Due notti in fila al freddo
per un tirocinio da 650 euro

Disoccupati in coda nei centri per l'impiego di Macerata e Tolentino per entrare nella graduatoria, stilata in base all'ordine di arrivo, per un tirocinio formativo di 6 mesi bandito dalla Regione. Il primo aspirante è arrivato sabato notte. Tra gli altri, in coda da ieri notte, Sara Schiarizza: "Tra noi si è creata una situazione di solidarietà, rispetto e condivisione di bevande calde e di paure". L'assessore Luchetti: "Grande rammarico per il disagio vissuto dalle persone"

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Disoccupati in fila al Centro per l'impiego di Macerata

Disoccupati in fila al Centro per l’impiego di Macerata

All'apertura dell'ufficio, i partecipanti sono stati forniti di numeretto

All’apertura dell’ufficio, i partecipanti sono stati forniti di numeretto

di Alessandra Pierini

In fila per tutta la notte davanti al Centro per l’impiego per assicurarsi la partecipazione a un tirocinio formativo che prevede un compenso di 650 euro mensili per 6 mesi. Negli occhi di quanti si sono ritrovati in questa irreale situazione la necessità di lavorare o di ricollocarsi dopo un licenziamento. Ad ogni costo. 
Così davanti all’ufficio di Macerata, il primo aspirante al tirocinio è arrivato già sabato sera, mentre nella notte di ieri, in decine di persone  si sono ritrovate ad attendere l’apertura dell’ufficio per poter essere tra i primi a presentare la domanda di partecipazione al bando emesso dalla Regione Marche la cui graduatoria, fatti salvi i requisiti minimi d’accesso, verrà stilata in base all’ordine di arrivo delle domande. A Macerata ne sono state presentate 75 ma i posti disponibili sono solo 35.

Al Centro per l’impiego di Piedirpa, tra gli altri, c’era Sara Schiarizza che, tornata a casa, racconta la sua esperienza. «Mio malgrado, ero tra quelli – tanti – che hanno passato la notte davanti al centro per l’impiego par consegnare la domanda. Chi prima arrivava, meglio alloggiava. Motivo per il quale, in molti, compresa me, hanno deciso di sostare un sacco di ore al freddo, con una temperatura che ha sfiorato lo zero. Evito di commentare la scelta di chi ha redatto il bando in questione facendo in modo che chi fosse al momento senza un’occupazione si trovasse nella condizione di elemosinare qualcosa che gli spetterebbe di diritto; non vi nascondo però che, proprio per questo motivo, sono arrivata lì, a mezzanotte, con la dignità sotto i piedi e la paura di trovarmi di fronte a scene alle quali non avrei voluto assistere. Scesa dall’auto, avevo davanti a me già dieci persone. Avevano tutte, o quasi, vent’anni più di me e si erano organizzate con un foglio sul quale scrivere, con numero progressivo, il proprio nome, in maniera tale che la coda fosse rispettata. Parlavano delle rispettive esperienze: qualcuno ha perso il posto di lavoro da un paio d’anni, qualcun altro era costretto a situazioni di disagio troppo spiacevoli per essere riportate; qualcuno telefonava alla figlia a casa per sapere se la febbre fosse scesa; qualcun altro teneva gli occhi bassi, dando l’impressione di vergognarsi di trovarsi lì.
file_ciof_tirocinio_over_30 (1) Li ho abbassati anch’io scoprendomi fortunata: tra i presenti ero la più giovane, l’unica bocca a cui devo pensare è la mia, da quando mi sono laureata non sono mai rimasta senza lavoro per più di un mese. Pian piano, poi, mi sono trovata coinvolta in quei discorsi nei quali non mi sentivo in diritto di entrare. L’atmosfera è diventata più confidenziale e ben presto quei racconti hanno lasciato spazio ad altro. Solidarietà e rispetto. Condivisione. Di thermos con bevande calde, di paure e, poco alla volta, finalmente, di battute esilaranti. Perché “una risata vi seppellirà”. E stanotte di cose seppellite ce ne sono state molte,  pregiudizi, furbizia, età, sesso, provenienza.
A poco a poco, ordinatamente, su quella lista si sono aggiunti i nomi di italiani e stranieri, uomini e donne, giovani e signori più maturi. Abbiamo “giocato” a farci il palo per fare la pipì all’aperto perché nessuno si era degnato di farci trovare un bagno chimico, ci siamo scaldati a turno nelle auto, insieme, raccontandoci e lasciando raccontare. Abbiamo iniziato a chiamarci per nome e nessuno teneva più gli occhi bassi. Ad ogni nuovo arrivo, un sorriso. Una firma. É bastato poco ad evitare quello che, purtroppo, è successo in altre città. E laddove mi ero preparata ad affrontare momenti di tensione, mi sono trovata ad assistere ad un meraviglioso esempio di civiltà.
Poco prima dell’apertura della porte, dopo 9 ore di attesa, ho avuto la fortuna di prendere in mano quella lista e di elencare uno ad uno i nomi che la componevano. É stato così che tutto si è trasformato in un gioco fatto di complicità e rispetto, nell’ambito del quale i miei compagni d’avventura m’hanno eletta preside di una meravigliosa scolaresca. Eravamo l’istituto di quelli in cerca di lavoro e siamo stati tutti promossi: tutti degni d’appartenere al genere umano. A dispetto di chi ha provato, con la redazione di un bando siffatto, a renderci diversi, arrabbiati, insensibili. I posti a disposizione erano pochissimi. Io ce l’ho fatta. Molti altri no. Ma sono andata via tra abbracci, strette di mano e “grazie”. Sì, sono stata ringraziata per aver letto ad alta voce una lista ed aver scherzato. Non so se, causa gelo, recupererò l’uso delle dita dei piedi. Però ho recuperato quello del cuore. Perché se le cose stanno così, e se queste sono le persone che s’incontrano in una fredda notte di marzo, c’è ancora qualche speranza. Primavera alle porte».
Anche a Tolentino c’è stata la fila sin dalle prime ore del mattino. «I posti disponibili per il comprensorio che fa capo all’ufficio per l’impiego di Tolentino sono 29 e i requisiti richiesti per poter beneficiare di questa possibilità evidenziano uno stato di assoluta necessità da parte, purtroppo, di tante persone: la maggioranza di queste non avranno la possibilità di accedervi» commentano i consiglieri comunali di FdI – An Francesco Pio Colosi e Franco Feliziani. Denunciano «l’eccessiva limitazione dei partecipanti ai tirocini» e si augurano «che tutto non si risolva come per “Garanzia Giovani”, dove i partecipanti debbono ancora percepire quanto dovuto».

L'assessore Marco Luchetti

L’assessore Marco Luchetti

Relativamente al gran numero di partecipanti al bando regionale sui tirocini Over 30 e ai disagi provocati per le file davanti ai Centri per l’Impiego, l’assessore regionale al lavoro, Marco Luchetti ha precisato: «Ci si è basati sul modello di procedure utilizzate per il bando dello scorso anno in favore degli over 45. Procedure che, non solo non hanno provocato alcun disagio, ma hanno dato ottimi risultati. Le procedure allo sportello sono quindi uguali al precedente bando regionale e corrispondono a quanto stabilito dalle norme del Fondo sociale europeo.
I disagi sono da ascrivere quindi all’enorme aspettativa creatasi attorno al bando over 30 che dà la misura della forte crisi occupazionale e quindi dell’aumentato bisogno di lavoro. Aspetti non certamente secondari che hanno contributo ad alcune spiacevoli situazioni. Esprimo quindi un sentito rammarico per il disagio vissuto dalle persone che sono state in fila per ore e profonda gratitudine al personale dei Ciof, la cui professionalità ha consentito che le operazioni si concludessero senza ulteriori problemi».

A quanti hanno passato la notte in fila Cgil, Cisl e Uil regionali hanno espresso solidarietà e vicinanza: «La situazione deve far riflettere tutti, sopratutto le istituzioni sulla grave situazione di difficoltà e di disagio che anche nelle Marche si è determinata e si sta allargando dall’inizio della crisi. Emerge con evidenza innanzi tutto l’inadeguatezza delle procedure seguite e quindi l’esigenza di ragionare a fondo per il futuro sulle modalità e sui criteri di avvio dei tirocini, modalità che rischiano di innescare solo una guerra tra poveri e di creare un sentimento di sfiducia nelle istituzioni stesse. La situazione sarebbe stata peggiore se la Regione non avesse accolto le richieste di Cgil, Cisl e Uil di posticipare la scadenza del bando in virtù del fatto che la normativa nazionale sui nuovi Isee impedisce l’ottenimento della certificazione in tempi brevi. Questi fenomeni nascono anche dalla carenza di risorse disponibili per le politiche attive del lavoro orientate alla ricollocazione delle persone disoccupate; pertanto è necessario che, tra le scelte che andranno adottate a breve sia sull’utilizzo dei fondi comunitari sia rispetto al bilancio regionale, si tenga conto di questa emergenza e si individuino risorse aggiuntive.



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