Un flash mob oltreoceano per presentare l’opera lirica e lo Sferisterio. Il mattatore è stato il direttore artistico del Macerata Opera Festival Francesco Micheli che, ieri pomeriggio, ha fatto impazzire Manhattan, sulla 5th Avenue di New York. L’iniziativa ha coronato le due giornate di “Marche is good”, progetto della Regione Marche nato per portare la cultura, l’arte e i sapori marchigiani nella Grande Mela, dedicate all’opera italiana. “Una trasferta molto utile – ha commentato il presidente dell’Associazione Arena Sferisterio, Romano Carancini – per l’incontro tra il mondo della cultura, le istituzioni e gli imprenditori. Per il Macerata Opera Festival è un altro tassello del processo di internazionalizzazione che passa anche attraverso la Russia, l’Oman, la Spagna. Stiamo facendo conoscere il nostro teatro, la nostra bellezza laddove c’è un alto interesse culturale e musicale”. La delegazione marchigiana, guidata dall’assessore regionale alla Cultura Pietro Marcolini, vede, oltre Carancini e Micheli, anche la presenza di Maurizio Mangialardi, sindaco di Senigallia, in qualità di presidente Anci Marche, e di numerosi imprenditori tra cui Orietta Varnelli. Le Marche, i teatri, lo Sferisterio e l’opera lirica sono stati presentati da Francesco Micheli nella Casa Italiana Zerilli-Marimò, diretta da Stefano Albertini, con un incontro dal titolo “Marche and the Splendor of Italian Opera”. Il direttore artistico ha presentato in modo coinvolgente l’opera italiana, concentrandosi sullo spazio e sul suono della lirica, per poi lasciare spazio ad alcune celebri arie italiane, serie e buffe, interpretate da professionisti: da Pergolesi a Rossini, passando per Verdi, nell’anno del bicentenario della sua nascita. “Grazie alla vice console Lucia Pasqualini, tra l’altro di origine marchigiana – ha proseguito Carancini – abbiamo portato l’opera anche tra i giovani studenti. Micheli ha potuto presentare, con il format di Incontra l’opera, la musica lirica e l’attività dello Sferisterio a centinaia di ragazzi della scuola Guglielmo Marconi di New York”. La giornata di ieri è proseguita poi con l’incontro, presso l’Enit, con i giornalisti del settore viaggi e i tour operator per degli educational sulle Marche e sulle sue caratteristiche paesaggistiche, architettoniche, culturali. E intanto, a New York, si respira aria di Marche anche grazie all’esposizione di una preziosa selezione di costumi d’opera, provenienti dai tre principali teatri lirici regionali, tra cui lo Sferisterio, negli showroom e negozi di Madison Avenue e Soho.
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Potrei sapere quanto è costata questa gita in America? E anche da chi è stata pagata? Perchè se hanno pagato Varnelli e altri imprenditori, va bene, visto che loro che avranno grandi vantaggi (sic) da questo evento, che avrà sicuramente paralizzato il traffico a New york, ma se viene pagato con l’aumento della Mia IMU, della Mia Tares, allora non va bene proprio per niente.
Dalle foto al parco non sembra proprio che ci sia tutto questo impazzimento, ne che la performance abbia catturato l’interesse di vagonate di curiosi.
Se un evento simile fosse stato organizzato in estate ai Giardini Diaz molto probabilmente la folla sarebbe stata più numerosa e più interessata…
Comprendo che, per giustificare la trasferta (cioè la spesa con i soldi dei contribuenti), i comunicati stampa devo cercare di esaltare anche qualsiasi piccolo inutile dettaglio.
Comprendo inoltre che ogni dichiarazione deve essere roboante, deve magnificare anche il superfluo.
Pertanto non mi meraviglio che si finga che, con questa trasferta, lo Sferisterio abbia conquistato l’America.
Però poi, se si va a verificare (magari leggendo la stampa estera o cercando notizie sulla “spedizione maceratese”) quello che, qui da noi, si cerca di far passare per un transatlantico 5 stelle lusso dotato di tutti i confort possibili ed immaginabili appare per quello che è realmente: un canottino dove 4 persone farebbero fatica a starci dentro.
Tralasciamo poi le “perle di saggezza” che sono state dette in questi giorni nella Grande Mela…
L’unica cosa che appare certa, come già accaduto per la Serata Gigli, è che abbiamo una grandissima Prima Donna….
Chi le paga queste cose??? Ah noi… bene… complimetni!!!
Il prossimo anno avremo migliaia di americani a Macerata!!!!!!!!!!!
alla faccia dei soliti ingordi !
A questo punto il drammatico problema che si pone è il seguente: ai fini dell’arrivo a frotte di turisti americani nella Marche, e in particolare a Macerata, tira più Dustin Hoffman oppure il duo Carancini-Micheli?
Domandiamoci . E’ giusto oppure no promuovere l’offerta del nostro territorio (parlo delle Marche ed anche di macerata) presso il target di possibili acquirenti stranieri ? Quante volte si è detto che il Turismo rappresenta una opportunità che non è ancora pienamente sfruttata dalla nostra regione come dal resto d’Italia? E quante volte si è detto dell’importanza di realizzare “sinergie” (sta per collaborazioni) fra pubblico e privati per fare sistema, perché i migliori prodotti della nostra zona aiutano a promuovere anche il territorio e la nostra cultura e viceversa. Sono considerazioni fatte spesso a destra e a manca e difficilmente qualcuno può pensare che non sia giusto cercare di vendere quelli che chiamiamo i nostri “prodotti” . Diciamo quindi che l’obiettivo ci sta è condivisibile. La modalità in questo caso, l’iniziativa Marcheisgood, appare , dagli articoli che abbiamo potuto leggere, articolata e complessa; insomma qualcosa che sembra abbia la possibilità di lasciare il segno. Certo in questi casi la professionalità di chi ha organizzato la cosa è quella che fa la differenza , ma credo proprio che da qui nessuno possa dare un giudizio su questo . Quindi dovremmo attenderne i risultati concreti . Essi saranno inizialmente i riflessi comunicazionali delle varie iniziative (quanto se ne è parlato sui vari media) e poi quello che conta davvero le ricadute sui business pubblici e privati che si è cercato di promuovere. Quindi possiamo condividere che l’obiettivo è sensato, che l’iniziativa sembra essere coerente all’obiettivo e che è troppo presto e troppo difficile, da qui e ora , dare un giudizio sui risultati ? Ma se su questo possiamo essere d’accordo perché una marea di commenti (penso agli articoli precedenti) soltanto negativi ? Il vero problema è che i politici fotografati sono le cause di tanto “accanimento”. Sono loro che non ci piacevano a torto (per alcuni può essere un “partito” preso) o a ragione (in passato abbiamo assistito a sprechi non giustificati) . Eppure QUESTO è anche il lavoro dei nostri amministratori. Se si deve presentare un territorio in un paese straniero importante chi ci va ? Il direttore dell’ente di promozione del turismo (spesso non basta) , un cittadino estratto a sorte ? (magari sarebbe d’accordo Grillo) . Secondo me non possiamo continuare cosi . Gli amministratori devono fare il loro lavoro e non farglielo fare solo perché pensiamo di non fidarci di loro è come segare il ramo su cui siamo seduti . Poi è giusto valutare i risultati e quando è ora tirare le conseguenze.
Certo, e tornare nella piccola e dormiente Macerata dopo aver così spopolato a Manhattan può voler dire soltanto che davvero Macerata è il paese che loro amano.
Per Mario Iesari
Il suo ragionamento astrattamente non fa una piega, però, per una stagione lirica che, grazie a Micheli, ha per fortuna raddrizzato i conti puntando sul recupero delle presenze a livello regionale e soprattutto provinciale, il target pubblicitario dovrebbe essere molto più ravvicinato.
D’altra parte, ancora prima della notizia del drastico ridimensionamento delle erogazioni da parte della Fondazione, già si sapeva che la prossima stagione lirica avrebbe dovuto subire ulteriori ridimensionamenti in termini di cantanti, scenografie, ecc., necessariamente ancora una volta a spese della qualità delle rappresentazioni e della loro “appetibilità”.
Insomma, per una manifestazione che, per scelta e per necessità, si è già avviata a divenire poco più che provinciale (e di ciò ovviamente non faccio una colpa a nessuno, visto che non si possono coltivare grandi sogni quando le risorse sono sempre di meno), e sempre di più, se andrà avanti, avrà questa taratura, trovo del tutto inutile spendere soldi pubblici per propagandare la manifestazione oltre oceano.
E questo credo sia una considerazione fattibile anche a priori.
Per Giuseppe Bommarito
Le faccio una domanda . Se fosse lei a dover convincere uno o più interlocutori americani o russi o cinesi a venire a visitare i nostri territori o ad acquistare i nostri prodotti alimentari o un manufatto di qualità della nostra industria, utilizzerebbe oppure no tutti gli argomenti a sua disposizione , tutte quelle fattori che possano far immaginare al suo interlocutore che qui da noi si vive bene e che le cose che facciamo sono solo di qualità ? E fra questi metterebbe oppure no la musica e le opere della stagione lirica ? Avvocato quando si parla di made in Italy (ed in questo caso di made in marche che è la stessa cosa) è proprio a questo insieme di valori culturali, storici, di paesaggio e manifatturieri che si fa riferimento . Ed è proprio per queste cose che veniamo apprezzati all’estero quando riusciamo a comunicarle nel migliore dei modi . E quando non facciamo del nostro meglio per rovinare tutto. Quindi magari all’opera di Macerata l’anno prossimo verranno 10 newyorchesi in più però nel frattempo , forse , molti altri avranno avuto a che fare con i nostri prodotti o i nostri territori . E di questi tempi davvero non guasta. Non a caso l’iniziativa fa riferimento alle Marche e non solo a Macerata o allo Sferisterio. Ci pensi e vedrà che le mie argomentazioni non erano solo astratte.
Per Mario Iesari
Astrattamente Lei dice ancora cose giuste: dovendo pubblicizzare un territorio (in questo caso, le Marche), si mettono in campo tutti gli argomenti e tutte le eccellenze possibili, comprese ovviamente la musica e le opere della stagione lirica. Su questo non c’è dubbio.
In concreto, però, e soprattutto in un momento di vacche magre come l’attuale, io, se fossi un imprenditore che deve pubblicizzare il suo prodotto, concentrerei i miei sforzi e i miei costi pubblicitari nelle aree dalle quali, in base a oggettive indagini di mercato, sia ragionevole aspettarsi un ritorno serio e significativo.
Nel nostro caso, facendo una valutazione in termini di costi certi e di presumibili benefici, penso proprio che dieci ( o comunque un numero minimo) abitanti di New York che potranno venire nelle Marche a visitare Urbino, Ascoli Piceno e – perché no – anche Macerata con lo Sferisterio, siano un risultato risibile a fronte dei costi che stiamo sopportando per questa tournee americana.
A me pare che a NY non siano andati solo per promuovere lo Sferisterio.
Che so per esempio omaggiare la mostra di Dante Ferretti e far sapere agli Americani
che anche lui è figlio di Macerata, non sembra a qualcuno che magari quei soldi siano stati spesi bene ?
Far sapere che Cesare Paciotti – Santoni – mettiamoci pure Diego della Valle tho’ sono anch’essi prodotti
di Macerata e dintorni, secondo voi non è ricca promozione del nostro territorio ?
Oramai penso sia ora di finirla di dare sempre addosso a prescindere.
Seguitate pure tranquillamente, sono certo che facendo così scoglioneremo pure Micheli, che magari se ne andrà pure lui a Civitanova.
Sia messo al bando ogni apriorismo disfattista, ci vuole fiducia, perché le vie della promozione turistica d’un territorio sono infinite e spesso molto tortuose. L’importante è pensare in grande, come fece del resto Benito Mussolini, il quale, allo scopo di attirare gli americani in Italia, ebbe la grande intuizione di scendere in campo a fianco di Hitler nel secondo conflitto mondiale.
D.A. Francesco Micheli di Macerata Opera Festival. Grande, complimenti.