L’ex Ceramica diventa Ecocittà
Fondi anche da Israele

PORTO POTENZA - Presentato il progetto del Fondo comune d’investimento della Namira S.G.R.p.A. di Milano. Il Governatore Spacca: "Quella del sindaco Paolucci è una grande intuizione"

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L’area ex Ceramica a Porto Potenza

“Bonifica indispensabile per l’area ex Ceramica di Porto Potenza, tra boro e materiali da differenziare, poi il terreno verrà restituito alla città della costa”. Lo staff del Fondo comune d’investimento della società di gestione del risparmio Namira S.G.R.p.A. di Milano del direttore generale Paolo Giorgini ieri mattina ha voluto spiegare i pregi di Ecocittà. Un lavoro iniziato nella primavera del 2011 con un progetto di caratterizzazione dell’area dell’ex Ceramica che, nei prossimi anni, vedrà sorgere 60.000 metri quadri di spazio suddiviso in 15 lotti con 500 abitazioni (villette urbane e appartamenti), negozi sotto i portici, 25.000 metri quadri sotterranei e 10.000 metri quadri di parco collegati con un percorso pedonale che ricorderà il passato dell’azienda. “E’ stato difficile realizzare questo progetto – dice l’architetto

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Sandro Marinelli

– visto l’impatto che l’ex Ceramica aveva sul territorio. Non sarà certo il migliore che si poteva fare, ma è uno dei progetti possibili per questa zona”. I nodi da sciogliere che nei mesi scorsi hanno destato l’interesse del comitato di cittadini Città Prestata erano la cementificazione e la bonifica di un’area così vicina al mare e così centrale per la costa portopotentina. L’indagine completa del terreno, oltre che dalle analisi dell’Arpam, è stata condotta dal geologo Massimo Basili. “Il modello concettuale del sito scaturito dal nostro lavoro ha reso necessaria la bonifica con procedure moderne come la raccolta differenziata dei rifiuti nei diversi strati e una barriera idraulica per depurare l’acqua di falda>. Diverse, infatti, le problematiche. I materiali conservati dal terreno nei vari strati argillosi sono infatti metalli pesanti, piastrelle, scoli di vernici ma anche vere e proprie vasche coi così detti fanghi di canalette. In sintesi, pochi pericoli per quella zona considerata “terreno di rifiuto”. Decisamente più preoccupante, anche se facilmente risolvibile, la questione della falda contaminata. Nella acque, infatti, è stata trovata la presenza di un pericoloso metallo, il boro. “Abbiamo realizzato una barriera idraulica con quattro pozzi per pompare l’acqua contaminata da spedire al depuratore che poi verrà ripompata pulita nel fosso a mare” ha spiegato Basili che prosegue “Per i rifiuti del terreno invece usiamo la procedura moderna della differenziazione dei materiali”.

da-sin-sindaco-giorgini-basiliL’ecosostenibilità del progetto parte da qui, ma si snoda attraverso il percorso descritto dal progettista architettonico Filiberto Andreoli che sottolinea: “Non consumiamo terreno agricolo, riqualifichiamo la zona con nuove tecniche e faremo una delle prime realizzazioni ampie di edifici a emissioni zero col fotovoltaico, la geotermia e materiali legati al territorio marchigiano”. Ad entrare nei dettagli, invece, ci ha pensato il capo progetto Maurizio Andreoli: “L’idea è quella di creare costruzioni a grande efficienza energetica, A e A+, sia multipiani residenziali che ‘urban villa’ con zone commerciali sotto i portici”. Le emissioni di Co2 verranno eliminate, i mattoni sulla facciata ombreggiano e evitano il surriscaldamento, lo standard acustico è elevato, l’impiantistica è di alto livello e ogni condomino spenderà dai 300 euro ai 400 euro l’anno per l’energia. Città Prestata, però, aveva mostrato perplessità sulla  “cementificazione senza logica perché non legata al fabbisogno reale di alloggi”.  La città, intanto, ritroverà l’unità del territorio da nord a sud, una scuola a costo zero che, insieme alle altre scuole, formeranno un campus ma anche prezzi calmierati sul 25% degli appartamenti per chi vorrà comprare.

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Gian Mario Spacca, Filiberto Andreoli, Sergio Paolucci, Paolo Giorgini e Massimo Basili

Commenta il sindaco Sergio Paolucci: “Per noi sarà una trasformazione radicale che migliorerà l’urbanistica e la vivibilità della costa”. A confermare la scelta felice anche il governatore della Regione Gian Mario Spacca: “Quella del sindaco Paolucci è una straordinaria intuizione per la natura del progetto, ovvero l’internazionalizzazione delle risorse con l’investimento di milioni di euro a Potenza Picena, ben 100 milioni di euro solo da Israele. Anche la programmazione politica è in linea in quanto non si usa altro territorio ma si riqualifica una zona in degrado. Poi la sfida è l’innovazione dei materiali ma anche il recupero del concetto di piazza come sintesi tra passato e futuro e, per ultimo, una scuola a costo zero. Un esempio virtuoso per tutte le Marche”. Poche le parole di Giorgini, direttore generale del Fondo gestito da Namira: “Un prodotto e un progetto introvabile nelle Marche”.Ecocittà-01-1024x667 (s. p.)



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