Romeo Dionisi, la moglie Anna Maria Sopranzi, e il fratello di lei Giuseppe, morti suicidi venerdì a Civitanova, hanno risvegliato una coscienza sociale che sembrava sopita e hanno dato col loro gesto estremo, sofferto e maturato nel pudore e nella riservatezza che li distingueva una scossa alla stasi di questo momento buio che ieri monsignor Luigi Conti ha paragonato, nel corso dell’omelia dei funerali per i tre suicidi, ad un’eclisse di sole. Romeo, Anna e Giuseppe sono stati ricordati oggi in numerose messe domenicali nelle chiese di Civitanova. I parroci hanno citato il dramma delle tre anime oppresse dai debiti e dall’impossibilità di tirare avanti in tre con i pochi soldi di due pensioni, “non per rinnovare il dolore di una comunità – hanno detto – ma per sollecitare una maggiore attenzione verso i vicini di casa, verso famiglie amiche che, pur trovandosi in difficoltà, cercano di nascondere le loro esigenze più immediate”. Un appello alla solidarietà “per aiutare non solo chi ci tende la mano ma anche quanti per pudore o per vergogna fingono di non aver bisogno di alcuna elemosina”.
Un momento di raccoglimento e preghiera, dopo l’angoscia e le tensioni che ieri hanno accompagnato i funerali delle vittime nella Parrocchia di San Pietro Apostolo, con la gente fuori a gridare “Assassini”, e “Omicidio di Stato”.
La vicenda ha anche spinto l’amministrazione comunale a incaricare i Servizi sociali (cui i tre anziani non si erano mai rivolti) di un monitoraggio più capillare di tutte le nuove povertà. Un’indagine cui collaboreranno anche i vigili urbani, nel tentativo di avere a disposizione un quadro più esatto delle principali criticità. La situazione peraltro è in continua evoluzione per colpa della crisi come hanno testimoniato oggi anche Stefano Santarelli e Mario Alisei, direttori rispettivamente della mensa della Caritas nella Chiesa di Cristo Re e di San Gabriele che hanno sottolineato come molti vanno a chiedere un pasto superando i 25 giornalieri previsti dalla convenzione col Comune, ma molti altri non sanno come pagare le bollette o l’affitto.
Nei prossimi giorni la Caritas civitanovese chiederà al Comune di rientrare in possesso della vecchia sede di via Parini: c’è bisogno di più spazio, per far fronte al numero crescente di persone che chiedono un pasto caldo e per organizzare meglio la distribuzione dei viveri e del vestiario.
Romeo, Giuseppe e Anna Maria certo non si erano rivolti alla Caritas e dei loro problemi parlavano in modo restio anche con i familiari: «Ultimamente facevano strani discorsi, di farla finita, ma senza spiegare nulla. Non siamo riusciti a capire niente, non ci dicevano niente – ha ripetuto oggi in un’intervista il nipote Sergio Sopranzi- dicevano soltanto ‘i problemi sono grandissimi…”»
Intanto Laura Boldrini, presidente della Camera, ieri a Civitanova per portare il suo saluto ai familiari delle vittime, ha risposto tramite i social network a quanti hanno criticato la sua presenza: «Come si fa a non andare a portare solidarietà a una famiglia e a una comunità in un momento come quello? Tre persone si sono tolte la vita per mancanza di speranza, mi ha colpito la vergogna nel chiedere aiuto. Chi ha sempre lavorato sodo e si ritrova senza lavoro, pensa di aver perso anche la dignità.
Le istituzioni ci dovevano essere, sarebbe stato bruttissimo se non ci fosse stato nessuno. Ancora una volta si sarebbe data l’immagine delle istituzioni impermeabili ai bisogni delle persone ed io non potevo essere indifferente. Sono andata consapevole della difficoltà umana, io non mi sono accorta dalle contestazioni quando sono entrata e uscita dal Comune. Ci sta anche questo, cosa ci dobbiamo aspettare? Che le persone siano contente? Chi ha un ruolo istituzionale deve saper sopportare anche questo risentimento. Per la mia esperienza io preferisco stare là, dove ci sono i problemi e magari tentare a collaborare per trovare delle soluzioni.
Bisogna trasmettere i segnali positivi che arrivano dal Palazzo, perché non è vero che siamo tutti uguali e non è vero che si risolve questa crisi mandando tutti a casa. C’è chi ha lavorato bene. Non si può fare di tutta un’erba un fascio perché questo è populismo e qualunquismo».
Ivo Costamagna, vicino di casa della famiglia suicida, presidente del Consiglio di Civitanova, ha sempre sottolineato la loro grande dignità (guarda il video): «Li avevo incontrato e avevo detto loro che dopo Pasqua avremmo visto insieme il da farsi ma il pignoramento della vecchia Panda li aveva spaventati. Sono confortato come amministratore dalla presenza della presidente Boldrini perchè lei è molto attenta a questioni umane come questa».
Critica invece la presenza delle istituzioni il leader marchigiano di Centro Democratico David Favia: «Non ho partecipato ai funerali delle tre vittime del disinteresse delle istituzioni di Civitanova perché credo che oggi tutte le istituzioni avrebbero dovuto fare un passo indietro motivando così, con un senso di colpa distante da una loro presenza ipocrita, la loro assenza e la loro vicinanza alle tre vittime, alla loro dignità e alle loro famiglie davanti alle quali mi inchino. Con un’assunzione di responsabilità.»
(Foto di Lucrezia Benfatto)
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L’IMPERATIVO DELLA POLITICA E’ COSTRUIRE UNA SOLIDARIETA’ SOCIALE AFFINCHE’ A NESSUNO MANCHI IL NECESSARIO.
E ci dica, Meschini, l’IMPERATIVO da Lei posto nel commento n. 1 è CATEGORICO?
Ora i Defunti riposano in pace. La presidente della camera ha detto che ci vogliono responsabilità da parte delle istituzioni e soprattutto occorre ripartire dalle priorità. Ecco, se voi amministratori di Civitanova, avete capito i veri drammi, aprite le vostre coscienze e ricominciate da zero. Cominciate a tagliare tutte le spese INUTILI, ad azzerare TUTTE le consulenze, ad eliminare gli SPRECHI, a rendere efficiente l’organizzazione interna, a tagliare gli INCARICHI ecc. Troppo facile scaricare le colpe (che sono tante) sulla politica nazionale. Solo così dimostrerete di aver capito il significato di questa tragedia, che si è consumata sotto i vostri occhi. Il tempo è veramente scaduto.
Costamagna può parlare a pieno titolo di dignità perchè lui in vita sua ha sempre lavorato e dalla politica non ha mai preso 1 solo euro e fa tanti sacrifici per arrivare a fine mese con lo stipendio del suo lavoro….. DIA LUI PER PRIMO IL BUON ESEMPIO invece di parlare sempre e rinunci a qualche incarico che ha con la regione e il comune (33.000€ annui dalla regione + 18.500€ annui dal comune + 20.000€ annui a disposizione come fondo del presidente del consiglio da spendere per iniziative di sua decisione) senza considerare tutti gi incarichi a pagamento dei suoi amici nei Cda delle municipalizzate!!!
e per favore in televisione mandateci qualcuno di più presentabile, Silenzi o la Sglavo per esempio, che Civitanova Marche rappresentata alla RAI di Giletti, domenica pomeriggio, o giovedì prossimo a SERVIZIO PUBBLICO di Santoro da Costamagna se va bene minimo ci cala il turismo del 20%…
Egr.Sig. Presidente… chi ha pensato ad inviare la corona di fiori? ……Ho capito, è stato il primo provvedimento preso, dopo estenuanti e profesionalissime riunioni….del collegio dei grandi SAGGI…..Italiani…tranquilli. siamo nel baratro…ma abbiamo i Saggi….Io personalmente manderei una enorme corona di fiori al sistema politico di questo paese, quando avverrà..sarà un bellissimo giorno per tutti e non perchè le cose cambieranno subito e in meglio, questo non possiamo saperlo ormai il disastro è totale, ma almeno la classe politica responsabile sarà stata punita dalla giustizia sociale…..sarebbe una vera tragedia morale per il popolo affondare e vedere gli schettini armatori politici restare a galla e ridere del popolo morente….
E poi non riesco a capire gli alti lai della Boldrini. Ma dove cavolo vive costei? Ma, che quelli del Sel vivono su Marte? Eppure, basta andare al bar alla mattina per sapere le cose come stanno con la fame in Italia…
Questi, ve lo dico, ancora non hanno capito dove stiamo andando. Altro che “grillini” che occupano Montecitorio… Qui, va a finire male.
L’Assessorato per il Reddito di Cittadinanza
Per quanto riguarda le modalità con le quali si dovranno articolare esperimenti come quello di Guardiagrele, lo stesso Auriti ha posto in evidenza come il progetto debba essere realizzato in due fasi:
• la prima, che si può denominare “dell’avviamento”, è servito perché il SIMEC a far conseguire “quel VALORE INDOTTO che lo oggettivizza come un bene reale, oggetto di PROPRIETÀ DEL PORTATORE”, e che lo distinguerà dalla moneta corrente non più soltanto formalmente, ma anche sostanzialmente;
• la seconda fase dovrebbe consentire ai Comuni di “beneficiare” del servizio econometrico, mediante un Assessorato per il REDDITO DI CITTADINANZA, che prima della stampa dei SIMboli EConometrici e della loro assegnazione tramite un CODICE DEI REDDITI SOCIALI, avrebbe il compito di promuovere in modo adeguato, anche culturalmente, in modo da attuare l’iniziativa, e distribuire i SIMEC tra i cittadini”.
http://www.scribd.com/doc/103273320/13-Moneta-e-Reddito-e-Linee-Di-Intervento
la tragedia non si poteva proprio evitare?…ci volevano 3 morti per aprire gli occhi,eh?…
@Massimo Giorgi Si. Mi spiego meglio: un reddito minimo garantito che si basi su tre pilastri. La dignità di un lavoro per tutti che si fondi sul criterio di riduzione delle ore lavorate. Riduzioni degli stipendi alti e delle pensioni d’oro. Ridurre le grandi ricchezze per una ridistribuzione dei redditi. Solo così si può parlare di una politica di solidarietà sociale.
@ Domenico (commento n. 9):
Dovresti spiegarci meglio da dove nasce esattamente la necessità di collegare il reddito di cittadinanza con assessorati comunali, monete locali e schemi Ponzi, quella che ci hai mandato mi sembra un po’ una storia di cavoli a merenda.
@ Giuliano Meschini (commento n. 10):
Grazie per la spiegazione, la Sua politica di solidarietà sociale è senz’altro ambiziosa e ricca di suggestivi echi storici, dalla Comune di Parigi alla Marcia su Roma, Lei è sicuro di esserne all’altezza?