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Il Comune acquista l’ex fiera,
Corvatta: “Poi la buttiamo giù”

CIVITANOVA - La Regione con una variazione di bilancio prevederà la cessione per 240mila euro della parte di sua proprietà. E' andata a buon fine la trattativa con Palazzo Sforza

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L'ex Fiera di largo Cadorna

L’ex Fiera di largo Caradonna

 

di Laura Boccanera

Ex Fiera, il Comune di Civitanova pronto a comprare la parte della Regione per procedere poi all’abbattimento. Prezzo stimato 240mila euro. Si va verso una svolta per il discutissimo immobile di largo Caradonna. Il sindaco conferma l’abbattimento entro il 2016. «Entro la fine dell’anno buttiamo giù l’ex ente fiera», dice Corvatta che prima della scadenza del mandato ha deciso di accelerare la pratica urbanistica sull’ex spazio fieristico oggi spazio di degrado e illegalità, dimora di sbandati, clandestini e senza tetto. La demolizione sarà possibile grazie alla cessione tramite vendita della parte che è di proprietà della Regione e che il Comune acquisterà al 20% del valore stimato dello stabile. E’ andata a buon fine la trattativa che da mesi il Comune aveva avviato con la Regione. E ora Palazzo Raffaello si appresta a inserire in bilancio una variazione (entro giugno) e prevedere la vendita della sua parte al Comune. Il valore stimato è quello di una perizia del 2011 e ammonta a 240mila euro circa. «Abbiamo accantonato dei fondi in bilancio per l’acquisto – spiega Corvatta – vogliamo andare speditamente e demolire la struttura entro la fine dell’anno». L’ultima manifestazione fieristica si è svolta nello spazio di largo Caradonna nel 2012, dopo di che, l’Erf che gestiva le fiere regionali si è sciolto e la struttura è caduta in disuso dopo il fallimento della società che aveva preso la gestione. Da quel momento in poi è stata una lenta morte per la struttura, occupata abusivamente da senzatetto e clandestini e diventata nel giro di qualche anno un luogo di clandestinità e illegalità. Numerosi i blitz della polizia e dei carabinieri, alcuni anche con arresti per gli occupanti, un incendio doloso e poi la richiesta di messa in sicurezza con la muratura della porta principale. Ma chi voleva entrare ha continuato a trovare il modo di intrufolarsi nello stabile che è tuttora abitato. La demolizione rappresenterebbe la risoluzione di una criticità in pieno centro per Civitanova. Non è ancora chiaro cosa diventerà poi quel vuoto urbanistico e se il Comune recepirà l’appello che qualche tempo fa fece l’ingegnere Giorgio Medori chiedendo di salvare l’arco in cemento progettato da Giorgio Peruzzi, esempio di archeologia industriale della scuola del Nervi.



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