Lupo freddato a colpi di fucile
Trovata la carcassa di una femmina
Bracconaggio nel parco dei Monti Sibillini

PIEVE TORINA - A trovarlo nella boscaglia il Corpo forestale, pochi giorni fa, allertato da una segnalazione anonima. La carcassa era vicino al Santuario di Macereto. Negli ultimi sei anni sono stati ritrovati ben 18 esemplari morti per cause imputabili all’uomo

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lupo ucciso 1

Il lupo ucciso ritrovato dalla forestale

 

di Marina Verdenelli

Gli hanno sparato, senza nessuna pietà. Così un esemplare di lupo femmina, che non aveva ancora due anni, è stato ucciso e poi ritrovato morto tra la boscaglia del parco Nazionale dei Monti Sibillini. Freddato a colpi di fucile, probabilmente quelli di un cacciatore, l’animale non ha avuto scampo. Specie protetta e in via d’estinzione la sua fine va ad unirsi a quella di altri animali che popolano il parco e che per fame e cambiamenti climatici hanno trovato la morte. Un atto crudele subito condannato dagli animalisti e dagli operatori del parco stesso. Il rinvenimento è stato fatto dal Corpo Forestale dello Stato, pochi giorni fa. La carcassa era in una zona sottostante la strada che dal Santuario di Macereto conduce a Cupi, in località “fosso La Valle” del comune di Visso. A notarlo il personale il Corpo forestale di Pievetorina, allertato da una segnalazione anonima. Gli inquirenti sono già al lavoro per delineare un quadro della situazione che, al momento, presenta molti elementi da approfondire. Chi gli ha sparato e soprattutto perché? I risultati preliminari della necroscopia effettuata dal personale del parco, congiuntamente all’Istituto Zooprofilattico dell’Umbria e delle Marche, hanno confermato la causa della morte dovuta a colpi di arma da fuoco. L’esemplare ucciso è una femmina di meno due anni che godeva di ottima salute. Nei Monti Sibillini negli ultimi sei anni sono stati ritrovati ben 18 lupi morti per cause imputabili all’uomo. Per la precisione, nove esemplari sono stati investiti da mezzi a motore ma gli altri nove sono morti a causa della persecuzione diretta. I lupi morti per bracconaggio sono quindi quasi due l’anno in media (1,8) e si tratta di un dato preoccupante, che evidenzia come il bracconaggio sia un fenomeno ben presente anche all’interno del parco e che deve richiamare l’attenzione delle istituzioni – compresi i ministeri dell’Ambiente e delle Politiche agricole – sulla necessità impellente di rafforzare le misure di sorveglianza nel territorio per non rischiare di vanificare gli sforzi compiuti per la salvaguardia della biodiversità. Il lupo è un animale fondamentale per gli equilibri ecologici di un’area ma è, ancora oggi, vittima della grande ignoranza e del pregiudizio che regna in materia. A lui vengono imputati tutti gli atti di predazione sugli animali domestici che si registrano in Italia, senza mai porsi dubbi sulla consistenza numerica e sul reale impatto del randagismo canino sul bestiame. Spesso ancora si parla di possibili attacchi all’uomo da parte di questa specie, circostanza che in Europa non si verifica da oltre due secoli. Mentre è ben chiaro agli addetti ai lavori che questa specie non sia mai stata oggetto di reintroduzioni, non solo nel territorio italiano ma europeo.

 



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