Gianni Giuli, Giovanni Endrizzi, Silvio Minnetti, Irene Manzi e Gabriele Mincio (clicca sull’immagine per guardare il video)
di Claudio Ricci
Gioco d’azzardo e droga piaghe sociali sempre più devastanti che purtroppo colpiscono sin dalla giovanissima età. Un problema che va risolto attraverso prevenzione e sensibilizzazione già a partire dalle scuole. E’ l’obiettivo del Dipartimento Dipendenze Patologiche dell’Area vasta 3 con lo staff di Stammibene. Sabato scorso al teatro Don Bosco circa 400 ragazzi delle scuole superiori di Macerata hanno assistito allo spettacolo Droga e Rock Story. Le due voci narranti di Giulia Ausili e Laura Perini, coordinate dalla regia di Paolo Nanni conducono i ragazzi in un mondo dove Sex pistols, Depeche Mode, Nirvana e Rem rivelano, attraverso i loro brani più famosi, la verità sui rischi di una vita condizionata dall’uso della droga. Sul palco ad interpretare magistralmente i brani che hanno fatto la storia del rock ci sono i Sun King. Bella energia: i ragazzi si divertono e vengono coinvolti con spunti interessanti come l’oroscopo rock in cui i giovani si riconoscono in base a carattere ed attitudini con i segni zodiacali individuati nei mood delle diverse rockstar. Dall’altra parte della città, nella biblioteca Mozzi Borgetti, altra iniziativa, stavolta sul gioco d’azzardo sempre firmata dal dipartimento dipendenze patologiche.
Al convegno organizzato nella sala Castiglioni hanno partecipato, coordinati da Silvio Minnetti della Rete Slotmob: il senatore M5S Giovanni Endrizzi, firmatario delle proposta di legge limitativa per il gioco d’azzardo in Italia, la deputata maceratese del Pd Irene Manzi e il coordinatore provinciale di Ncd Gabriele Mincio e Gianni Giuli, direttore Ddp. «Un rischio sempre più esteso – commenta Endrizzi – che, per gli interessi che si celano dietro all’industria del gioco, al momento terza in Italia in ordine di un fatturato che arriva ad 86 miliardi, purtroppo non può essere completamente debellato. Si possono però applicare contromisure con cui delegare istituzioni ed agenzie del territorio per monitorare e limitare le attività in cui si può giocare d’azzardo» (leggi l’articolo).
Una contraddizione schizofrenica quella della legge sul gioco d’azzardo nel nostro paese che da una parte rimpingua e non di poco le casse statali e dall’altra dispone risorse (poche) per opere di prevenzione della patologia. «Una parte della tassazione sul gioco – dice Giuli – che porta allo Stato un miliardo di euro all’anno potrebbe essere distribuita alle agenzie che sul territorio si occupano di prevenzione, limitando il fenomeno in maniera concreta prima che diventi una patologia da dipendenza».
All Out -La prima guida che svela tutti i lati oscuri del gioco d’azzardo
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bho… penso che siamo proprio nel paese dei balocchi…
Lo stato dovrebbe fare una legge per contenere i danni che ha provocato un’altra legge? Certo finché c’è l’interesse economico verso noi polli d’allevamento in batteria si vedono certe assurdità. Il gioco deve essere vietato e basta.
Non si riuscirebbe a capire perchè è vietato e punito il gioco d’azzardo,in termini,peraltro,molto ampi,praticato nelle cosiddette bische clandestine e non quello del tipo riferito dall’articolo,se non per il motivo che soltanto questo garantisce una rendita allo Stato.Davvero un bell’esempio di coerenza!! Giovanni Bonfili.
Un po’ come per le sigarette o l’alcool: da una parte fa comodo vendere perché lo Stato ci guadagna, dall’altro ci si lava la coscienza spendendo per gli effetti nefasti di entrambi. In psichiatria mi pare si chiami “schizofrenia”.