Il retro della villa dove sono entrati i ladri. A terra nella prima portafinestra, a sinistra, i vetri rotti dai rapinatori per entrare dentro
di Monia Orazi
E’ di 20mila euro il bottino del colpo a villa Sensini, i carabinieri cercano riscontri su altri episodi: quelli di furti avvenuti a Tolentino e Muccia, dove c’erano stati anche inseguimenti con i carabinieri. Il geometra rapinato: “Non dormiamo più”.
Il giorno dopo la grande paura, la parola passa alle indagini, per trovare tracce utili a risalire ai responsabili della rapina in villa (leggi l’articolo) che sabato alle 19 ha terrorizzato il geometra Maurizio Sensini, la moglie Tiziana Paniccià e il loro figlioletto di quattro anni, tenuti in ostaggio per un’ora insieme ad una coppia di loro amici ed ai loro due figli di quattro e dieci anni. “Ormai non riusciamo più a dormire la notte, ma stiamo cercando di riprenderci – ha detto Maurizio Sensini -, cambieremo il sistema d’allarme ma non pensiamo di acquistare armi. Siamo comunque stati fortunati perché erano banditi senza scrupoli”. Sul fatto che nei giorni precedenti i loro movimenti fossero tenuti d’occhio, dice: “Non ci siamo sentiti spiati. Se lo hanno fatto sono stati attenti”. Sul fronte delle indagini, i carabinieri della Compagnia di Camerino guidati dal capitano Vincenzo Orlando ed i militari del Reparto operativo dei carabinieri di Macerata, guidati dal colonnello Leonardo Bertini, stanno battendo tutte le piste per poter trovare elementi utili a dare un nome ed un volto alla banda di cinque rapinatori, che senza scrupoli si sono introdotti nella casa a suon di mazzate di ferro e dopo aver tenuto in ostaggio sette persone se ne sono andati con un bottino di circa 20mila euro. Le prime ipotesi investigative riguarderebbero la possibilità di alcuni collegamenti con la rapina avvenuta nei giorni scorsi a Villa Perugini a Macerata (leggi l’articolo), ma soprattutto con l’episodio avvenuto la scorsa settimana a Tolentino quando i carabinieri inseguirono alcuni malviventi in superstrada (leggi l’articolo). Un altro episodio al vaglio degli inquirenti è avvenuto a Muccia qualche settimana fa: anche in quel caso ci fu un inseguimento tra carabinieri e malviventi (leggi l’articolo). Le indagini vanno anche fuori regione, in Umbria, dove sarebbero avvenuti episodi analoghi. Dalle testimonianze raccolte, i carabinieri ipotizzano che la banda abbia preparato accuratamente il colpo, agendo con grande calma e lucidità. I cinque uomini che indossavano passamontagna e guanti, quasi sicuramente non erano sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o ubriachi, dalle parole degli ostaggi trapela la loro grande calma e la pianificazione nell’azione, svolta senza nessuna fretta: i malviventi hanno agito in un’ora, da quando sono entrati a casa Sensini, a quando sono fuggiti.
I carabinieri cercano tracce del passaggio dell’Audi A5 bianca, probabilmente rubata e forse usata per altre rapine. Uno dei rapinatori parlava in dialetto strettissimo, con un accento simile a quello campano, tanto che era difficile per gli ostaggi capire cosa diceva. I rapinatori hanno conversato pochissimo, limitandosi a dire alle vittime di tacere, uno di loro ha dato uno schiaffo alla moglie di Sensini, tenendoli d’occhio mentre erano seduti sul divano. Si tratta sicuramente di persone venute da fuori, professionisti del furto, che hanno tolto ogni possibilità di risalire a loro, dopo il furto dell’hard disk dell’impianto di videosorveglianza. La famiglia Sensini potenzierà in modo ulteriore il sistema di allarme che sorveglia la propria abitazione, ma che durante il furto era staccato, dato che tutta la famiglia era in casa.
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Salve complimenti per l’articolo si da il fatto che si potrebbe evitare di scrivere campano siciliano calabrese pugliese romano ecc perché se un rapinatore e di Milano o Torinese scrivete semplicemente Uomo Italiano non l’ho mai capito il motivo poi qualsiasi individuo può parlare in un accento diverso dal normale per depistare le indagini degli inquirenti , esprimo la mia solidarietà nei confronti di queste persone che hanno subito queste inquieta vicenda non facile da dimenticare.
Telecamere e tombini di ghisa
Mi domando: ma come erano sicuri di fare un grosso colpo (20 mila euro da tenere in casa NON sono pochi) ed erano i malviventi che hanno chiesto dove erano le casseforti o già lo sapevano??
scusi virgo, l’articolo riporta che l’accento era campano, mica che il tizio era campano.
e poi, si sa che la criminalità organizzata è nata nel florido e ben più benestante meridione, come sopravvivenza (in base alle mie conoscenze storiche) ai ferocissimi massonissimi invasori savoia.
cmq, non distogliamo anche stavolta con insulsi campanilismi l’attenzione dal fatto: italiani, stranieri, catanesi, napoletani, ascolani o di montevidoncombatte, nulla cambia. collaborare con le poche e sacrificatissime fdo e fra noi per far fronte ad un autentico allarme sociale. se ci spezziamo le reni anche fra anconetani e civitanovesi, è finita.
la delinquenza (di qualunque tipo, comune, organizzata, politica, statale, ecc.) si combatte solo stando uniti.
Sig Cerasi, è quello che mi domando sempre anche io quando i ladri puntano e chiedono delle cassette di sicurezza o le casseforti (qualcuno le avrà pure costruite, quindi sa chi le possiede, sa dove stanno, sa cosa serve per aprirle) ma purtroppo in molti altri casi i ladri entrano anche nelle case dei pensionati, o delle persone comuni, dove le casseforti non penso che esistano. Solo chi c’è passato sa che solo il tempo piano piano fa ritornare la serenità….è difficile ma ci si riesce. Per il resto spero che li prendano quanto prima. Intanto anche questa notte, nonostante il territorio sia pieno di controlli, un’altra ondata di raid in una casa di Pievebovogliana, in un bar a Polverina, e in un’altra casa a Caldarola. Proporrei di installare telecamere da mettere in ogni punto di accesso delle nostre cittadine, non è possibile che un SUV si volatilizzi cosi senza sapere che direzione abbia preso.
Dunque…. mi sembra di ricordare che, un tempo, c’erano le “forze dell’ordine” che pattugliavano e operavano anche per prevenire i crimini. Ma questo avveniva ai tempi della “barbarie”….ai giorni nostri, con tutto il progresso che c’è stato, le cose sono “migliorate”: i cittadini sono lasciati a loro stessi e continuano ad essere spremuti dalle tasse. Pensate che persino i Vigili Urbani di parecchi Comuni sono quasi sempre impegnati in missioni strategiche di primaria importanza per le sorti della Nazione, come ad es. nascondere gli autovelox ai bordi delle strade….. un impegno non da poco!
La civiltà ha fatto finalmente comprendere a tutti che i furti, i sequestri, le violenze, ecc… si, insomma, quei simpatici giochetti che un tempo …. quello degli uomini primitivi… erano considerati persino illegali, in realtà sono dei passatempo innocenti e probabilmente anche utili a tenere desta l’attenzione dei cittadini ormai impigriti dal benessere.
Come cambiano i tempi!
Pittbull libero in casa e pistola sotto letto…benvenuti a casa mia
purtroppo, il sarcasmo del commento n. 5, da ieri è superato dalla realtà:
http://www.ilgiornale.it/news/politica/niente-carcere-furti-e-truffe-cos-renzi-velocizza-giustizia-1068268.html
Anche in questi casi c’è crimine e crimine. Assalti alla villa come nel caso in questione significa una organizzazione più qualificata. Ce ne é anche di livello meno sofisticato. Quando due malviventi femmine vanno in casa di una mia dirimpettaia, anziana e semiparalizzata, con la scusa di un controllo burocratico, e mentre una intratteneva l’anziana, l’altra passava al setaccio i mobili delle altre stanze per trovare denaro e gioielli, significa criminali di piccolo cabotaggio.. Purtroppo, se ne sono andate via con la coda tra le gambe… In paesi civili come la Romania, queste due, una volta pizzicate, non troverebbero un giudice comprensivo che le rimetterebbe sulla pista a delinquere. La polizia rumena le massacrerebbe di botte e poi le metterebbe in prigione. Invece sono a piede libero per continuare a delinquere.
Nel caso della rapina in villa, i proprietari sono dei buoni. Non si doterebbero mai di ottimi revolver da 2 pollici, o di pistole di buon calibro da 13 colpi. Invece, le armi a portata di mano sono ottimi sistemi per dormire. Senza doversi sparare ai piede per vedere se sono cariche.
Poiché ho sperimentato in Africa la bontà di una pistola col colpo in canna come sonnifero, consiglierei la cura ai signori che dopo la rapina non riescono più a dormire. E naturalmente dovrebbero sapere usare l’arma, tirando al bersaglio grosso, che va dal collo alle palle.