di Filippo Ciccarelli
«Vorrei un aiuto per rimettermi in sesto e riprendere in mano la mia vita». Stefania Bruni è una 57enne maceratese che sta vivendo un periodo di difficoltà. Da quando ha perso il lavoro nel luglio 2012 ed ha avuto lo sfratto, nell’aprile scorso, vive alla giornata, cercando di ritrovare una stabilità difficile da raggiungere negli anni della crisi. Alle spalle ha una storia familiare difficile, fatta di sacrifici e momenti travagliati, ma ha avuto sempre l’appoggio dei suoi due figli, che però al momento non riescono ad aiutarla. Per questo lancia un appello alle istituzioni locali: «Chiedo di lavorare, per potermi pagare una casa, oppure di avere un alloggio per qualche tempo in attesa di trovare un nuovo lavoro. Ci sono i voucher, i fondi anticrisi, ma sembra che non si riesca a trovare una soluzione. Questa crisi maledetta mi porta ad essere senza lavoro e senza casa da aprile. Poi sono stata sfrattata, ero in affitto. Non voglio pesare su nessuno, i miei figli in passato mi hanno aiutato ma ora non possono più farlo».
I servizi sociali di Macerata hanno già seguito il caso di Stefania Bruni, che per circa 7 mesi ha soggiornato nelle abitazioni del Comune che si trovano a Piediripa. Poi la donna è riuscita a pagarsi un affitto, ma senza un reddito ora non può pagarsi un alloggio. I servizi sociali del Comune sono riusciti a trovarle qualche sistemazione – prima all’ostello Ricci, poi alla Domus San Giuliano. Bruni ha contribuito a sostenere parte delle spese grazie ai soldi ricevuti dai figli. Ma si tratta di soluzioni di brevissimo periodo, tanto che da ieri la donna non ha più un posto dove andare, dopo il periodo (meno di due settimane) trascorso alla Domus San Giuliano. «Non so cosa farò d’ora in poi, non ho un posto dove andare. Ho chiesto un incontro al sindaco, che non può ricevermi prima del 21 novembre. Non voglio pesare su nessuno, ma ho bisogno di un aiuto per superare questo momento, sogno di poter tornare ad avere un impiego per poter pensare a me stessa. Ma non è facile in questo periodo» spiega la donna, che ha anche il 68% di invalidità. Il suo è un appello accorato alle istituzioni locali: «mi serve una sistemazione, per qualche mese, il tempo di rimettermi in piedi».
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Signora vada subito a casa del sindaco magari con un pensierino, giusto per non fare ,sà com’è, brutta figura. Non aspetti il 21 Novembre.
Ma come si fa e continuano a dire che va tutto bene e la ripresa e dietro l’angolo……… bhooooooooo tra un saremo molti a chiedere aiuto..
La curia o le varie parrocchie non hanno una stanza per la signora???
Non voglio essere irrispettoso verso la Signora della quale comprendo tutto il dramma, ma concordo con Vincenzo Bellini. Una volta, una affermazione del genere l’avrei ritenuta qualunquista. Oggi, ahimè no. Solo con quello che costanto le strutture per i servizi sociali degli Enti Locali si potrebbero aiutare un centinaio di persone. La Provincia di Macerata ha un Dirigente (costo superiore a € 100.000) che si occupa di servizi sociali. Non parliamo poi di tutti gli sprechi (lascio perdere le ruberie) che vediamo tutti i giorni nella nostra Via Crucis quotidiana. E’ qualunquismo sollecitare la Signora ad andare a casa dei tanti mangia pane a tradimento che ci hanno ridotto così (con la complicità di noi cittadini)?
filosofo, dopo un’affermazione del genere ti consiglio di cambiare nickname
A fronte di situazioni come questa,ed in giro chissà quante ce ne sono,trovo semplicemente vergognoso che siano tanti che hanno tutto a ribellarsi con feroce determinazione contro ogni pallido tentativo di adottare misure di giustizia sociale.Penso al pensionato d’oro ,al proprietario di mega ville ed altri privilegiati che si fanno forti con qualche giustificazione che non si dovrebbe nemmeno adombrare davanti alle tantissime situazioni di estremo bisogno che,purtroppo,oggi caratterizzano il nostro Paese.Poi capita pure di sentire le lamentele di qualche parlamentare che sostiene di non trovarsi alla fine del mese un euro in mano perchè sarebbero pochi i 12.000 euro mensili che intasca per condividere la gestione del presente disastro. Giovanni Bonfili.
MA UN REDDITO DI CITTADINANZA PER CHI E’ SENZA CASA E SENZA LAVORO LO VOGLIAMO METTERE SI O NO???
Io è dal 2004 che ho perso il lavoro,si fanno i salti mortali per sopravvivere,tutti ti aiutano ma solo a parole,ci si rassegna.
L’Erap/servizi sociali in un condominio che amministro a Piediripa è da diversi anni che si permettono il lusso di tenere un loro appartamento vuoto sui 50 metri quadri in perfetto stato!
signora mia non è ne rom ne di colore…si rassegni
stia tranquilla signò,ce pensa la boldrini a trovaglie casa,se qualche extracomunitario rinuncia chiaramente,perchè la precedenza spetta a loro.
In un paese civile gli extracomuitari devono avere casa e lavoro..lei è italiana e me dispiace signò!
🙁