Controlli a sorpresa delle forze dell’ordine questa mattina all’Hotel House di Porto Recanati. Arrestati due pakistani, un terzo sarebbe riuscito a fuggire, ritenuti i componenti di una organizzazione criminale dedita al traffico internazionale di eroina. Trovata merce contraffatta abbandonata in alcuni borsoni lasciati lungo il corridoio. Controllati gli occupanti di diversi piani (sono state identificate 100 persone e verificati 80 appartamenti) e i relativi contratti di affitto. Due i blitz. Il primo attorno alle 5 da parte del Goa del nucleo di polizia tributaria di Ancona che ha portato al fermo dei due cittadini extracomunitari. Poi il sopralluogo per i controlli scattato poco dopo le 8 e che hanno visto sul posto carabinieri, guardia di finanza, polizia, polizia provinciale e agenti della municipale.
Al centro il capo della Squadra mobile Alessandro Albini, a destra Andrea Innocenzi, dirigente della Divisione anticrimine
DROGA – All’Hotel House il Goa di Ancona è arrivato nell’ambito dell’operazione “Happy Meal”, diretta dalla procura di Ancona, che ha portato al sequestro complessivo di un ingente quantitativo di eroina il cui valore sul mercato avrebbe fruttato circa 50milioni di euro. L’operazione si è conclusa oggi con l’esecuzione, su tutto il territorio nazionale, di altri fermi di cittadini extracomunitari ritenuti sempre responsabili di un’organizzazione criminale dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti. L’attività, nata inizialmente dal monitoraggio dell’Hotel House, ha permesso, attraverso indagini durate due anni, di individuare diversi cittadini di origine pakistana, responsabili dell’importazione e del traffico internazionale di ingenti quantitativi di eroina. Tre erano stati individuati questa mattina nel palazzone, uno sarebbe riuscito a fuggire. L’indagine ha consentito di far emergere le relazioni esistenti tra soggetti extracomunitari residenti nelle Marche, prevalentemente nella provincia di Macerata, e quelli residenti in altre città italiane, nonché individuare diversi metodi di occultamento per l’introduzione dello stupefacente dalle zone di origine. Nello specifico Pakistan ed Afghanistan. In particolare, nell’ambito dell’attività investigativa svolta, i militari del Goa sono riusciti ad individuare numerose spedizioni di eroina destinate al territorio marchigiano, in transito negli scali aeroportuali di Milano Malpensa, Fiumicino, Venezia, Bergamo, Bologna e nel porto di Ancona. La droga in alcuni casi veniva stoccata in paesi “di transito” quali la Germania, la Grecia, la Turchia e la Spagna, dove l’organizzazione criminale, con base operativa nelle Marche, poteva contare su alcuni complici. L’importazione è avvenuta prevalentemente attraverso soggetti che ingerivano ovuli e valigie con doppi fondi, ma anche abilmente occultata in autovetture e all’interno di stecche di sigarette perfettamente integre. In molti casi si è appurato che lo stupefacente veniva spedito, celato in carichi di copertura attraverso spedizionieri. In questi casi l’organizzazione si avvaleva di cittadini, anche italiani, per sfruttare indirizzi “puliti” allo scopo di evitare gli eventuali controlli delle forze dell’ordine. Complessivamente, nelle distinte operazioni, la guardia di finanza di Ancona ha sottoposto a sequestro 56 chili di eroina, 600 grammi di cocaina, 15mila euro in contanti, 7 autovetture, telefoni cellulari e computer portatili, con il contestuale arresto, in flagranza di reato di 33 persone. Oggi, al termine della complessa attività, nell’ambito della quale sono state indagate oltre 60 persone, sono in corso di esecuzione 14 provvedimenti cautelari nei confronti dei vertici dell’organizzazione indagata, con la partecipazione delle unità cinofile della guardia di finanza ed il supporto dei reparti del corpo alla sede di Trento, Mantova, Reggio Emilia e Roma.
CONTROLLI – I primi ad entrare nel palazzone multietnico, poco dopo le 8, sono stati i finanzieri con i cani Anita e Blitz. Sono spuntati, su due terrazzi, striscioni con scritto “Prigionieri in casa” perché nel grattacielo gli ascensori, dopo la morte del portiere (leggi l’articolo) non sono ancora in funzione. Agenti e militari si sono diretti ai piani 3, 4, 5 e 6 del palazzone per controllare tutti gli appartamenti e identificare gli inquilini all’interno. Durante i controlli è stato rinvenuto un grosso quantitativo di merce contraffatta per la quale scatteranno denunce contro ignoti. Il materiale era dentro alcuni borsoni lasciati lungo il corridoio, probabilmente da chi ha visto arrivare le forze dell’ordine e temeva denunce. Agenti e militari hanno perquisito anche alcune abitazioni. Identificati tutti gli occupanti, per lo più stranieri. Ora si procederà ai controlli dei contratti di affitto per vedere se gli intestatari sono gli stessi trovati a vivere nelle abitazioni.
(foto e video di Federico De Marco)
Sotto le immagini video delle fiamme gialle
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Gli striscioni ‘prigionieri in casa’ sono ovviamente indirizzati ai condòmini morosi, in quanto il condominio NON è di proprietà del Comune di Porto Recanati.
un condominio pieno di “risorse”….
Pagate come tutte le persone normali e vedrete che non sarete più prigionieri. Oppure cosa più semplice, i vigili del fuoco dichiarano che il grattacielo non è più agibile e si butta giù
Per Paoletti. Se il grattacielo non è più agibile può essere reso di nuovo agibile. Caso mai alcuni/molti residenti devono essere ristretti in carcere.
Bel colpo delle forze dell’ordine! Ma che questo nn sia un caso isolato/sporadico, bisogna agire con sistematicità su questo HH!!!
E’ doveroso riportare questa struttura nella piena legalità.
Dove sono quelle forze politiche che contestavano Salvini? Cosa bisogna fare a quei due che spacciavano, ammazzando i nostri ragazzi? Sono nostri “fratelli”? Sono extra comunitari che sbagliano?
Vanno impiccati, come avviene da loro, o lasciati liberi, come avviene da noi?
Ha qualcosa da dire il senatore Morgoni? Si straccerà le vesti? Se la prenderà con la Lega? Ha proposte “definitive” per difendere gli Italiani da questa epidemia di spacciatori? Li farebbe trattare in guanti gialli, oppure li manderebbe ai lavori forzati con catene e palle di ferro ai piedi?
Cittadini, avete visto quel mafioso che ha preso una pistola ad un poliziotto ed è scappato a suon di revolverate? Ecco, questo è l’immagine di una Italia imbelle e resa tale dalle politiche fin qui seguite. In altre parti non porterebbero i condannati sottobraccio, col rischio di farsi sfilare la pistola e lasciarci magari la pelle. In altri Stati meno “fraterni” il criminale viene portato ammanettato con le mani dietro la schiena e con le catene ai piedi.
Per Florentino. La struttura deve essere messa a norma dal condominio (ad esempio occorrerebbe verificare la sicurezza delle bombole di gas e degli ascensori). La legalità deve essere perseguita dagli abitanti e garantita dalle forze dell’ordine.
Congratulazioni alle forze dell’ordine per questa bella azione e per il suo successo! Azione pericolosissima effettuata contro dei boss mafiosi, in un ambiente estremamente difficile e ostile stipato della loro soldataglia. Ora non resta che attendere che i due arrestati vengano rimessi in libertà dal primo magistrato a cui verranno affidati, attento a non urtare la politica, il clero, i compari di questi gentiluomini.
Tolleranza zero