Piscina: aut aut di maggioranza e Pdl
“Si trovi l’accordo o si risolva il contratto”

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Riccardo Sacchi e Fabio Pistarelli del Pdl con Bruno Mandrelli del Pd

 

di Alessandra Pierini

(foto di Guido Picchio)

Tutti i maceratesi vogliono la piscina che aspettano da dieci anni. Lo stesso si può dire per i consiglieri comunali e per gli amministratori. Allora perchè del nuovo impianto natatorio di Fontescodella non è ancora stata posta neanche una pietra, nonostante si paghi già da anni un mutuo per questo? Crediamo sia questa la domanda che, legittimamente, si sta ponendo ogni cittadino maceratese e alla quale non si riesce a trovare risposta. Responsabilità e problematiche si rincorrono e si intrecciano in una matassa intricatissima, impossibile da sciogliere e, a forza di rimarcare il passato, di rincorrere le motivazioni politiche e la trasversalità tra Pd e Pdl, denunciata dal consigliere dell’Udc Massimo Pizzichini,  e di rivendicare con spiccata autoreferenzialità le proprie azioni e scelte si rischia di perdere di vista l’obiettivo: dotare la città di Macerata di un impianto natatorio.

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Stefano Blanchi e Luciano Borgiani

Il consiglio comunale di oggi, però, non ha fatto neanche una bracciata (per restare in tema) avanti verso la piscina, anche perchè, come ha sottolineato il segretario Antonio Ledonne, la fase della volontà politica si è ormai spenta e c’è invece un contratto da rispettare. L’approvazione della mozione presentata da Claudio Carbonari (Pdl), emendata da Bruno Mandrelli (Pd) e approvata all’unanimità da maggioranza e dal Pdl (il resto dell’opposizione non ha preso parte alla votazione)  ha messo il sindaco Romano Carancini davanti ad un aut aut: entro il termine di approvazione del bilancio (data già fatidica per l’amministrazione), dovrà infatti comunicare al Consiglio la possibilità di risolvere consensualmente o la volontà di rescindere il contratto, adoperandosi per la contestuale difesa degli interessi del Comune di Macerata. Resta il problema legato alle difficoltà di gestire un impianto faraonico come quello presentato nel progetto esecutivo depositato dalla Fontescodella Spa nel marzo scorso, questione sollevata da Mauro Compagnucci del Pd ma non ancora affrontata concretamente.
Carbonari (Pdl) ha presentato la sua mozione che impegnava alla rescissione del contratto proponendola come un favore all’amministrazione: «Sono scaduti tutti i termini per la società appaltante e il progetto proposto non è realizzabile. Qualora questa mozione venisse approvata il sindaco si toglierà un grosso peso per la stesura del bilancio. Rivendico poi le competenze del consiglio comunale e chiedo che vengano applicate le mozioni approvate».

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Romano Carancini e Bruno Mandrelli

Di tutt’altro avviso Romano Carancini che ha esordito: «La rescissione del contratto non è materia di competenza del Consiglio. L’attuale amministrazione, non so se una bella o brutta copia della precedente, si riconosce in continuità con un’amministrazione di centro sinistra perciò stiamo andando avanti sulla linea che ci eravamo dati con il costo di un milione e mezzo di euro in più da compensare col diritto di superficie. Attendiamo la risposta della società. Voterò contro questa mozione che sotto il profilo tecnico non è accettabile e sotto il profilo politico rischia di produrre un ulteriore ritardo».

Ha invitato l’amministrazione a prendere contatti che consentissero di arrivare al termine del percorso iniziato Bruno Mandrelli, segretario del Pd: « Su questa materia dobbiamo privilegiare gli interessi della città. E’ un ragionamento iniziato dieci anni fa con votazione unanime del consiglio comunale. Dobbiamo sperare che anche al traguardo si arrivi con un parere unanime del consiglio. Le questioni che solleva Carbonari sono naturalmente comprensibili.  In un momento così difficile come quello della stesura del bilancio porsi l’obiettivo di comunicare che l’annoso problema delle discipline è stato risolto in un senso o nell’altro , nel senso che la proposta del diritto di superficie  è accettata o è accettabile, non è accettata o non è accettabile. Non si tratta di perdere ulteriore tempo ma di arrivare al termine del percorso. Noi questa piscina la vogliamo, siamo vicino a un’amministrazione che la piscina la vuole e deve portarla a compimento».

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Anna Menghi

Hanno invece suggerito un diverso percorso Guido Garufi dell’Idv che ha parlato di un ridimensionamento («Ragiono all’inglese. Qui tutti  vogliono la piscina ma quale? Tutti la vogliono ma nessuno ha visto il progetto. Il gruppo che dovrebbe costruire è legato ad un vecchio contratto . Il gruppo lo conosciamo, si potrebbe proporre loro di ridimensionarla») come Anna Menghi dell’omonimo comitato («L’amministrazione Menghi lasciò sul tavolo un accordo con Università e Cus, un  progetto del centro sportivo a Fontescodella con una piscina più grande di 25 metri e una di 12 metri, un campo polivalente e quelle strutture minimali che erano utili alla città. Questa amministrazione deve essere più coraggiosa perché tre piscine sono troppe per una città come la nostra. La questione del mutuo già acceso grida vendetta. Il centrosinistra è condannato a governare perché è mancato il ruolo dell’opposizione che avesse avuto il buon senso di non essere schizofrenica») e Mauro Compagnucci che propone un piano B («Senza lilleri non si lallera. Non possiamo a dispetto dei santi avere come indirizzo programmi che andrebbero rivisti e ridimensionati se non possono essere realizzati. Quello su cui dobbiamo ragionare è sulla formazione di una volontà politica da trasferire poi in atti. Se riuscirà a mettere tutti d’accordo mi congratulerò con lui ma gli voglio suggerire anche il piano b perché temo che ci siano dei problemi, non per realizzare l’opera, ma successivi, di gestire l’opera che non è tenere aperta una struttura pensando che in futuro 10 euro per entrare ce l’avranno tutti. Il piano b può essere un progetto modulare che inizi dalle gambe che abbiamo adesso , con questo andiamo a cercare un’intesa che è sempre meglio di una causa») .

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Mauro Compagnucci e Ulderico Orazi

A questo punto in Consiglio è entrato lo spettro dell’antipolitica. Il primo a delinearne i confini è Fabrizio Nascimbeni di Macerata è nel cuore: «E’ ora che la classe politica diventi classe dirigente se no si profila la sfiducia nella capacità di risolvere i problemi. La piscina è prova dell’incapacità della politica maceratese». Sulla sua lunghezza d’onda ha continuato Giorgio Ballesi (Comitato Ballesi) che ha anche puntato il dito contro il metodo utilizzato in Consiglio: «Qui non si parla di antipolitica ma di incapacità assoluta di fare politica. Che dopo 8 anni si dica abbiamo sbagliato, è ora di fare qualcosa mi sembra drammatico. Qui la continuità è perfetta. C’è quindi incapacità politica ma anche abilità nel confondere le acque nel tentativo di far credere alla gente che quello che è stato fatto prima non è colpa di nessuno. Questo può generare antipolitica. Non possiamo pretendere la serietà dai nostri parlamentari quando le loro colpe sono in piccolo le vostre. Ho seguito un carteggio tra maggioranza e parte dell’opposizione sulla piscina, vi ringrazio per l’eleganza con cui avete escluso il sottoscritto dal confronto. Visto che ritenete inutile sentire il mio parere, fate e decidete, anticipo che non parteciperò alla votazione perché non posso fare da sgabello a decisioni che mi passano sulla testa».

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Ivano Tacconi (Udc)

E’ stato invece Massimo Pizzichini a parlare di trasversalità tra il Pd e il Pdl: «C’è in questa città una stasi dovuta proprio al connubio tra Pdl e Pd, non a caso avete votato insieme anche la mozione sulla cittadella dello sport. Non vogliamo essere complici perciò non votiamo. Voi del Pdl  vi siete fatti anche stravolgere la mozione». Hanno difeso la loro posizione i consiglieri del Pdl Deborah Pantana  («Dell’opposizione si può dire tutto ma noi abbiamo chiesto fatti seri concreti e precis. La giunta non è stata neanche in grado di rispondere ai dettami di mozioni votate. Oggi il sindaco non sa ancora se l’università ci sta e se i privati accetteranno il diritto di superficie. Siamo in una situazione in cui non ci possiamo più permettere illusioni per i cittadini») e Fabio Pistarelli («Macerata è una città senza memoria ma anche con il fiato corto sul futuro. Tutti dovremo ricordarci che c’è stato un bando a cui sono seguiti atti amministrativi e politici precisi»).

La mozione è stata approvata all’unanimità ma sono usciti dall’aula i consiglieri di Udc, Macerata è nel Cuore, Lista Conti – Macerata Vince ,Comitato Ballesi e Lista Menghi.
In apertura di seduta  è stata votata anche  la delibera per le modifiche e integrazioni del Regolamento edilizio.

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L’APPROFONDIMENTO.La triste storia del polo natatorio di Fontescodella (leggi l’articolo)

 

 



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