«I tolentinati hanno appreso che, a seguito della riorganizzazione della sanità regionale, il nostro ospedale potrebbe subire importanti, e a nostro giudizio, negative modifiche che andrebbero a peggiorare il servizio ai cittadini». Ad affermarlo il Movimento politico di Tolentino Voce alla Città. «La chiusura del punto di primo intervento, la trasformazione della chirurgia breve in ricoveri giornalieri e la riduzione di venti posti letto per lungodegenza da destinare alle cure prestate dai medici di base comporteranno un impoverimento definitivo della nostra struttura e soprattutto costringeranno i malati ad affrontare nuovi e più pesanti disagi. Non riusciamo proprio a comprendere per quale irragionevole motivo si mettono in atto i tagli – sottolineano gli esponenti del movimento – camuffati da nobili progetti di razionalizzazione, prima di predisporre adeguate ed efficaci misure per offrire migliori servizi ai cittadini».
Voce alla Città si pone una serie di domande: «come è possibile chiudere un punto di primo intervento quando da oltre un decennio non si riesce ad adeguare il pronto soccorso dell’ospedale di Macerata ai carichi di lavoro, che già oggi impongono condizioni disagiate di lavoro agli operatori sanitari e file estenuanti ai pazienti. Come si può chiudere un servizio di chirurgia breve invece di provvedere con la massima sollecitudine al reintegro del personale medico, primario compreso, necessario al buon funzionamento del servizio, a Macerata o a Tolentino che sia. Come mai si pensa di trasformare posti letto da un servizio ad un altro quando ancora della cosiddetta casa della salute, seppure apprezzabile e già positivamente sperimentata in altre regioni, non c’è alcuna plausibile e realistica applicazione», domandano gli esponenti del movimento politico. I quali concludono: «Appaiono veramente strane e malsane queste ventate di “nuovismo” che demoliscono quello che, bene o male, già c’è e si limitano, almeno per ora, a far sognare modelli miracolistici di là dal concretizzarsi. Se a queste “riforme” aggiungiamo le misure previste dal governo nazionale allora la situazione si fa ancora più critica. Invitiamo i cittadini a riflettere attentamente sui cambiamenti in corso nella organizzazione del nostro servizio sanitario a causa delle scelte della politica nazionale e regionale».
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I marchigiani tutti si sono fatti incantare dalle varie sirene dei politici che di volta in volta transitano come meteore nell’universo provinciale e locale. Ognuno da ogni schieramento ha ottenuto consensi “promettendo” il mantenimento di varie strutture sanitarie. A volte l’ospedale, a per inciso, di ospedali ne avremo solo due in tutta la regione, Fermo per marche sud ed Ancona-Camerano per Marche nord, a volte il reparto o il pronto soccorso sono stati oggetto di difesa all’ultimo sangue da parte del politico che per caldeggiare la propria candidatura faceva e fa leva sulla salute dei cittadini.
Consiglio tutti i lettori di CM, di sfogliare per curiosità il patto stato-regione sottoscritto dalla precedente giunta Spacca e di certo non sconfessato ne modificato dalla attuale Ceriscioli, in materia di sanità.
Dopodiché andate a cercare chi vi ha fatto vane promesse in merito.
Per il resto, parliamo del sesso degli angeli, ovvero, non c’è.
dovremmo tornare ai nosocomi di prossimita’ e non ai gironi infernali a cui si assiste attualmente ogni giorni nei reparti dei vari ospedali oramai diventati peggio di quelli da campo durante i conflitti.