Il fiume Nera
di Filippo Ciccarelli
La provincia di Macerata è letteralmente arrosto da alcune settimane: niente di strano, visto che è estate, ma la mancanza d’acqua sta cominciando a creare più di un problema, specialmente agli agricoltori. Secondo il dottor Ettore Marchegiani dell’Assam “la situazone di siccità è pronunciata, e causa danni soprattutto alle colture arboree come olivi e vite. C’è bisogno al più presto di acqua, altrimenti si rischia la cascola delle olive – cioè la caduta prematura del frutto – ed anche acini d’uva sottodimensionati, che significano meno mosto. Le temperature sono ben al di sopra dei 30 gradi da oltre 2 mesi” spiega Marchegiani “e le piante soffrono molto questo stress idrico. Se le cose non cambieranno la situazione peggiorerà ulteriormente”.
E le cose non cambieranno presto, stando alle previsioni della Protezione Civile. Sulle Marche si sono alternate l’alta pressione di origine africana, che porta temperature più alte ed aria umida, oltre al più consueto anticiclone delle Azzorre. Spiega infatti il dottor Francesco Iocca: “Per questa e per la prossima settimana non ci saranno precipitazioni, anzi le temperature aumenteranno anche se non in modo eccessivo; le condizioni,insomma, saranno stabili e il cielo sereno. Le regioni adriatiche beneficiano ancora di qualche corrente settentrionale che tiene la colonnina di mercurio a un livello accettabile. Al momento non prevista pioggia, che dovrebbe arrivare per fine agosto”.
Molti comuni hanno però invitato la cittadinanza a risparmiare acqua, e in alcuni casi hanno letteralmente chiuso i rubinetti in alcuni fasce orarie, come a Camerino (leggi l’articolo) e San Ginesio (leggi l’articolo). Si tratta soprattutto delle città e dei paesi servizi dal consorzio Tennacola, che ha effettivamente inviato alle amministrazioni comunali interessate l’invito a contenere i consumi. Un’indicazione immediatamente inoltrata alle migliaia di persone che vivono nei comuni di Colmurano, Gualdo, Loro Piceno, Mogliano, Monte San Giusto, Monte San Martino, Penna San Giovanni, Petriolo, Ripe San Ginesio, San Ginesio, Sant’Angelo in Pontano e Sarnano.
Pure Visso si è trovato in emergenza idrica, ed ha chiesto aiuto all’Acquedotto del Nera – pur non facendo parte del consorzio di comuni che lo costituisce – una richiesta non inedita, specialmente nei mesi estivi: “Il nostro acquedotto ha una captazione con una grande potenzialità, sfruttata attualmente solo in parte con 150 litri al secondo, sufficienti a servire le città di San Severino, Tolentino, Caldarola, Belforte, arrivando fino al capoluogo” spiegano dalla sede di Macerata “Grazie alla struttura estesa della rete, che a partire dalla sorgente serve i singoli comuni consorziati del territorio, l’acquedotto è un’opera strategica che può aiutare quei Comuni che, pur non facendo parte del consorzio, si rivolgono a noi in situazioni di eccezionale e temporanea emergenza idrica”
Anche se non è una consolazione, nelle Marche c’è chi sta peggio. In provincia di Pesaro, per esempio, molti comuni hanno cominciato ad attingere ai pozzi per soddisfare le richieste d’acqua, e la produzione di girasole e mais, secondo stime della Coldiretti, potrebbe calare con punte del 90% per quegli agricoltori che hanno seminato in ritardo; una vera e propria mazzata.
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Oramai sono parecchi anni che si verifica il fenomeno della siccità nei campi. Le condizioni climatiche sono mutate? I nostri avi tutti questi problemi non li avevano, eppure oggi siamo in un contesto tale che i nostri agricoltori, dopo dover far fronte alla diminuzione dei loro guadagni per via dei cali prezzi, devonon riguardarsi anche dalla carenze di acque per l’irrigazione. Però penso che una soluzione la si debba trovare, altrimenti andremo verso quelle ampie desertiche terre dei canyon americani, tutte secche e crespate.
Io non sono uno scienziato e neanche un fisico, ma perchè non prendere in considerazione di realizzare diversi bacini di raccolta tipo laghetti, realizzati da consorzi di imprenditori agricoli, dove poter raccogliere le acque nei periodi più piovosi ed utilizzarle in periodi di siccità? Il tutto, naturalmente, previa indagine geologica del terreno. Si eviterebbero non tutti, ma alcuni fenomeni di alluvioni post siccità, che trovando terreno che non assorbe, riempirebbero i torrenti, e poi tramite pompe di sollevamento si irrorerebbero nei campi. Non va dimenticato neanche che tali acque potrebbero servire anche nei casi di incendi, senza che i canader o gli elicotteri della protezione civiile siano costretti a fare lunghi voli per approvvigionarsi.
Che ne pensate?
Il problema va risolto alla radice e cioe’ vietare la geo-ingegneria.
Da quando nel 2002 il governo fece l’accordo con gli Usa per esperimenti di modifica del clima
abbiamo assistito a solo dei danni. Ed infatti nel 2003 abbiamo avuto una siccita’ clamorosa.
Consiglio la visita del sito TAnker Enemy.
So cosa significa morire di sete… Si perdono le forze, si diventa psicotici, ed infine si muore per collasso. Ho avuto questa esperienza nel 1970 nel Sud Sudan, vivendo con i guerriglieri di quel fronte di liberazione. In Uganda, bene o male c’erano i pozzi, potevo fare una doccia… Poi, mi sono proiettato in ciò che trovarono i primi esploratori bianchi, quando per bere acqua non contaminata da bacteri che poi avrebbero distrutto per sempre le vie biliari e intestinali si andava a bere nei fiumi facendo chilometri a piedi. Oppure, bere acqua attinta dagli acquitrini, dopo averla bollita per preparare il tea.
Per anni, ho evitato di ritare l’acqua per una semplice pisciata, promuovendo l’ira dei miei familiari. Oggi, rimango sotto la doccia il meno possibile…
Il problema dell’acqua sarà il problema del futuro. Già lo stiamo vedendo questa estate, con l’agricoltura che sta andando a rotoli. La gente che va felice al mare per la titarella e i bagnini non ci fanno caso… anzi, sono ben lieti di questo caldo torrido.
Il professor Murri dell’Osservatorio Geofisico di Macerata lo prevedava 45 anni fa. Mi diceva: sta iniziando un perido glaciale… Chiedevo: avremo nevicate e ghiaccio? No – rispondeva il Professore – avremo caldo e siccità.
Pensiamoci per tempo, prima del collasso. Meno sprechi d’acqua individuali. Gestione non speculativa. Immagazzinare l’acqua in invasi per i periodi di siccità, Esperti e politici ci dicano cosa fare.