L’intervento del senatore del Pd Mario Morgoni che, nei giorni scorsi, ha suggerito calorosamente l’azzeramento degli organi politici della Provincia di Macerata, gli unici nelle Marche che resteranno in carica fino a giugno 2016, è stato un ciclone soprattutto nel palazzo della Provincia in corso della Repubblica. Gli ha fatto eco il consigliere di Ncd-Ppe Nazareno Agostini che ha chiamato in causa i segretari del Pd Teresa Lambertucci e Francesco Comi, entrambi dipendenti della Provincia di Macerata (leggi l’articolo). A rompere il silenzio da Palazzo è l’assessore del Pd Giorgio Palombini che ha le deleghe per bilancio e personale.
«L’intervento di Morgoni – dichiara – ha dell’incredibile. Non tanto per quello che propone, tra l’altro questione già presa in considerazione dalla Giunta provinciale, ma per chi lo propone. E’ come se uno degli assistenti del boia suggerisse alla persona a cui si sta per tagliare la testa di indossare una maglia a collo alto per attutire il colpo che sta per ricevere. In pratica il senatore Morgoni, renziano della prima ora, appoggia e voterà in Senato il de profundis finanziario delle Province italiane, attraverso la legge di stabilità per il 2015, che prevede per il comparto un ulteriore mega taglio di un miliardo di euro, e propone demagogicamente di risolvere il problema con un risparmio di 380 mila euro per la Provincia di Macerata».
L’assessore accusa Morgoni di demagogia, di voler fare il primo della classe suggerendo risparmi che sono del tutto irrilevanti per la soluzione del vero problema.«Il suo “scenario nuovo per il governo del territorio” non vedrà nemmeno la luce se le Province (anche quelle con il nuovo sistema di voto) non avranno le dotazioni finanziarie necessarie per garantire i livelli minimi dei servizi che la stessa Provincia dovrebbe assicurare per gestire quelle funzioni che la legge cui fa riferimento Morgoni sancisce come fondamentali. Dal tono del suo intervento si comprende come sicuramente Morgoni non ha ancora capito che anche le altre ex Province, senza Giunta ed elette senza consultazione popolare, andranno in dissesto a causa delle scelte del Governo Renzi. Ricordo a Morgoni che per l’anno 2015 la Provincia di Macerata oltre al taglio del decreto 66/2014 (oltre 2 milioni di euro) subirà, con la legge di stabilità, un ulteriore taglio di circa 8 milioni di euro. Su questo Morgoni dovrebbe intervenire per far capire al Governo che si stanno affossando le scuole superiori italiane, si stanno massacrando ulteriormente le strade, si sta in pratica uccidendo una parte importante del Paese. Non si può fare una lettura disgiunta della legge di riordino delle Province e della legge di stabilità nella parte in cui si decreta la morte finanziaria degli Enti provinciali dati in pasto all’antipolitica».
Catastrofico lo scenario descritto da Palombini: «L’anno prossimo a fronte dei necessari milioni di euro per riscaldamento, manutenzione e spese di funzionamento delle scuole, nonché per manutenzione delle strade, la legge di stabilità, che il senatore si appresta a votare, ridurrà tali voci di bilancio a zero. Quando i dirigenti scolastici insieme agli studenti dovranno toccare con mano il disastro in cui la scuola sarà gettata dalla legge di stabilità, si ricordino del senatore Morgoni e delle sue “ricette” per risolvere i problemi, esempio lampante di chi non ha compreso assolutamente i risvolti drammatici di una legge che il Governo sta testardamente per approvare. Il Governo deve capire che la legge di stabilità va cambiata radicalmente se non si vuole gettare il Paese nel disastro totale. La questione delle indennità della Giunta provinciale che nonostante le “ristrettezze” finanziarie verrebbero garantite è un falso, in quanto le stesse saranno spazzate via dal taglio previsto nella legge di stabilità, insieme ai servizi per la scuola ed alle manutenzioni per le strade. Il risparmio che propone il senatore Morgoni non esiste. Il problema dei servizi in grave pericolo, invece, esiste».
L’assessore non risparmia neanche il consigliere Agostini sull’argomento: « Il personale della Provincia di Macerata non sarà l’ultimo a trovare eventuale sistemazione in altri Enti a causa del fatto che la scadenza del mandato dell’amministrazione della Provincia di Macerata è successiva rispetto a quelle delle altre Province marchigiane (Agostini sostiene il contrario). Il riordino si applica a tutte le Province, sia a quelle con il nuovo sistema di voto che a quelle tanto demonizzate, ma elette democraticamente dai cittadini. Meraviglia che un consigliere provinciale non abbia ancora compreso il meccanismo del riordino dell’Ente di cui fa parte».
A sostegno della Provincia e dei suoi organi politici interviene anche Centro Democratico che non condivide la proposta Morgoni-Candria di anticipato scioglimento. «Innanzitutto perché è attualmente ben gestita dal presidente Pettinari e dalla sua giunta (e lasciare il certo per l’incerto non è un buon metodo) e poi perché le difficoltà oggettive denunciate da Pettinari non le risolvono né la “nuova provincia” ne’ tantomeno il lungo periodo di non governo che seguirebbe eventuali dimissioni. Peraltro il risparmio non sarebbe di 450 mila euro ma sarebbe inferiore ai 300 mila una tantum perché il costo degli staff rimarrebbe intatto in quanto gli staff, per volontà del presidente, sono composti solo da interni all’Ente e da nessun esterno così il loro costo permarrebbe. Sarebbe il caso invece che la Regione svincolasse i fondi che deve alla provincia di Macerata consentendole di respirare rispetto al patto di stabilità e che lo Stato ripensasse il taglio del 60% dei fondi “liberi” delle province. A tal proposito, poiché la legge di stabilità è al Senato, il senatore Morgoni potrebbe dare una grossa e concreta mano alla sua terra, di valore ben superiore a 300 mila euro una tantum ma di milioni per anni. Basterebbe far passare un semplice emendamento per risolvere i problemi denunciati da Pettinari che non si risolvono demagogicamente con piccole cifre una tantum».
Intanto il vicepresidente della Regione Marche, Antonio Canzian, dopo la riunione della Conferenza delle Regioni, lancia l’allarme: «L’attuazione della riforma Delrio non metta a rischio i livelli essenziali dei servizi e i posti di lavoro dei dipendenti delle Province. La Conferenza ha presentato alcune proposte di modifica al disegno di legge di stabilità, volte a salvaguardare i livelli occupazionali e precisamente misure che consentano un maggior accesso al pensionamento con i requisiti pre-Fornero; percorsi di mobilità del personale delle Province verso tutto il sistema della pubblica amministrazione; mantenimento dei principi della legge di riordino, in particolarmente nella parte che prevede la garanzia della piena copertura, per gli Enti destinatari, delle funzioni e delle risorse finanziarie per il personale tutto, anche quello interessato dal percorso di prepensionamento. In sede di Conferenza unificata, il ministro agli Affari Regionali e Autonomie, Maria Carmela Lanzetta, si è purtroppo solo limitato a prendere atto di tali proposte, riservandosi ogni successiva valutazione al riguardo. La Regione Marche continua, pertanto, a svolgere un ruolo attivo e propositivo sulla questione, affinché l’attuazione della riforma Delrio non comprometta servizi e posti di lavoro».
A rincarare la dose è il segretario generale della Funzione Pubblica Cisl Marche Luca Talevi che dichiara: «Il mancato accordo,in conferenza unificata, tra Regioni e Governo su come gestire il passaggio delle funzioni e personale che non rimarranno alle Province da gennaio, rischia di avere pesantissime ripercussioni anche nelle Marche. Se verrà confermato il taglio di un miliardo di euro nel 2015 e tre nel triennio 2015/2017 di fatto le Regioni dovranno deliberare dove ricollocare il personale legato alle funzioni senza risorse economiche con rischio di avere nelle Marche 500 lavoratori in sovrannumero su 2278, oltre la non conferma dei 184 precari ricollocati in gran parte nei centri per l’impiego. Per questo la Cisl sarà massicciamente presente al sit-in unitario che si terrà il 16 dicembre davanti al Senato dove si voterà la legge di stabilità. Un legislatore impazzito sta distruggendo sul nascere la riforma Delrio , da lui votata pochi mesi fa, e mettendo le basi per una procedura di sovrannumero per almeno 16mila dipendenti provinciali a livello nazionale».
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L’ abbuffata caro” assessore” sta per finire per tutti ,con le nostre tasse non ce la facciamo più a mantenervi tutti..!!!!!! scusateci…
Concordo con cittadino stanco. Dovreste anche iniziare a tagliare, dirigenti e loro faraonici compensi. Grazie.
comunque bisogna alleggerire la macchina amministrativa , non importa che Morgoni sia di sinistra o di destra purché ottimizzi gli apparati gli apparati amministrativa come in ditta : servi e lavori bene ok, non sevi vai ad arricchire la concorrenza !
Caro assessore, il fatto che il governo tagli non credo vi giustifichi nel salvare le vostre poltrone. Intanto risparmiando i vostri 350000 € credo che qualche bica sulle strade ci si chiude invece di tapparci solo quelle delle vostre tasche…
Marangoni ha assolutamente ragione, peccato che dove comanda la sinistra la destra chieda le dimissioni e dove comanda la destra la sinistra chieda le dimissioni.
Risultato?
Tutti se ne fregano e restano al loro posto.
Caro assessore al bilancio vedo che di matematica sei un esperto, 350 mila euro (delle vostre indennità) sono cosa ben diversa che 10 milioni, ma comunque sono un qualcosa per iniziare.
RINUNCIA ALL’INDENNITA’
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E’ però vero che Morgoni parla di risparmi e dimentica che il senato costa un miliardo (UN MILIARDO) di euro. Per carità è in corso l’abolizione delle indennità del senato, ma intanto lo stipendio degli attuali senatori potrebbe diminuire. 12.000 sono tanti ed esagerati.
Perchè i risparmi veri non iniziano da Roma ? da lì solo qualche piccolo gesto ma di sostanza poca.
Come genitore sono seriamente preoccupato per il futuro dei miei figli e per la scuola, vero bene da salvaguardare. Se lo scenario è quello illustrato dall’assessore della provincia allora è proprio vero che Morgoni come senatore dovrebbe responsabilmente votare contro la legge. Ma poi la sua poltrona ?
Non preoccupatevi non rimarrete senza lavoro. Con la vs grande professionalità chi non vi assumerebbe. Poi con qualche piccolo risparmio, frutto di duro lavoro, sicuramente riuscirete a sopravvivere per un periodo da disoccupati. Coraggio. Le scuole, il tribunale, le strade ecc, ecc, ecc, da anni hanno grossi problemi.
Tutta ‘sta gente che paventa scenari apocalittici, amministratori che pensano di perdere la poltrona e riflettono sullo stato dei servizi erogati (come se strade, scuole e quant’altro fossero un modello di efficienza). Sono sempre più convinto che, buona parte dei problemi che ci troviamo ad affrontare derivino dalla gestione delle Autonomie Locali che negli anni hanno sempre avuto più potere ed hanno fatto il loro comodo alla faccia del contribuente (investimenti inutili e costosi, assunzioni di personale che …… lasciamo perdere). Ora qualcuno ci mette mano e lo fa in maniera piuttosto pesante. Speriamo non si faccia impietosire da questi soggetti che, comunque, camperanno sempre alle spalle di qualcun altro.
Lo sanno tutti che Pettinari sta lavorando per assicurarsi, grazie all’alleanza con il PD di Comi, un assessorato nella prossima Giunta Regionale. Per cui, non appena avrà garanzie su questo piano e dopo aver fatto un po’ di campagna elettorale da Presidente in carica della Provincia, darà le sue dimissioni, e la Provincia tanto amata e tanto indispensabile potrà tranquillamente sparire.
è uno schifo
Too many chiefs and not enough indians, recita un detto americano. Si perché al mio precedente commento aggiungo, a cosa servono in sanità, fatti salvi gli operatori diretti, in provincia, in regione e nei comuni i dirigenti, per intenderci quelli da circa 130.000 euro annui più premi? Cosa dirige uno che ha 17 unità max sotto il suo controllo? I contratti dirigenziali vengono stipulati tra le parti con durata triennale max quinquennale, contengono compensi, definizione precisa del o degli obiettivi da raggiungere. Gli obiettivi sono ambiziosi, ma fattibili, sensati e logici. Di certo non legati a progetti auto stilati. La mancanza del raggiungimento di alcuni obiettivi, genera la mancata erogazione del premio, se non si raggiungono proprio a fine contratto lo stesso non viene rinnovato. Mi riferisco chiaramente alla contrattazione privata, che deve anche tener conto del mercato e della concorrenza. Oltre e forse più importante, si tiene conto dei costi, delle spese, insomma di quanto assegnato. Si,perché se mancano i soldi non è che si possono aumentare le tasse o le imposte pur di mantenere lo status quo, la soluzione e’ il mancato rinnovo del contratto, ovvero vai a casa. Quali dei casi da me citati trovate presenti nel ” pubblico”? Signori nel pubblico la nomina dirigenziale come viene fatta? Non diciamo poi che si perdono posti di lavoro, solo per una riduzione di compenso, nel privato con le ultime note scelte politiche, la gente lavora per 800 euro mensili, se va bene. La macchina politica e’ anche e sopra tutto, questo, clientelismo e poltronificio, non possiamo andare avanti. I cittadini sono alla canna del gas.
Speriamo non si avveri quanto prospettato dall’avv. Bommarito. Gia’ ho tanta nausea per i politici,spero che questa non si tramuti in vomito.
mi sembra che CM tempo fa lo aveva fatto un conteggio sull’aumento del costo per i dirigenti in Provincia, dal 2008 al 2012, proprio in piena crisi, se non erro circa 1.5 milioni di euro…….penso che in questo capitolo qualcosa si possa limare… poi se il presidente si dimettesse, come qualcuno suggerisce, si possono liberare altre risorse…. ecco trovati i soldi……. invece l’assessore al bilancio e relativo dirigente .. non riescono a trovare 380.000………..mah…… i misteri della politica locale…..
Comprendiamo bene la dimensione epocale del disastro che incombe, non altrimenti valutabile se non come la decapitazione d’una grande civiltà.
Ma, appunto in quanto esponenti d’una grande civiltà bisognerebbe comunque, anche al tramonto, saper conservare un certo stile.
Per esempio, in occasione d’un altrettanto fatale taglio epocale, Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena, regina consorte di Francia e di Navarra, seppe dimostrare gran classe quando, rivolta al boia al quale aveva pestato un piede sul patibolo, pronunciò la celebre frase «Monsieur, je vous demande pardon, je ne l’ai pas fait expres».
TUTTI A CASA !!!
Gli scenari apocalittici paventati dall’assessore Palombini spariranno come nebbia al sole allorquando il Presidente e gli altri amministratori avranno avuto garanzie certe della loro nuova “collocazione politica”, ovvero certificazione di altro mega stipendio. Tutto il resto è…noia!
Carissimi politici e politicanti, vi rendete conto a che simili dichiarazioni noi umani cittadini siamo verosimilmente costretti a leggere…………..il contrario di tutto , l’opposto dell’altro ……………..vi rendete conto che siamo arrivati alla frutta ( ma solo la frutta non il pranzo completo ) è voi mendicate ancora se una proposta è scellerata oppure no……….se ce un taglio automaticamente ce un disservizio …………e finora secondo voi questi servizi non sono carenti o addirittura mancanti in alcune realtà………..solo ora vengono alla ribalta , guarda caso proprio quando si chiede di dare l’esempio , dato che a noi cittadini l’esempio non lo avete chiesto , bensì imposto .
Ma quanto si è cosi piccoli da non pensare che è finita! Guardate cari politici e politicanti se la strada maestra è quella che finora si è cavalcata ben presto non ci saranno nemmeno le poltrone da tenere calde ,figuriamoci a salvaguardale ……… attenzione lo scenario non è di quello migliore , la gente è stanca , esausta , nervosa………demoralizzata .
Per meglio farvi capire vi racconto , sperando di capire la storia del lupo che vive in montagna , finché ce possibilità di mangiare il lupo non si allontana dal suo habitat , si allontana solo quando la fame raggiunge la disperazione ed allora si avvicina alle abitazioni in cerca di cibo sapendo già a priori che potrebbe essere ucciso , ma nonostante ciò arriva alle abitazioni , anche perché in cuor suo sa che dovrà morire se rimane in montagna , allora fa l’ultimo tentativo ed è quello di attaccare …………naturalmente la contro parte per difendersi si adopera affinché non viene attaccato dal lupo…………indovinate cosa succede alla fine …………ecco il popolo è il lupo !