“Fregatura Giovani”
Pioggia di critiche su Facebook
“Valutiamo la richiesta di risarcimento”

VOGLIA DI LAVORARE - Dilaga il malcontento per i ritardi nei pagamenti. Nasce il gruppo social che raccoglie lamentele e denunce. Uno dei fondatori: "Abbiamo contattato un avvocato esperto per capire la possibilità di rimborso dei danni da mancata retribuzione". Vanno avanti intanto le assemblee informative per i tirocinanti organizzate da Cgil in tutta la regione. Il segretario organizzativo di Macerata, Daniele Principi: "Fondamentale avere il coraggio di uscire allo scoperto e denunciare le situazioni insostenibili". E spuntano i lavoratori fuori sede che non riescono a sostenere le spese a causa dei ritardi

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fregatura giovani

Il fotoritocco, usato come immagine di copertina del gruppo facebook di denuncia sui ritardi di Garanzia Giovani

di Claudio Ricci

Si estende a macchia d’olio il malcontento per i disagi creati da Garanzia Giovani. Si possono dividere in tre le categorie di under 30 che hanno aderito al progetto e che oggi sono ancora in attesa di risposte. Una prima tranche di tirocinanti che hanno attivato il patto con le aziende da settembre, una seconda che ha iniziato a lavorare a novembre e i cosiddetti “sospesi”, circa un migliaio di giovani con progetti approvati e lasciati in attesa degli ulteriori fondi per poter cominciare a lavorare.

Alcuni di questi, i primi ad avviare il lavoro, iniziano oggi, a distanza di 4 mesi dall’attivazione del patto, a ricevere i primi compensi e contestualmente è  in corso anche la restituzione della tassazione del 23% imposta in un primo momento dall’Inps, ente erogatore dei pagamenti (leggi l’articolo), e revocata in seguito alle battaglie sindacali, guidate dalla Cgil. Diversi tirocinanti attivi già da settembre però stanno ancora aspettando i compensi come testimoniato da alcuni post del neogruppo Facebook, “Fregatura Giovani”, e dal primo resoconto delle assemblee in corso in tutte le Marche organizzate proprio da Cgil. «Ci sono stati segnalati diversi casi di persone che, seppur hanno iniziato ad ottobre, non hanno ricevuto ancora nulla – si legge nella nota reperibile su Fb – La motivazione risiede nei controlli in corso che vedono coinvolto un campione, ora ben definito, di ragazzi. I tirocini sottoposti a controllo subiranno un ulteriore ritardo. E’ sicuramente un altro allungamento burocratico ma è previsto dalla legge ed è anche auspicabile perchè mira a salvaguardare l’esperienza del tirocinio».

Daniele Principi, delegato Cgil artigianato

Daniele Principi, segretario organizzativo Cgil Macerata

Criticità ed emergenze emerse anche durante l’assemblea organizzata dal sindacato nei giorni scorsi a Macerata, nella sede di Piediripa. «I ragazzi hanno preso consapevolezza dell’importanza di agire collettivamente per ottenere risultati –  dichiara Daniele Principi, segretario organizzativo della Cgil –  di quanto sia fondamentale avere il coraggio di uscire allo scoperto e denunciare le situazioni insostenibili e per quanto riguarda le azioni future si è poi concordato di mantenere alta l’attenzione sul prosieguo dei tirocini e sui tempi di pagamento, per i quali si chiede a Regione ed Inps di accorciare i ritardi accumulati rispetto ai termini iniziali previsti dal bando di attivazione». Le prossime assemblee si terranno a Jesi e Pesaro il 25 febbraio, Fabriano il 26 e Fermo il 3 marzo.

 

Garanzia GiovaniRigore nel controllo delle posizioni reddituali è dunque l’attenuante addotta al ritardo dei compensi. Un motivo già specificato a Cronache Maceratesi da Rossana Arbuatti, responsabile dei progetti del centro dell’Impiego di Macerata, il 12 gennaio scorso (leggi). Naturalmente i disagi riguardano anche i giovani che hanno avviato l’esperienza dopo il 1 novembre. Molti di questi sono entrati a far parte del gruppo “Fregatura Giovani”( una novantina i partecipanti fino ad oggi) formato spontaneamente poco più di due settimane da chi, pur lavorando da oltre tre mesi, per 40 ore alla settimana, non vede ombra dei 500 euro mensili previsti dal progetto. «Il gruppo è cresciuto notevolmente dalla sua creazione – racconta Andrea, 27enne anconetano tra i fondatori della pagina – la composizione degli aderenti è varia e si distribuisce equamente sulle tre province di Macerata, Fermo ed Ancona. Abbiamo contattato un legale, docente di diritto amministrativo alla Luis di Roma per capire se fosse possibile avanzare richiesta di risarcimento danni per i tre mesi di mancati compensi, in cui avremmo potuto cercare un lavoro con retribuzione più tempestiva, e per la rinuncia dei contratti di lavoro pregressi all’adesione al progetto. Io ad esempio lavoravo in un ristorante da 10 anni con un contratto ad intermittenza che ho dovuto lasciare insieme all’unica fonte di sostentamento perchè in conflitto con la normativa di Garanzia Giovani. Abbiamo già contattato Le Iene, Striscia e l’Indignato, se la situazione non dovesse sbloccarsi la nostra lotta procederebbe anche attraverso una denuncia mediatica massiva».

silvia luchetti

La tirocinante Silvia Luchetti ha iniziato la collaborazione con un ‘azienda di Roma tramite Garanzia Giovani

Altro caso è  quello dei ragazzi che hanno ingaggiato il patto con aziende fuori dalla regione. Un esempio delle difficoltà di chi ha intrapreso questo percorso, diventando di fatto lavoratore fuori sede viene dall’esperienza di Silvia Luchetti, costumista teatrale maceratese che ha attivato il patto con la Slowcostume di Roma. «Ho dovuto trovare una stanza in affitto – racconta Silvia – e oltre alle spese della mia casa a Macerata si sono aggiunte queste altre. Avevo fatto i miei calcoli e, visto che inizialmente mi avevano detto che lo stipendio era mensile, sapevo che con i miei pochi risparmi sarei riuscita a mantenermi. Come tutti sapete i soldi non sono mai arrivati, sopratutto a chi ha iniziato a novembre e solamente grazie a mia madre riesco ancora ad andare avanti in questo percorso. A gennaio ho chiamato il centro per l’impiego e l’unica cosa che mi hanno detto è che “probabilmente mi avrebbero pagato quando avrei finito il 75% dell’esperienza” ma, putroppo, nemmeno loro erano sicuri e non potevano dirmi altro. Allora io mi chiedo perché questa mancanza di informazioni? Perché non dire subito ai tirocinanti che il pagamento sarebbe stato ritardato? Perché non si sono fatte delle verifiche, tipo su quale ambito una persona vuole fare il tirocinio, cioè, è pertinente il percorso che vuole intraprendere con quello che è la sua formazione? Vorrei anche io come tutti un po’ più di chiarezza e di trasparenza, una persona a cui esporre i miei dubbi, visto che sono anche lontana da casa. Spero di poter ricevere informazioni e il giusto compenso per il lavoro che sto svolgendo diligentemente».



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