Tardella-Daspo, non è detta l’ultima parola

La presidente della Maceratese chiederà la sospensiva come provvedimento d'urgenza

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Il presidente della Maceratese Maria Francesca Tardella

Il presidente della Maceratese Maria Francesca Tardella

di Enrico Maria Scattolini

Lontano dalla città, un’”agenzia” m’informa del Daspo alla Tardella. Non mi sorprendo più di tanto, perché in Tv, ad avvio estate, avevo anticipato l’inizio della relativa istruttoria. Ma un pò sì. Per i tanti giorni trascorsi dall’apertura delle indagini, che lasciavano presumere la loro archiviazione. Contatto Mariella per testimoniarle la mia solidarietà, ed anche per uno scambio di opinioni su un episodio condiviso la scorsa primavera a Roma, durante e dopo l’incontro con l’Astrea, in prossimità del penitenziario di Casal del Marmo. Lei mi risponde con una… domanda: ”A te va bene se facciamo le interviste post partita il giorno successivo, dopo aver letto i giornali e magari visto la tua telecronaca, in modo da formarmi un’opinione? Io, la domenica, debbo mantenere una distanza dallo stadio non inferiore a cinquecento metri…”. E questo per un anno, sino al luglio 2014! Ma solo teoricamente, perché la dottoressa Tardella farà ovviamente ricorso e chiederà la “sospensiva” come provvedimento d’urgenza, in attesa del giudizio di merito. Che mi auguro, insieme all’intera tifoseria biancorossa, a lei favorevole. E comunque tale da  ricondurre la questione entro le dimensioni di accadimenti non infrequenti nei campi di calcio domestici, e perciò lontani da poter produrre una punizione pressappoco uguale a quella comminata per episodi di autentica violenza fisica. Recenti esempi, in tal senso, non mancano neanche dalle nostre parti. Solo che Mariella nostra stavolta ha avuto la sfortuna d’imbattersi in una situazione sui generis, in cui la Polizia di Stato svolgeva la sua funzione istituzionale di controllo e sicurezza a fianco di quella penitenziaria, addetta alla gestione dell’impianto per l’impegno della propria squadra. Con la conseguenza che ogni espressione – anche a causa dei precedenti all’Helvia Recina – ha assunto un peso specifico particolare, che probabilmente non avrebbe avuto in una diversa allocazione. Anche io, come già raccontato, ne ho subito l’onere, prima con ripetute e minuziose verifiche del mio tesserino di giornalista e poi, a conclusione delle interviste di fine gara negli spogliatoi, con la richiesta (non esaudita) di visione immediata del loro contenuto (evidentemente riguardo alle dichiarazioni della Presidentessa) cortesemente ma fermamente esplicitata da due poliziotti in divisa. Chissà quanta gente avrebbe fatto felice un Daspo  anche alla mia persona? Sto pensando che, alla fine, da tutto ciò sarà anche la rubrica “Somma Algebrica” del prossimo campionato a rimetterci. Monca come inevitabilmente sarà di un’interlocutrice estemporanea ed imprevedibile come Mariella. La “leonessa” di tante battaglie. Ma il tempo scorre in fretta!



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