Alberto Cicarè
Sicurezza sulle strade, ancora incidenti. Vari sono stati gli episodi di investimenti nelle ultime settimane che hanno coinvolto auto, pedoni e ciclisti. Ultimo quello del giovane di Treia, attualmente ricoverato a Torrette dopo essere stato travolto da un’automobile. Alberto Cicarè, presidente dell’associazione Ciclo Stile, analizza i recenti fatti di cronaca annunciando una manifestazione a Macerata per il 28 maggio con cui chiedere più attenzione a tutti per evitare drammi sull’asfalto.
“L’episodio del ragazzo investito in bicicletta (leggi l’articolo), nella sua drammaticità, è come uno schiaffo per le nostre coscienze. Non possiamo chiudere gli occhi di fronte alla guerra che ogni giorno si combatte sulle strade. Fretta, distrazione, arroganza trasformano le auto in armi micidiali”.
La prima critical mass di Macerata (foto d’archivio)
E proprio dopo l’incidente in cui è rimasto gravemente ferito il 16enne di Treia, l’associazione Ciclo Stile ha deciso di aggiungere alla Ciclopica, la festa della bicicletta già in programma il 28 maggio ai giardini Diaz, anche una manifestazione con cui chiedere più sicurezza in strada. “Almeno l’incidente accaduto sia come una secchiata d’acqua gelida in faccia – dice Cicarè -. Almeno ci aiuti a riflettere. Nel 2014 in Italia ci sono stati 3.400 morti per incidenti stradali (circa 10 al giorno), 15mila feriti gravi. Sono numeri da bollettino di guerra, che nascondono drammi come quello che stanno vivendo il 16enne e la sua famiglia. Siamo tutti colpevoli, perché ciò che manca è il rispetto. Il rispetto per l’altro ci impedirebbe di tenere comportamenti sconsiderati, guidare a velocità folli, girare in bici affiancati su strade pericolose, attraversare dove non è consentito”.
“Si parla di città del futuro – continua -, di smart city, ma attraversare la strada continua a essere una piccola avventura, le aree di fronte alle scuole sono le zone più pericolose della città, gli autobus girano vuoti perché non concorrenziali rispetto all’auto.
La bici di un ciclista travolto a Civitanova
Cambiare mentalità è complicato? Qualcuno deve dare l’esempio, dalle piccole cose ai grandi progetti. Una città moderna facilita la vita dei cittadini, non agevola le automobili. Siamo consapevoli che il numero delle auto in circolazione e la loro eccessiva velocità sono la causa principale di ingorghi e pericolosità delle strade? Eppure si facciano gli esempi di amministrazioni che hanno fatto investimenti seri per rendere più efficiente il trasporto pubblico, per favorire una vera mobilità in bicicletta, per rendere più accessibili le città a chi vuole o deve spostarsi a piedi, soprattutto per le persone con mobilità ridotta (leggi l’articolo). Si parla solo di nuove strade, di parcheggi.
Una iniziativa di Ciclo Stile
Ma noi non ci arrendiamo. Il 28 maggio ai Giardini Diaz ci sarà la Ciclopica, la festa della bicicletta. La voglia di festeggiare, di fronte a quello che è successo al 16enne investito ci è un po’ passata e per questo uniremo al divertimento anche una manifestazione con cui chiedere più sicurezza nelle strade. Ancora non abbiamo deciso come intervenire, sicuramente sarà un evento pacifico e condiviso come è nel nostro dna ma allo stesso tempo vogliamo che il nostro messaggio si diffuso in maniera evidente. Invitiamo tutti a partecipare numerosi per testimoniare alla città che è possibile percorrere strade diverse. Ognuno di noi e dei nostri famigliari fuori dall’auto è un pedone e il problema della pericolosità delle strade riguarda ogni singolo cittadino. I ciclisti scendono in strada non per fermare il traffico, ma perché sono il traffico”.
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Spesso si usano le parole (vedi smart city o mobilità sostenibile) perchè vanno di moda o perchè qualche dirigente di partito invita ad usarle. Nella realtà siamo di fronte ad amministratori poco capaci e poco sensibili.
Alla pressione del M5S di Macerata che chiede da mesi il PUMS (Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile) ci viene risposto che esiste il Piano del traffico del 1998 che è sufficiente.
Le 2 cose sono lontanissime nella realtà in quanto il piano del traffico prevede solo gli spostamenti veicolari, mentre il PUMS prevede ogni tipo di flusso cittadino, quindi anche quello pedonale.
Non si ragiona mai chiedendosi: “come possiamo fare per diminuire il traffico veicolare?” ma sempre chiedendosi: “come facciamo ad arrivare con la macchina al centro?”.
Macerata è una città molto piccola ed una seria trasformazione del servizio pubblico ridurrebbe notevolmente il traffico veicolare pericoloso fisicamente per i rischi evidenziati da Ciclostile, ma altrettanto pericoloso per i danni che arreca alla salute dei cittadini.
Chi vuole avere informazioni sulle polveri sottili è caldamente invitato a partecipare all’incontro pubblico di Venerdì 27 maggio al Teatrino della Parrocchia SS Sacramento di Santa Lucia dove 5 importanti relatori ci diranno cosa sono le polveri sottili e cosa provocano.
video sull’evento
https://youtu.be/yutOL2cSsso
Da guidatore di automobile affermo tranquillamente che:
1. le strade sono state realizzate per i veicoli a motori
2. la causa/colpa degli incidenti che avvengono ai ciclisti su strada è al 99,9% dei ciclisti medesimi che nn tengono un comportamento adeguato per salvaguardare la loro sicurezza…
stefano concordo con te…spesso i ciclisti pensano di essere uguali alle auto cosa che non sono…tendono a girare spesso e volentieri senza segnalare…e quando girano in piu’ persone si mettono l’uno a fianco dell altro in modo non consono al loro marciare e rischiando di provocare incidenti pericolosi per loro stessi ma anche per chi guida.
per cicare’…i ciclisti non sono il traffico..lo sono le auto,gli autobus i camion le moto e gli scooter..ovvero i veicoli a motore….il ciclista specialmente vista la nostra conformazione territoriale e’ al 99 per cento ludico masochistico…..
Lavoro in una città in cui il traffico è un problema serio. Per percorrere 3 km scarsi, in determinati orari, ci si mettono 45 min. Parcheggiare significa litigare con altri automobilisti o pagare parcheggiatori abusivi. Questa città è Roma. Il tema di una mobilità alternativa è vitale, permetterebbe di avere più tempo libero e di vivere la giornata in maniera più rilassata. Tralasciamo il fatto che lo smog s’impregna nei vestiti e nei capelli.
Macerata non è Roma e il proprio traffico non genera grosso stress, bisogna essere onesti.
Questo non smentisce però quanto detto prima, che una mobilità alternativa al mezzo a motore privato renda semplice la vita quotidiana. Questo concetto è più che dimostrato in mezza Europa, dove le città si stanno trasformando e blindano gli accessi alle auto, anche e soprattutto città piccole.
Se si volesse seriamente scegliere di intraprendere una strada “rivoluzionaria” per la mobilità, bisogna però esser molto seri: il ciclista, quello che si sposta in bicicletta per lavorare o vivere la propria città nel quotidiano e non solo per farsi una scorrazzata una domenica, deve avere corsie dedicate dove muoversi in sicurezza. Inoltre, le aree commerciali/turistiche/amministrative dovrebbero essere facilmente e prontamente raggiungibili, qualora interdette al traffico a motore privato, grazie a mezzi pubblici estremamente efficienti, che assicurino raggiungibilità continuata dai quartieri e da punti di raccolta dedicati posti ai confini cittadini (per chi venisse da fuori).
Ben venga il cambiamento, ma con soluzioni serie, ragionate e applicate con rigore.
Utilizzare un incidente, per accendere i riflettori, su un diverso sistema di mobilità urbana non credo sia la strada migliore.
Soprattutto quando si dovrebbero cercare risposte -condivise- tra tutti i soggetti in causa (automobiisti, ciclisti, camionisti, amministrazioni, ecc. ecc.)
Dovunque sia possibile circolare, agevolmente, con mezzi “alternativi” al motore a scoppio -da sempre- questo avviene, non solo nelle piccole città della bassa padana ma anche nei grossi centri urbani e gigantesche città.
Non solo a Civitanova o a Porto Recanati, ma anche a Londra, Parigi, Delhi se la conformazione del terreno lo permette (cioè se la città è in pianura) ci sono molti più cittadini che, per i loro spostamenti, usano la bicicletta e, di conseguenza, ci saranno più corsie apposite, strade privilegiate, percorsi cicloturistici dentro la città e nei parchi…
Questo semplicissimo motivo (pianura), per cui non bisogna scomodare urbanisti e esperti, nel corso degli ultimi 100 anni ha favorito un utlizzo maggiore delle biciclette, rispetto ad altre zone dove è più difficile (per la conformazione del terreno) l’utilizzo…
… Se in questi ultimi anni (nelle città in collina e in mon tagna) ci sono più biciclettari in giro lo si deve soprattutto perchè (oltre all’ormai famoississimo schimano, che ha permesso alle biciclette di muoversi più facilmente in salita) abbiamo la pedalata assistita (prima a combustione ora a elettricità).
Ma la pretesa che adesso tutti si debba andare al lavoro in bicicletta con la “molletta sui pantaloni” (per non farli sporcare dalla catena), come la famosa pubblicità del Mulino Bianco, non solo è un’esagerazine ma è proprio sciocco, perchè non si tiene conto di moltissimi fattori, contrattempi e problematiche connesse…
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Utilizzare un incidente, per accendere i riflettori, su un diverso sistema di mobilità siostenibile non credo sia la strada migliore.
Soprattutto quando si dovrebbero cercare risposte -condivise- tra tutti i soggetti in causa (automobiisti, ciclisti, camionisti, amministrazioni, ecc. ecc.), invece che pretendere che tutti si adeguino ad una visione manichea della mobilità urbana: tutti ancora ricordano il fallimentare “esperimento” fatto a Villa Potenza, pagato con i soldi dei contribuenti…
A Civitanova c’è una famosa ciclopedonale a cui ultimamente per renderla ancora più pericolosa ne hanno ricostruito una buona parte ricollocandola parallelamente al vecchio ( si fa per dire ) tracciato. Per il ciclista che ha problemi di sicurezza, inquietudine biciclomotoria, ansia da investitore anche pirata, paura del volo improvviso ed allergia a fugaci quanto inopportuni tamponamenti, venga ad allenarsi su di essa. Se non verrete investiti da qualche camion raccoglirifiuti, ciclomotori, auto, riuscendo a non investire altri ciclisti, signore con carrozzina porta bambini, normali pedoni che possono attraversare in qualsiasi punto, corridori pedonali, cani con accompagnatore, fornitori di beni di consumo per i vari chalet/ristoranti, ombrelloni e sdraio pedotrasportati, significa che siete abbastanza fortunati da poter sbiciclettare su comuni strade molto più sicure anche con traffico intenso della nota ciclopedonale.
Il codice stradale contempla le bici cosi come ogni altro veicolo a motore e chi le incrocia deve comportarsi di conseguenza.Automobilisti che,visto il FarWest stradale,vogliono stigmatizzare i comportamenti dei ciclisti sono come il bue che dà del cornuto all’asino.I temi veri dell’articolo sono il rispetto e che tipo di città vogliamo,dibattere di ciò mi sembra più serio.