventa immune solo una sparuta minoranza di persone, che per ragioni contingenti, possono riuscire a superare la malattia, come i monatti nei “promessi sposi”.
In quasi due secoli di ricerche, da Jenner in poi, si è accertato che:
1) Negli agenti infettivi l’azione patogena (che fa la malattia) e quella antigenica (che induce la produzione di anticorpi) appartengono a frazioni organiche distinte come le due metà di un biscotto.
2) La vaccinazione consiste nella possibilità di inoculare solo la frazione antigene, in modo che si possa produrre immunità senza il rischio della malattia.
3) Nei primi tempi la separazione degli antigeni vaccinali era piuttosto approssimata, col pericolo di qualche danno collaterale, che oggi, grazie al progresso scientifico e tecnologico è quasi a zero.
4) Lo scopo della vaccinazione, nel tempo, oltre a quello di protezione individuale ha finito per essere quello, molto più ambizioso, della eradicazione dell’agente patogeno ( più nessun nuovo caso in tutto il mondo per 15 anni ), com’è già successo per il vaiolo, mentre sarebbero quasi in arrivo anche poliomielite e morbillo.
Dopo circa 150 anni di attività vaccinale, il mondo si sta liberando dall’orribile minaccia di malattie infettive mortali o invalidanti, come il vaiolo, la poliomielite, la difterite, il tetano, la pertosse ecc., dell’angoscia ancestrale delle grandi epidemie e dello strazio infinito dell’altissima mortalità infantile.
Tuttavia capita che oggi la pratica vaccinale cada vittima del suo stesso successo, perché la scomparsa delle malattie più gravi (Poliomielite, Difterite, TBC, Meningite ecc.) porta le nuove generazioni a sottovalutare il rischio della recrudescenza, che di sicuro arriverà se la percentuale di vaccinati dovesse scendere al di sotto dell’85 – 80%
Infatti, se si rendesse disponibile un numero sostanzioso di individui non vaccinati, e quindi privi di immunità, si riaprirebbe la strada alla crescita e alla diffusione di nuove generazioni di germi patogeni antibiotico-resistenti e ad alta virulenza. Tornerebbe trionfante l’apocalisse delle epidemie.
La vaccinazione dunque non può essere considerata solo come una scelta individuale da esercitare con libertà e autonomia solo per proteggere se stessi o un famigliare, ma rappresenta un obbligo sociale che può, e in certi casi deve, essere imposta dalla legge, a tutela della salute pubblica.
Tutto quello che abbiamo detto è accertato scientificamente e non può essere contestato da teorie strampalate ed emotive, che fanno leva su antichi timori o accostamenti arbitrari di casi sfortunati, come di recente s’è fatto per l’autismo, approfittando dello strumento informatico, che purtroppo mette chiunque nella condizione di diffondere a livello universale qualsiasi sciocchezza senza alcun onere di prova.
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Bravo professore
Credo che tutti i genitori, che portano a vaccinare i figli, un pochino siano impauriti.
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Ma il NON vaccinare, esponendo il figlio (e la società)a pericoli ben peggiori, NON vale assolutamente il rischio