La fuga dei cervelli?
Grazie, anche no

PANORAMA D'ITALIA - Un “bouquet” di eccellenze imprenditoriali maceratesi a confronto con una platea piena di giovani: da Simonelli a Guzzini a Loriblu fino al Cosmari, molte storie d’impresa confermano che lo spazio per crescere e occupare c'è. (FOTO)

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Paolo Pagnanini, inventore della Labware

(Foto di Lucrezia Benfatto)

“Sì, c’è stata e c’è un po’ di fuga dei cervelli, ma l’erba del vicino non è sempre più verde, ce n’è di buona anche qui”: è incisivo e semplice Paolo Pagnanini, l’inventore” della Labware, una giovane azienda tecnologica che da Macerata sta diffondendo i suoi prodotti nel mondo grazie alla ricerca e ai brevetti, nel settore dell’elettronica digitale per il commercio. Un esempio tra i molti che hanno tenuto concentrata per due ore una platea di addetti ai lavori e di giovani nel teatro Don Bosco, per la tavola rotonda “Macerata e le sue eccellenze”, moderata dal direttore di Panorama Giorgio Mulè.
La storia di una crescita da zero al mondo in vent’anni è, ad esempio, quella di Loriblu, un’azienda calzaturiera guidata da Annarita Pilotti, che è anche presidente dell’associazione industriale di categoria che aderisce a Confindustria.

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Annarita Pilotti, Loriblu

Con 46 negozi monomarca di cui 30 nel mondo – compreso il Qatar – e mire ambiziose per l’Iran, Loriblu sventola il vessillo dell’internazionalizzazione del made in Italy: “Come Assocalzaturieri stiamo sforzandoci per sostenere i colleghi che esportano, abbiamo inventato un vaucher che consenta alle imprese più piccole di formarsi, di partecipare a workshop, insomma di affacciarsi sui mercati esterni. Ma bisogna metterci il cuore, fare indagini di mercato, studiare e impegnarsi. Ci stiamo battendo per il riconoscimento del made in Italy, ma la Germania sta facendo muro contro di noi. Carlo Calenda stava lavorando molto bene al nostri fianco, purtroppo è stato messo a far dell’altro e Scalfarotto non è ancora stato insediato”…”
La cifra per capire la forza del “made in” marchigiano è comunque l’internazionalizzazione. Dimensione comune alla Nuova Simonelli, leader mondiale nelle macchine per caffè professionali, con 30 mila pezzi venduti all’anno, quasi interamente all’estero, visto che fatturano in Italia appena il 6%, guidata da Nando Ottavi: “Nel nostro territorio riusciamo ad avere personale giovane che crede nell’azienda, la sente come una seconda famiglia, come se fossero imprenditori in proprio, e questo è un valore molto importante”.

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Giorgio Mulè e Adolfo Guzzini

Una storia importante, sullo stesso spartito, quello della Guzzini, rappresentata dal presidente della iGuzzini Illuminazione, Adolfo Guzzini, una “multinazionale tascabile” che fattura 225 milioni per il 75% all’estero. “Una scelta precoce, pochi anni dopo l’avvio dell’attività pensammo di puntare all’export considerano il mercato interno già presidiato da marchi importanti”, ha spiegato, “per cui nel ’70 abbiamo creato una joint venture in Jugoslavia per l’Est Europa, nel ’72 siamo sbarcai in Mord America, poi in Giappone, Stati Uniti, Australia, sempre lavorando con l’Ice”. E nuovamente con un partner pubblico, la Simest – rappresentata non a caso al tavolo a Macerata dall’amministratpore delegato Andrea Novelli, lo sbarco in Cina, con la creazione di una fabbrica da zero, partecipata anche dall’agenzia per l’internazionalizzazione del Gruppo Cassa depositi e prestiti: “E’ stata un’esperienza positiva per entrambi”, ha commentato Novelli, “ed è su questa strategia che stiamo sviluppando la nostra azione lavorando con Sace ad una porta unica per l’internazionalizzazione aperta all’imprenditore che vuole internazionalizzarsi”.

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Graziano Ciurlanti, presidente Cosmari

Il territorio si presta, dunque, a progetti ambiziosi, con un mix di intraprendenza, fantasia e tenacia, ma anche disciplina. Ne è prova l’efficienza di un servizio cruciale per i distretti industriali come la raccolta differenziata che il Cosmari – azienda pubblica con 400 dipendenti che aderisce al Cobat, Consorzio raccolta e rifiuti – garantisce addirittura al 75%, livello da record in Italia, al quinto posto tra le province: “Merito di tutti, ma anche e soprattutto di una politica oculata”, ha spiegato il presidente Marco Graziano Ciurlanti, “che permette oggi di alimentare una filiera di imprese del riciclo specializzate e floride”. Intraprendenza e internazionalizzazione sono anche le risorse-chiave della Performance Strategies di Marcello Mancini, un’azienda di formazione orientata al mondo, che lavora per le imprese – sia le piccole che le grandi – proponendogli i migliori formatori internazionali sulla base di progetti mirati: “Il mio slogan è ‘o ti formi o ti fermi’, siamo nati dopo il crack della Lehamn.

Rossano Bartoli, Lega del Filo d'Oro

Rossano Bartoli, Lega del Filo d’Oro

Infine un’altra eccellenza marchigiana, unica nel suo genere, chiamata al tavolo proprio perché è una grande azienda ma non un’azienda vera e propria, visto che il suo prodotto è la solidarietà: si tratta della Lega del Filo d’Oro, che trova a Osimo, poco distante da qui il suo centro residenziale più grande, con oltre 240 dipendenti, dove sono accolti e accudite le persone sordo-cieche oggetto delle cure di una delle più impehnative e attive realtà del Terzo Settore italiano. “Abbiamo adottato metodologie che ci consentono di tenere conti in ordine”, spiega Bartoli, “dando conto dell’impiego che facciamo di tutte le risorse che raccogliamo. Siamo una struttura aperta, chiunque si avvicini a noi può constatare la filosofia operativa che ci guida, e voglio sottolineare che tra le nostre fonti di finanziamento c’è quell adei lasciti testamentari, riprova della fiducia anche per il futuro che riusciamo a raccogliere attorno a noi”.

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Andrea Novelli, Simest

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Nando Ottavi, Nuova Simonelli

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Marcello Mancini, Performance Strategies

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Adolfo Guzzini, iGuzzini illuminazione



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