Dal virtuale al reale, ieri sera all’hotel Grassetti si sono dati appuntamento giornalisti, commentatori e lettori di Cronache Maceratesi. Al termine del momento conviviale, si è aperto un confronto tra i presenti sull’importanza dei commenti per il giornale e per la società maceratese. E’ stato un importante momento di democrazia e partecipazione. Non c’è stato alcun bisogno di moderare gli interventi che, molto rispettosi e interessanti, si sono avvicendati nel corso della serata. Paradossalmente si è verificata nella realtà la situazione che si crea ogni giorno nei commenti per cui bisogna attendere che l’altro finisca di esprimere il suo pensiero per poter rispondere. Di commento in commento, si è svelato anche Alex Stecca (nella foto in alto), il commentatore noto per la sua abitudine di scrivere in dialetto maceratese. La sorpresa è che viene dallo Zaire.
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Sì, siamo stati bravi. Ma soprattutto… che magnata!!!
Peccato non aver potuto partecipare!Alex Stecca dimostra che quel razzismo velato e ben nascosto che rimane in noi (ed io lo posso ben dire da bresciana) è sempre in agguato:d’altra parte il tema della lingua è veramete importante e forte! Faccio un esempio:tornando a Brescia in treno (normalmente utilizzo l’automobile) ho scoperto che la zona della stazione a Brescia è quasi interamente abitata da gente di colore.Scesa dal treno ,diversamente dal solito panorama che mi aspettavo mi sono ritrovata in Senegal! E passi!Ma quando mi sono fermata a chiedere informazioni per il numero dell’autobus ,la cosa che mi ha sconvolto,dico letteralmente sconvolto ,è che un bel ragazzo dalla pelle nera mi ha risposto in dialetto bresciano! “Mi hanno rubato la lingua,la “mia” lingua”.E mi è venuto in mente il libro di Elias Canetti :”La lingua salvata”! Questo pensiero mi ha terrorizzato! mi sono sentita defraudata,come se ad un bresciano avessero rubato la Vittoria alata che è la statua simbolo della città.La lingua è qualcosa di così visceralmente nostro e associato al legame profondo che si crea tra un individuo e il suo territorio!.I suoni del parlare di casa,dei giochi dei primi anni di vita!.E’ un suono che sarà sempre nel nostro cuore e che costituirà sempre il motivo sonoro di sottofondo della nostra esistenza.Rigraziando per le informazioni avute alla stazione ,mentre quel ragazzo mi rispondeva ,io lo guardavo con un occhio talmente stupito che lui se n’è accorto perfettamente e a sua volta mi guardava in modo interlocutorio come a dire “Ma come pensavi che ti avrei risposto ,in senegalese?”.No in senegalese no,ma porca della miseria,proprio in dialetto bresciano!!!!”I òm se misùra miga a spanne”,”I òm sè liga cò la parola,le bestie cò la còrda”(per chi legge le o sono tutte chiuse e strette nel suono) e la traduzione (se dovesse servire) è:non si può giudicare un uomo dalle apparenze e il legame tra gli uomini è la parola.E per parola non intendo solo il significato della medesima , ma anche la forma ,il suono ,la musicalità e tutto quell’insieme di contentuti che la lingua con cui ci cullano da piccoli e ci crescono diventa una ruga del nostro viso ,un tratto della nostar esistenza,un’emozione nel guardare la nostra città,nel riconoscere i nostri amici ,nel sentirci a casa nostra mentre passeggiamo per le vie .E allora io ,che devo dire se mi permetto di scrivere frasi in maceratese!Che ormai Macerata è diventata la mia seconda patria e la lingua è un modo di integrarmi ,di sentirmi parte di una comunità ,un misto di senso di orgoglio e di appartenenza.Una volta tanto parliamo bene di noi! Le cose non vanno ,o.k..ma si può cambiare,parliamone,parliamone,parliamone fino allo sfinimento! Ma il suono delle nostre parole deve essere propositivo:si chiama educazione al senso del futuro.Apriamoci alla speranza che quel poco di bene che è in noi venga fuori e sia più forte e assolutamente travolgente,capace di scatenare negli animi quelle positive reazioni a catena che creano mutamenti migliorativi.Sono meccanismi strani ed incomprensibili,ma io che faccio l’insegnante vi garantisco che spesso una sola parola detta nella lingua giusta al moneto giusto può fare miracoli ….non è abracadabra…ma un mdo per dire all’altro:”Io sono qui ,sono con te a condivido con te i problemi che ci sono,li affronto con i miei limiti e con le mie mancanze , ma ci provo,cerco una sinergia ,insieme possiamo superare ogni ostacolo,o almeno provarci! E se non ci riusciamo? Ricominciamo di nuovo e poi ne riparliamo e poi riproviamo e poi ,,,,ricominciamo,,,,,parliamo,discutiamo tutti nella “nostra lingua”,perchè ora questo nostro comune parlare è diventato la nostra lingua,a dispetto della nostra razza,della nostra religione ,delle nostre convinzioni……la nostra linugua,il ponte che ci avvicina.A volte il nostro tono aggrssivo è solo la manifestazione dell’indignazione ,ma, io penso, sia soprattutto la sofferenza di ogni individuo sensibile che sisente offeso dal’indifferenza ,dal cinismo,dalla superficialità con cui chi dovrebbe rappresentarci ed amministrarci si mostra a noi.Abbiamo bisogno di amministratori che si mostrino e agiscano da uomini veri.Sono momenti difficili lo riconosco,ma via ..un briciolo di energia in più, un minimo di creatività,di volgli a di cambiare ,di riprovare …”Laurà,laurà e laurà” che tradotto significa in bresciano” Lavorare,lavorare,lavorare”,che è poi il motto di tante donne e uomni che ogni giorno lavorano silenziosamente ed alacremeten,uomini di cui non si parla ,che oggi affrontano quotidianamente problemi sempre più grandi….e si trovano davanti alla porta lo sceriffo di Nottingham che gli porta via anche l’ultimo soldino.Peccato che solo nelle favole arriva in soccorso Robin Hood!Lavorare e parlare,comunicare…in ogni modo con la voglia di consoscere ,capire,condividere,accettare e arricchirsi del contributo degli esser umaniche ci circondano e farlo con il più grande affetto e cura. Bisognerebbe rileggere qualche pagina di Don Milani…..mi viene in mente “Lettera ad uan professoressa”….e di nuovo l’imporatnza della lingua,che come sosteneva proprio quel genio e santo di Do Milani,non è solo la lingua della letterarura,la lingua colta delle classsi più alte ,ma anche quella che nasce dal basso,dalla tradizione popolare,che è ancora più ricca,più vitale .più genuina, anche se non risultata patinata e raffinata.E’ una linfa grezza ma ricca di nutrienti che possono rivitalizzare una comunità travolta e sballotata da un tornado economico e sociale .La nave non deve affondare ,nè essere trascinata al largo e schiantata contro qualche scoglio:usiamo come àncora per rimanere al sicuro in porto ,la nostra lingua,la nostra parola e troviamo in essa la strada per arrivare all’altro ,al nostro prossimo,chiunque egli sia.Facciamo che diventi uno di noi!
Buon lavoro a tutti!
Eliana Leoni Marcelletti
Colpo di scena a fine serata!
Dietro un nick antipaticuccio c’era ragazzo, il cui sorriso autentico, ha coinvolto tutti.
Una trovata degna di martin mystere che fa riflettere sull’anonimato.
Avete fatto bene ad aprire l’articolo con la foto di alex stecca! E’ l’unica cosa positiva. Per il resto tante foto ma…..lo magnà è stato pocu. Su li taulì adé vvanzatu solu quarghe tozzu de pà. Mejio le vistecche de crastatu su la craticula!
Complimenti ad Alex Stecca e complimenti alla maggioranza per non essere pervenuta. Ma loro so abituati a magnà in continuazione…